POLITICA

Speciale – IL SINDACO SU LEONI: ‘HA MENTITO, MA SI DIFENDERA’!’

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CN‘ – SPECIALE CONSIGLIO COMUNALE 

A meno di 24 ore di distanza dalla conferenza stampa del giorno prima, in cui Roberto Leoni ha posto fine, col placet del Sindaco, alla sua esperienza amministrativa, del suo caso si è tornato lungamente a parlare anche nel corso del consiglio comunale, riunitosi in seconda convocazione nel pomeriggio di martedì 31 gennaio. Di seguito tutto quanto accaduto in relazione alle dimissioni dell’ormai ex Assessore ai Lavori Pubblici.

 

SERVADIO – Tra il ‘chi di spada ferisce di spada perisce” del consigliere del Pdl Gianni Cerini e il detto “le bugie hanno le gambe corte” preso in prestito da Franco De Santis (ex piddino, ora nel Gruppo Misto), l’attesa maggiore era tutta per le parole del Sindaco Fausto Servadio, che intervenuto per ultimo si è momentaneamente spogliato degli angusti panni di esponente piddino per rivestire appieno quelli di Primo Cittadino. Se il giorno prima aveva assistito quasi in tono dimesso all’autodifesa di Roberto Leoni, il giorno dopo Servadio è intervenuto con ben altro tenore, ringraziando i consiglieri per la pacatezza dei toni sin lì utilizzati. Un intervento apprezzato trasversalmente, in cui il Primo cittadino ha dimostrato equilibrio e volontà di difendere in primis la credibilità delle istituzioni.

“Il Sindaco non ha il compito di prendere a calci nel sedere nessuno – ha replicato Servadio a Fabio D’Andrea (Pdl), che lo aveva invitato ad usare le maniere forti contro l’ex assessore -. Io mi assumo in pieno le mie responsabilità – ha aggiunto il Sindaco – ed esercito il mio ruolo nella migliore delle mie possibilità”. “Per quanto riguarda il partito ha degli organi di garanzia coi quali tutti noi dobbiamo rapportarci, anche se quello che è avvenuto ieri, quando si sono tirati addosso anche le sedie, non onora nessuno: questa è anarchia!”. Chiaro il riferimento ai fatti avvenuti poco dopo le 14.30 presso la commissione provinciale di garanzia del Pd, chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di espulsione dal partito di Taddei e Bagaglini. 

“Questa è anarchia, non è democrazia – ha aggiunto ancora il Sindaco – e censuro totalmente questi atteggiamenti, specie se provenienti da un organo di garanzia”. Dopo la stilettata al suo Partito Democratico, Servadio non è stato tenero neppure con l’Assessore dimissionario, che pure il giorno prima aveva accompagnato verso il doloroso passo indietro: “è vero – ha sottolineato il Sindaco tra gli attestati di stima di molti e lo stupore di alcuni compagni –:  Leoni ha mentito! Bastava che mi dicesse ‘Sindaco non è solo un caso, ma ce ne sono molti di più’. Non nego che quando anche io ho letto di ampliamenti e di nuovi fabbricati ho chiesto chiarimenti all’Assessore e lui mi ha assicurato di non aver più accettato incarichi dopo aver avuto la delega. D’altronde mica avrebbe potuto rinunciare anche ai lavori presi in passato. Nessuno vuole crocifiggere o santificare nessuno, fatto sta che in maniera responsabile l’Assessore ha rassegnato le sue dimissioni, ritenendo che ce ne fossero le motivazioni. Avrà modo di chiarire nelle sedi opportune la natura del suo operato, difendendosi dalle accuse di aver violato l’articolo 78 del Tuel. Nessuno – ha poi concluso il Sindaco con toni ancor più conciliante – vuole peraltro prendere di petto né Taddei né Bagaglini per aver esercitato questa attività di controllo e denuncia, anche se certe cose potevano riferirmele direttamente prima che le apprendessi tramite esposti”.  

 

CERINI – In precedenza a contestare duramente l’accusa che esista una ‘macchina del fango’, termine usato dallo stesso Leoni, è stato il consigliere del Pdl Gianni Cerini: “quello che Leoni ha seminato quand’era all’opposizione, con continue accuse e denunce, sta ora raccogliendo. Non siamo stati certo noi – ha aggiunto – ad aver inaugurato la  fase della politica veliterna non basata sulla dialettica ma su carte bollate, giudici e denunce. Ora non si può continuare a far finta che non ci siano documenti inconfutabili che smentiscano il contenuto della lettera di Leoni.  Quando si parla di fango – ha concluso Cerini –  ci si deve ricordare dei volantini diffusi durante la campagna elettorale: chi di spada ferisce, d’altronde, di spada perisce”. 

 

NARDINI – Altro consigliere del Pdl  a prendere la parola è stato Francesco Nardini, anch’egli di professione geometra: “sollevai il problema già all’inizio della consiliatura e mi si disse che le sue attività professionali e tecniche nulla avevano a che fare con la sua attività amministrativa. Ad oggi rimango sorpreso che non si vogliano ammettere fatti e circostanze che sebbene legittime dal punto di vista penale entrano in conflitto con la buona gestione della cosa pubblica”.

 

ROSSI – Tra i primi a difendere l’operato del compagno di partito è stato il consigliere piddino Danilo Rossi, che ha peraltro lodato l’operato dell’opposizione nell’esercizio dei poteri di controllo ed indirizzo: “quando l’opposizione esercita questo tipo di ruolo fa il suo dovere. Tuttavia è bene evitare di accusare Leoni di non aver lavorato o di aver lavorato male. Quello di Leoni è un atto di estrema generosità, una volta stabilito che la sua posizione non era sostenibile, frutto della presa di coscienza di un uomo che si è rivelato preparato e competente”.

 

PATRIZIO D’ANDREA – Concetti simili sono stati espressi da Patrizio D’Andrea (Pd): “ringrazio l’assessore per il lavoro che ha svolto, che ha contribuito enormemente ai successi della nostra Giunta. Il suo era un gesto di natura politica, rientrante nel campo dell’opportunità e non della doverosità.  Nulla cambia, comunque, rispetto alla nostra volontà di perseguire sulla strada del cambiamento e della modernizzazione del nostro territorio”.

 

GIANFRANCO CESTRILLI  – L’intervento più incline alla difesa di Roberto Leoni e di presa di distanza dall’operato di denuncia del duo dei dissidenti è stato quello del capogruppo del Pd Gianfranco Cestrilli: “il capo della propaganda nazista – ha esordito – sosteneva che una menzogna ripetuta all’infinito diventa una verità. Il caso Leoni rientra in questa specie, avendo avuto inizio già dal primo giorno della consiliatura. Faccio parte di coloro che ritengono il suo un gesto di grande responsabilità, atto ad evitare che l’attività dell’Amministrazione si ingessasse. Quanto alle modalità con le quali si è arrivati a questo punto è evidente la natura dell’indegna carognata, e si può immaginare cosa provo quando l’opposizione sostiene che il tutto nasca da qualcuno della maggioranza”. Tornando a Leoni Cestrilli ha aggiunto: “solo ora ci si accorge che Leoni era un geometra ed esercitava quest’attività?  Gli atti in discussione sono nati tutti precedentemente all’insediamento dell’Amministrazione e non è stato commesso alcun illecito, abuso o corruzione. Di questa situazione – ha rimarcato Cestrilli – Leoni è vittima e il suo solo torto è quello di un essere geometra professionista. Resta, e lo paga, un elemento di punta del Pd, e probabilmente – ha aggiunto con chiaro riferimento ai possibili pruriti di Taddei –  è stato il mancato riconoscimento di un assessorato a qualche consigliere ambizioso a condurci dove siamo. Leoni, lo ribadisco, ha svolto benissimo il suo ruolo. “Il suo – ha concluso dopo aver snocciolato alcune delle opere realizzate dall’assessorato ai lavori pubblici  –  è stato un comportamento ineccepibile”. 

 

Di tutt’altro tenore gli interventi del resto dell’opposizione e, com’era prevedibile, dei consiglieri del Pd, accusati di aver scoperchiato la pentola.

 

LADAGA – “Io – ha esordito il capogruppo del Pdl Salvatore Ladaga – non ringrazio affatto Leoni e non ritengo che lui si sia dimesso per un fatto mediatico. Era l’Assessore politico di maggior peso in quest’Amministrazione e rappresenta nel Pd una rilevanza che va oltre il nostro territorio. La presenza di esponenti regionali che hanno assistito in religioso silenzio al suo passo indietro sta a dimostrare in maniera inequivocabile che l’unica alternativa alle dimissioni era il Commissario. Certe cose non si fanno – ha ribadito  Ladaga alzando  i toni –: è inaccettabile che lui abbia sempre sostenuto che loro ‘sono un’altra cosa’ e poi nei fatti abbia dimostrato l’esatto contrario. Leoni – ha detto ancora il capogruppo del Pdl – ha fatto una leggerezza grave, che ha messo a repentaglio l’attività dell’Amministrazione. Non è giusto santificarlo: ha fatto delle stupidaggini e ha persino dichiarato di non averle fatte. Sono cose che accadono a chi in maniera presuntuosa pensa di stare sempre nel giusto e di poter fustigare gli altri. Prima di bacchettare – ha aggiunto Ladaga – si farebbe meglio a pensare a quel che si dice, perché i nodi prima o poi vengono al pettine”. Un’ultima sferzata Ladaga l’ha riservata al Sindaco, al quale si è infine rivolto: “lei è stato talmente preso a controbatterci a noi che è stato poco attento a quello che facevano coloro che le stavano a fianco. Se non instauriamo un clima nuovo da qui alla fine della consiliatura – ha concluso – il clima rischierà di essere perennemente velenoso”. 

 

G. TRIVELLONI  – Ancor più duro, se possibile, l’intervento del capogruppo dell’Udc, Gian Luca Trivelloni: “avrei preferito attaccare Leoni e l’Amministrazione solo sul piano politico, tenuto conto che anche su questo versante abbiamo molto da ridire. È stato rifatto il Corso ma sono stati stralciati i soldi per piazza Garibaldi e piazza Cairoli. Sono anni che si parla del Teatro Artemisio ma dopo continui annunci e proclami allo scadere della consiliatura il teatro è ancora li. Non parliamo poi del piano mastodontico sull’ecomostro in piazza Donatori del Sangue: si è perso tempo prezioso quando avevamo un terreno sotto la Villa che si poteva acquistare a due soldi, dando una risposta seria e concreta alla esigenze di cittadini e commercianti. La città – ha aggiunto il capogruppo uddiccino – pagherà caramente queste scelte scellerate”. Trivelloni ha poi criticato duramente la scelta del Pd di aver indetto una conferenza stampa in concomitanza  e nella stessa sede dove si sarebbe dovuto svolgere il consiglio comunale: “è gravissimo quanto accaduto, ma hanno capito tutti che si era congegnata la cosa confidando sul fatto che nel primo pomeriggio la commissione di garanzia si sarebbe dovuta pronunciare definitivamente, dando così la possibilità di mettere in piedi una conferenza mediatica nella quale far passare Leoni come un martire e i due possibili epurati come i carnefici. L’assessore si è dimesso solo perché è stato attaccato? – ha aggiunto ancora Trivelloni -. Ma se capita a tutti di esserlo? Persino al nostro Sindaco….O ci sono invece responsabilità vere, reali? Avevamo chiesto a Leoni di ammettere le sue colpe e chiedere scusa in consiglio, ma non l’ha fatto. Ed ora di quale macchina del fango viene a parlarci? La colpa – ha concluso il capogruppo dell’Udc – non è di chi fa gli esposti, visto e considerato che quando si viene a conoscenza di certe cose che non si ritengono giuste si ha il dovere di farle presenti”. 

 

FABIO D’ANDREA – Duro l’intervento di Fabio D’Andrea (Pdl): “c’è un tentativo inaccettabile di voler mettere la testa sotto la sabbia. Stanno emergendo cose che forse neppure i consiglieri di maggioranza sapevano e tante altre ne arriveranno. Leoni ha parlato di incarichi antecedenti, relativi a semplici sanatorie: ma questo è falso. Ci sono ampliamenti, costruzioni di nuovi fabbricati, ristrutturazioni e quattro direzioni di lavori:  sono ben 37 i documenti tirati fuori dal Dirigente di settore e la cosa scandalosa della quale io mi indigno è stata la posizione assunta ieri dal Sindaco, che non ha proferito parola alcuna quando è stato preso dai fondelli dal suo assessore. Se fosse stato un mio assessore, caro Sindaco, e mi avesse mentito 37 volte, io – ha concluso D’Andrea – Leoni l’avrei preso a calci nel sedere”.

 

DE SANTIS – Particolarmente atteso l’intervento di Franco De Santis, decano dell’aula consiliare e da diversi mesi ex consigliere del Partito Democratico: “le bugie – ha esordito – hanno sempre le gambe corte. La cosa grave è che si tenti di giustificare un qualcosa di ingiustificabile, mettendo in mezzo atteggiamenti altrettanto ingiustificabili, come se buttando nel calderone altri si restituisse una patente di correttezza a qualcuno. La responsabilità, tuttavia, non è solo di Leoni ma dell’Amministrazione e di chi ha la responsabilità della Giunta. Purtroppo – ha aggiunto De Santis – sta diventando una regola quella di affrontare le questioni basandosi su bugie e non per caso le ho definite, senza false ipocrisie, delle menzogne”. Paragone illustre quello tirato fuori dal consigliere del Gruppo Misto: “Clinton non fu posto sotto accusa per quanto fatto, ma per averlo negato più volte. Abbiamo tentato più volte di richiamare alla correttezza amministrativa quest’Amministrazione, ma siamo rimasti inascoltati e i nodi, prima o poi, dovevano venire al pettine. Tuttavia quando a questo stato delle cose ci si arriva così tardi i danni diventano enormi. In un momento storico in cui tutta l’Italia pretende da chi governa trasparenza e correttezza, certe bugie – ha concluso De Santis – sono inaccettabili”.

 

ROLANDO CUGINI – Laconico il commento di Rolando Cugini, capogruppo del Movimento Popolare Veliterno: “il caso Leoni rappresenta purtroppo solo una minima parte dei conflitti d’interesse che sussistono nel nostro Paese. C’è però una norma ben precisa che vieta ai professionisti di avere incarichi nell’ambito dell’urbanistica e dei lavori pubblici e se le dimissioni, come è avvenuto, arrivano solo dopo il coinvolgimento della Prefettura sono assolutamente tardive”. 

 

Proprio in chiusura sono arrivati i due interventi di Fabio Taddei e Vincenzo Bagaglini, i due consiglieri piddini accusati di aver tramato il piano ordito ai danni del compagno di partito.

 

VINCENZO BAGAGLINI – “Avrei voluto fare un altro tipo di intervento – ha premesso Bagaglini – ma dopo aver ascoltato le parole di Cestrilli debbo sottolineare come sia un dovere di un amministratore lavorare al meglio. E’ opportuno precisare che non si contesta o giudica una persona dal punto di vista umano mettendone in discussione unicamente la compatibilità nell’esercizio della sua attività. Se l’assessore ha dei meriti per quanto svolto – ha aggiunto Bagaglini – nessuno glieli toglierà mai. Tuttavia se l’incompatibilità c’è, e non lo stabiliamo certamente noi, la stessa rimane sino in fondo ed allora non è il caso neppure di parlare di macchina del fango. Nella conferenza stampa di ieri più che sulle motivazioni e le colpe che stanno dietro alle dimissioni si è preferito accusare chi si è ritenuto l’artefice di certe accuse, con chiaro riferimento a me e Taddei. Se lei, con la sua mole, caro Sindaco, è riuscito a portare in città tre consiglieri regionali, poi rimasti in silenzio, vuol dire che così poco noi non contiamo. Ieri in commissione di garanzia si sono tirati addosso delle sedie, solo perché voi state facendo delle forzature inaccettabili, che un partito del genere dovrebbe evitare. Era chiaro che ieri vi eravate apparecchiati il tavolo per festeggiare e la conferenza stampa era basata proprio sulla speranza che ci avrebbero fatti fuori.  Detto questo non è comunque in dubbio l’operato dell’Amministrazione, visto che noi non abbiamo mai votato contro un bilancio e mai pensato di fare un atto di sfiducia: questi sono gli atti concreti. Pertanto non possiamo essere accusati di nulla, anche se resta il fatto che se  questo è il sistema di amministrare secondo le regole del Partito Democratico forse ha ragione il nostro segretario Luca Masi: ‘meglio stare in un altro partito’!”.

 

FABIO TADDEI – Di pari livore l’intervento di Fabio Taddei, che ha rammentato ai presenti le modalità con le quali è venuto in possesso dei documenti da lui ritenuti “scottanti. Non volevo credere a conflitti di interesse di tale portata. Quando ho chiesto chiarimenti al dirigente Albertini l’ho fatto per sincerarmi che tutto stesse nella regolarità, ma con mio stupore ho appurato che non si parlava di sanatorie, ma di nuovi fabbricati, di demolizioni e ricostruzioni. Carta canta, cari colleghi, e mi chiedo come si possa dire che tutto ciò non è vero. Nessuno sostiene che Leoni abbia male operato come Assessore, ma neppure si può trattare come un delinquente un consigliere che denuncia certe cose. Se un consigliere viene a conoscere certi aspetti cosa dovrebbe fare? Dirle o far finta che non esistano? Sono mesi che siamo tacciati come delinquenti da eliminare al più presto. Alla commissione di garanzia abbiamo portato pile di documenti che non sono stati neppure visti, tenuto conto che ancora si ragiona in base a componenti e correnti. Noi – si è avviato alla conclusione Taddei – dobbiamo essere eliminati, lo si è capito, ma ancora non abbiamo capito in base a quale articolo del regolamento ciò avverrà”. 

 

da.le.

SEGUIRANNO NUOVI AGGIORNAMENTI SU TUTTI GLI ALTRI PUNTI ALL’ORDINE DEL GIORNO TRATTATI DURANTE LA SEDUTA CONSILIARE.

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