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L’IGIENE DENTALE – GUIDA ALLA SCELTA DEL DENTIFRICIO

dentifricio

TIPOLOGIE DI DENTIFRICIO

 

Dentifrici al fluoro – dentifrici anticarie

Tra gli ingredienti comuni a praticamente tutti i dentifrici, il fluoro è sicuramente quello più conosciuto. Questo minerale ed i relativi sali rimineralizzano lo smalto dei denti e svolgono un’azione antibatterica, prevenendo la carie. Il fluoro non viene aggiunto come tale ma sottoforma di sali solubili, come fluoruro sodico, potassico e stannoso.

Il fluoro presente nella bocca ha la capacità di penetrare gli strati più superficiali dello smalto e legarsi agli ioni calcio che formano l’idrossiapatite, ancorandoli insieme in modo da renderli più resistenti allo sfaldamento da parte degli acidi della placca.

L’utilizzo di paste dentifrice fluorate comporta una riduzione della formazione di nuove carie del 33,3% rispetto al placebo di controllo.

I gel al fluoro e i dentifrici speciali con un alto contenuto di fluoruro sono particolarmente adatti alla profilassi intensiva della carie e al trattamento dei colletti sensibili. Generalmente questi prodotti vengono utilizzati una volta alla settimana a complemento dell’igiene orale quotidiana. In casi speciali, possono essere applicati tutti i giorni per un periodo limitato. Concordare l’uso di questi prodotti con il medico dentista o l’igienista dentale.

Nota bene: per l’igiene orale dei bambini al di sotto dei sei anni è consigliabile non usare dentifrici contenenti fluoro in concentrazioni superiori a 500 ppm (parti per milione). Il rischio è che il bambino deglutisca la pasta dentifricia, assorbendo eccessive quantità di fluoro e soffrendo quindi della cosiddetta fluorosi. Questa “intossicazione” da fluoro si manifesta con cambiamenti estetici e funzionali dello smalto dei denti, nonché nei casi più gravi con problemi analoghi a livello delle ossa.

Dentifrici a base di idrossiapatite

Come accennato nel paragrafo precedente, l’idrossiapatite è una componente naturale di ossa e denti, che agisce creando una barriera fisiologica contro ipersensibilità, placca, tartaro e carie. I dentifrici a base di idrossiapatite possono quindi essere usati per rinforzare lo smalto dei denti.

Dentifrici antiplacca

Contengono sostanze con azione antibatterica diretta o indiretta, e come tali prevengono l’eccessivo accumulo di placca. Tra queste ricordiamo il cloruro di sodio (sale da cucina), che stimola la produzione di saliva (in cui sono normalmente contenute sostanze tamponanti ed antibatteriche), lo iodio (con azione antibatterica), e sali di metalli, come lo zinco, lo stagno e l’alluminio (che induce precipitazione di proteine con formazione di una pellicola protettiva sul cavo orale). Nel dentifricio antiplacca possono anche essere aggiunti enzimi, come lattoperossidasi, glucosiossidasi ed amiloglucossidasi, che ostacolano la proliferazione batterica nel cavo orale.

 

DENTIFRICI ANTISETTICI

A differenza dei precedenti (commerciali o cosmetici) sono dentifrici antiplacca contenenti sostanze medicamentose o principi attivi ad azione antisettica diretta. Devono essere prescritti dal dentista o dall’igienista dentale ed utilizzati secondo specifiche istruzioni, per periodi di tempo limitati. L’agente chimico disinfettante ed antiplacca per eccellenza è chiamato clorexidina; tuttavia, è raccomandabile non usare dentifrici contenenti clorexidina per periodi troppo lunghi, a causa delle possibili alterazioni cromatiche dello smalto.

Altre sostanze antisettiche, indicate per il controllo della placca batterica e per la cura dei problemi parodontali, sono rappresentate dal triclosan, dalla sanguinaria, dal tibenzenio idouro e dai sali di ammonio quaternari.

Dentifrici antitartaro

Ingrediente caratteristico dei dentifrici antitartaro è rappresentato dai pirofosfati, che hanno la funzione di impedire la precipitazione di sali di calcio. L’associazione tra pirofosfato e sale di calcio si è rivelata ancor più utile nel prevenire la calcificazione della placca batterica.

Dentifrici sbiancanti

Generalmente, questi prodotti contengono detergenti e microsfere a bassa abrasività, che rimuovono per contatto e strofinamento le pigmentazioni esterne dei denti, causate da alimenti e bevande, fumo, placca e tartaro. In base al livello di abrasività, alcuni di questi prodotti possono essere usati quotidianamente, mentre altri devono essere alternati a dentifrici di uso comune.

Dentifrici desensibilizzanti (contro denti e gengive sensibili)

Contengono perlopiù sali di fluoro e idrossiapatite, eventualmente coadiuvati da cloruro di stronzio, nitrato di potassio e zinco citrato. Anche il triclosan, oltre ad un importante azione antiplacca, viene usato con successo in presenza di gengiviti. Lo scopo di questi dentifrici è quello di rimineralizzare smalto e dentina, per rendere i denti meno sensibili al caldo, al freddo, ai dolci o agli acidi.

Per sfruttare al meglio la loro azione, dopo aver effettuato la pulizia dei denti come consuetudine, si posiziona con un dito una piccola quantità di dentifricio vicino alla gengiva, schiacciandolo sul lato esterno e sul lato interno dei denti sensibili. Dopo aver lasciato agire il prodotto per qualche minuto, lo si espelle senza risciacquare.

Un altra categoria di sostanze attive, in grado di salvaguardare la salute delle gengive e delle mucose del cavo orale, è quella dei cosiddetti filmogeni, come delmopinolo, complessi lipofili ed hexetidina, agente anestetico locale, astringente, antiplacca e deodorante. Durante l’uso di questi dentifrici si forma un film lipofilo che si deposita su denti e gengive proteggendoli meccanicamente.

 

Cosa troviamo dentro un comune dentifricio?

Acqua – Sostanze abrasive: carbonato di calcio, fosfato di calcio diidrato o anidro, silici, silicati e gel silicati disidratati. Hanno azione pulente e lucidante.
Materiali umettanti e lubrificanti: glicerina, sorbitolo e polietilenglicole. Hanno la funzione di trattenere l’umidità e di impedire l’indurimento del dentifricio a contatto con l’aria. Leganti ed  addensanti: per prevenire la separazione degli ingredienti solidi da quelli liquidi, vengono utilizzati glicerina e derivati della cellulosa.
Detergenti come il sodio lauril sulfato e la cocamidopropil betaina: sono impiegati per formare la schiuma e asportare le sostanze rimosse con lo spazzolino, che rimangono inglobate nelle bollicine.
Aromi: diverse sono le sostanze che vengono aggiunte al dentifricio, come mentolo, timolo, menta piperita, cannella ed altri oli essenziali.
Dolcificanti acariogeni: sorbitolo (ha anche funzione conservante), saccarina e xilitolo (ha anche funzione antiplacca). Sostanze funzionali come fluoro, idrossiapatite, clorexidina.  

 

a cura del Dott.Paolo Di Martino, Igienista Dentale

Via di Torre Morena, 83 Roma Tel. 333-1120433

igienedent@paolodimartino.com

www.igienedentale.com

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