POLITICA

ARICCIA, LIBANORI E CIANFANELLI SE LE DANNO DI SANTA RAGIONE

Ariccia

L'esponente dell'Udc Giovanni Libanori, che ha invitato il Sindaco Cianfanelli a dimettersi

“L’orchestra continua a suonare come se nulla fosse, mentre la nave cola a picco. Siamo nel Titanic? No, ad Ariccia!”.

Una frase eloquente, quella che ci arriva da un nostro lettore ariccino, in una lettera nel quale ha fatto un bilancio poco decoroso di quanto sta avvenendo nel suo paese e nell’Italia in generale.

Il pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale, che ha annullato la proclamazione a Sindaco di Emilio Cianfanelli, ha in fondo aperto squarci inattesi, che nell’immediato futuro porterebbe all’ipotesi sempre più concreta di un clamoroso Commissariamento.

In discussione la vittoria di Cianfanelli nel ballottaggio dello scorso maggio, quando l’attuale Primo cittadino ariccino ebbe la meglio sul suo sfidante, Roberto Di Felice, distanziato di appena 32 voti. Pesanti le accuse che si levarono già a partire dalla sera dello spoglio, con gli sconfitti che preannunciarono un ricorso che ha prodotto i suoi effetti proprio in questi ultimi giorni, col Tar del Lazio che ha accolto le motivazioni presentate, sentenziando l’annullamento dell’atto di proclamazione degli eletti. Cruciale, a questo punto, sarà capire cosa si cela dietro le motivazioni dei dispositivi di sentenza, che dovranno far luce sull’intera vicenda.

Tante le reazioni che la vicenda ha suscitato. Veemente quella di Giovanni Libanori, membro della direzione provinciale dell’Udc ed ex consigliere del Comune di Nemi, che aveva appoggiato Roberto Di Felice, sfidante di Cianfanelli, alle elezioni amministrative del 2011. Libanori ha così commentato la decisione del TAR: “Cianfanelli è stato delegittimato. Deve dimettersi”. Sebbene Libanori tenda a sottolineare il suo approccio garantista: “Quanto è avvenuto ad Ariccia è troppo grave perché Cianfanelli non ne prenda atto e faccia un passo indietro. In attesa che si concluda l’iter giudiziario, per rispetto della cittadinanza, deve lasciare l’incarico”. “Benchè tutta questa vicenda ci renda tristi per lo stato in cui versa certa politica nel nostro territorio, siamo soddisfatti che il TAR abbia accolto i nostri ricorsi ed Emilio Cianfanelli, continuando a definire le nostre accuse pretestuose, offende il lavoro di un collegio giudicante che ci ha dato ragione”. Inoltre Libanori è molto critico soprattutto nei confronti delle accuse mosse all’Udc da Cianfanelli: “in passato ha attaccato vari nostri esponenti locali, dal segretario Pietro Di Lazzaro al consigliere comunale Gianluca Staccoli. Noi non siamo disposti ad accettare accuse da qualcuno cha ha dimostrato di non avere rispetto per la sua stessa cittadinanza. Noi non difendiamo alcun interesse economico e tengo a sottolineare che il nostro incontro sul Piano Casa si è reso necessario proprio in virtù della decisione dall’Amministrazione comunale di Ariccia, rappresentata da Cianfanelli, di cassare in toto la Legge Regionale sul settore edilizio”. E Libanori prosegue: “il nostro unico ed esclusivo interesse sono i cittadini di Ariccia che, oltre ad essersi visti negare tutti i vantaggi previsti dal Piano Casa, non meritano che la loro città continui ad essere amministrata in modo inadeguato”. Libanori conclude così: “ci auguriamo che il Prefetto voglia procedere al commissariamento di Ariccia in tempi brevissimi, prima della pubblicazione della sentenza integrale del TAR, prevista per il prossimo 19 marzo, per il bene del Comune e di tutta la cittadinanza”.

Non s'è fatta attendere la replica del Sindaco Cianfanelli, che non ha alcuna intenzione di gettare la spugna

Non s’è fatta attendere la reazione piccata del Primo cittadino, che ha ribattuto colpo su colpo alle accuse dell’esponente uddicino. “Non conosciamo Giovanni Libanori – esordisce il Sindaco in una nota -, sappiamo solo che è il figlio di Franco Libanori esponente della vecchia DC e mio amico, e che ha la fama di essere nella sua Nemi un ‘ammazzasindaci’.

Io non penso a dimettermi perché sono stato eletto dai cittadini di Ariccia in maniera trasparente e le irregolarità formali, di cui ancora non abbiamo le motivazioni dal Tar, hanno portato anche, per alcune di esse, all’apertura di un’indagine penale. Questo dà la misura di quanto questa sia una brutta vicenda, una pagina nera per Ariccia, dove grandi interessi edilizi provano a sovvertire per via giudiziaria una maggioranza votata e voluta dai cittadini. Riceviamo infatti continui attacchi perché su Ariccia i giovani rampolli scesi in campo con Di Felice sono legati a interessi edilizi per migliaia di metri cubi di cemento. Rimaniamo sereni, perché in tutto questo noi non c’entriamo nulla.

Tengo poi a precisare che io non ho mai insultato il Vice Presidente Ciocchetti, anzi, sono stato io oggetto di pesanti attacchi nel corso dello scorso convegno promosso dall’Udc sul Piano casa. Convegno organizzato da Ciocchetti e dal suo membro del consiglio provinciale non credo per questi interessi edilizi, ma per il bene della comunità ariccina che noi per primi, e da sempre, intendiamo tutelare da inutili cementificazioni a vantaggio di pochi costruttori, cementificazioni che ai nostri giovani e alle nostre famiglie non danno una reale soluzione abitativa. In ultimo  – continua Cianfanelli – leggendo la sollecitazione che Libanori junior fa al Prefetto, invitandolo a commissariare Ariccia, l’unico commento che posso fare è che a lui manca  l’autoironia del suo più famoso padre il quale ha avuto il merito di essere eletto e non nominato. Crediamo che si prenda troppo sul serio, è il caso che si valuti con più rigore”.

 

 

dl

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