Attualità

VELLETRI, L’ASSURDA SITUAZIONE DEL NODO DI SCAMBIO

nodo di scambio

di Pier Luigi Starace

Faccio seguito ad un mio primo intervento di censura, denuncia ed appello alla mobilitazione popolare contro la sconcia messa fuori servizio  dei bagni pubblici della stazione e del nodo di scambio di Velletri, e di quelli delle linee Roma-Velletri, Roma-Cassino e , almeno per quanto riguarda Cisterna, Roma-Napoli, perpetrata da Trenitalia o sigle associate o dipendenti.

Mi risulta che il sindaco Servadio si sia mosso con decisione contro questo abuso offensivo e pericoloso per la salute pubblica, ricevendo come risposta che agli utenti di  Trenitalia le latrine dei vagoni bastano ed avanzano.

Ignorando  questo “argomento” , che rivela, in chi lo propone, l’odiosità di giudicare superfluo un servizio necessario nel mondo civile e d’ignorare che spesso le latrine “viaggianti” sono anch’esse “serrate”, o prive di riserva idrica, o luride per difetto di manutenzione,   ritengo bisogni rispondere, come suggerivo, con la denuncia per interruzione di pubblico servizio, che vengo ad ulteriormente motivare, contro il superficiale, troppo comodo, pericolosissimo “argomento” dei giustificatori dei sequestratori li latrine se non sul piano etico ( perché ci sono anche questi a Velletri) su quello legale: “nella stazione comandano loro, e fanno quello che gli pare”.

Il suolo nazionale, anche in quelle porzioni di esso affidate ad un ente, pubblico, privato o pubblico-privato, non perdono, con ciò, l’attribuzione di esser parte di quello nazionale, regionale, provinciale, comunale. In pratica l’ente al quale è stata concessa tale porzione continua ad essere responsabile di ciò che in essa, con essa o per essa fa o non fa, massimamente quando questo fare o non fare sia legato a pubblici interessi.

Il semplice fatto che, a quanto mi risulta, né Stato, né Regione, né Provincia, né tanto più Comune siano stati consultati, o almeno preavvertiti della decisione unilaterale della chiusura  delle latrine, il fatto che Trenitalia o chi per essa non si sia degnata, come in qualunque Paese civile, di affiggere uno straccio di avviso con uno straccio di motivazione, come se fossimo tutti analfabeti, anzi, bestie, iscrivono a pieno diritto, anche nel metodo, questa decisione, alla categoria degli atti autocratici.

Autocrate, come si vantava d’essere per esempio lo zar di Russia, è uno che comanda da solo, sentire nessuno e senza guardare nessuno, ciò che è l’essenza dell’antidemocrazia. O, se volete, un atto assolutistico, di chi, cioè, si ritiene sciolto, libero da qualunque controllo a qualunque livello.

Talmente libero da disinteressarsi del fatto che qualcuno, vistosi, in forza della sua decisione, costretto ad espletare i propri bisogni dietro qualche albero della stazione, o dietro il nodo di scambio  o fra i binari morti si senta trattato, ancora una volta, esattamente come una bestia.

 

Notizie dell’ultim’ora : come avevo previsto, ma prima di quanto pensassi,  Trenitalia ha annunciato di voler procedere lunedì 1 aprile ( e non era un pesce) alla “muratura” delle latrine, per eternare la loro messa fuori servizio. A questo punto, con un salvataggo a scivolone sulla linea bianca, l’assessore ai beni comuni Sergio Andreozzi è riuscito a contattare un ingegnere ferroviario che ha sospeso questa enormità, e si è dichiarato disponibile a concertare una soluzione nella quale la “povera” Trenitalia morettiana non sia lasciata sola, ma possa essere supportata dal comune veliterno, e magari, visto che c’è di mezzo il nodo di scambio, anche dal COTRAL.

Staremo a vedere se e quando vi si addiverrà, in attesa della moltiplicazione, nella e nelle vicinanze della stazione,  delle tracce visibili ed annusabili che questa serrata sta provocando, e che daranno un benvenuto o un arrivederci sempre più percepibili a chi arriva a o parte da Velletri.

 

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