Attualità

POESIA – ALLA MONDADORI LA NUOVA OPERA DI MARIA LANCIOTTI

MARIA_LANCIOTTI

Deve essere stata davvero una terra che bestemmia amore quella dalla quale Maria Lanciotti ha attinto per sfornare un’altra delle sue opere che stanno già riscuotendo gli apprezzamenti convinti di critica e lettori. Un repertorio nutrito e variegato fa di questa scrittrice una delle punte di diamante assolute nell’intero panorama letterario del nostro territorio. Nata a Roma nel 1942, la Lanciotti è anche apprezzata giornalista pubblicista, collabora con periodici di attualità e cultura e da qualche tempo onora dei suoi scritti anche la redazione e i lettori di ‘Castelli Notizie’.

Artista eclettica ha al suo attivo numerose pubblicazioni fra libri di narrativa, raccolte di versi e testi per il teatro. E’ presente su antologie e riviste culturali e con Anterem Edizioni nel circuito nazionale di ricerca poetica. Per la sua produzione letteraria ha ricevuto significativi riconoscimenti, tra cui Premio C.A.PI.T., Emily Dickinson, Spazio Donna, Città di Salò, Lorenzo Montano. Alcuni dei suoi testi sono stati utilizzati per l’allestimento di eventi multimediali.

L’ultima sua creazione, ‘Questa terra che bestemmia amore” (EdiLet), verrà presentata nell’ambito di ‘Incontro con l’autore’, presso la Libreria Mondadori di via Pia, a Velletri, sabato 14 aprile, alle ore 17.30. Il reading sarà curato da Roberto Pennacchini e Antonella Fede; dialogherà con l’autrice Michele Tortorici, docente e poeta.

In quest’opera è come se Maria Lanciotti avvertisse la necessità di deporre in giudizio sui temi che tratta o, più ancora, di lasciare su di essi una testimonianza come quelle che gli scienziati cercano di confezionare e di lasciare appunto “alla terra” per tramandare gli aspetti più significativi della nostra storia millenaria: per dare confini (de-finire) e senso alla dimensione del tempo.

Un appuntamento davvero da non perdere.

Nota critica a cura di Marco Onofrio:

Testo suggestivo e potente fin dal titolo “Questa terra che bestemmia amore” traguarda e per molti versi raggiunge una dimensione poematica, che sostiene e raccorda i versi in un quadro forte, coerente, di grande unità. Ne viene un libro organico, intessuto con cura e sagacia, aperto su molteplici direzioni: storica, sociologica, antropologica, umanistica…

C’è questo senso disperante di crisi, di fine, di invettiva, di bestemmia d’amore da opporre come unica e forse ultima risposta al mondo che va in frantumi, alla deriva del nonsenso… ma anche la scintilla inestinguibile di una speranza che sempre risorge dalla tenebra, come la forza della nuova stagione – ogni anno – dal cuore stesso della natura: nonostante l’uomo”.

 

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