Attualità

Genzano, ‘SeL’ ripulisce Villa Antonini da erbacce e sporcizia!

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di Federica TETTI

 

Un complesso monumentale, tra i più interessanti e grandiosi dell’area dei Castelli Romani, che potrebbe riservare ancora sorprendenti ritrovamenti è invaso da erbacce e sporcizia: calcinacci, vetri frantumati, vecchi infissi, materiali plastici, vecchi sanitari e materiali di scarto della vecchia campagna di scavo, sono stati raccolti domenica pomeriggio durante l’operazione lampo promossa dal circolo di Sinistra Ecologia Libertà di Genzano. Tanti rifiuti lasciati dall’inciviltà dei cittadini a cui il circolo di Sel ha risposto e suon di  falce, accette e buste.

“Non dobbiamo accettare rassegnati questa situazione se gli enti preposti non si adoperano per pulire l’area – ha dichiarato Roberto Silvestrini, coordinatore del circolo di Sel di Genzano, commentando il piccolo blitz ecologico -.  La valorizzazione dei beni culturali , che a Genzano non si limitano solo alla Villa Sforza Cesarini, è uno dei nostri cavalli di battaglia. L’amministrazione, dopo aver fatto una bellissima festa di primavera all’interno del Parco Sforza, lascia all’incuria altri pezzi importanti del nostro territorio. Anche avendo rinnovato una campagna di scavi, per cui verrà di nuovo la Montclair State University del New Jersey a continuare il lavoro fatto l’anno scorso, ci sono ancora i rifiuti della precedente ricerca archeologica. Tagliare oggi pomeriggio l’erba è solo un gesto simbolico, per sottolineare che c’è un lavoro da fare e per gettare la luce su un pezzo di territorio abbandonato a sé stesso, che invece vorremmo fosse valorizzato in altro modo. Tutti i siti di importanza storica e archeologica dei Castelli Romani, dovrebbero essere messi in rete con politiche intercomunali, non è adesso e non lo  è mai stato. Purtroppo siamo ancora lontani da un sistema tale”.

“La cornice è parte essenziale per l’acquisizione dell’opera da parte della coscienza – ha aggiunto alle parole di Silvestrini, Luigi uno dei dieci giovani coinvolti – Così scrive Cesare Brandi nel suo Teoria del Restauro, un libro studiato in tutte le facoltà del mondo. Oggi abbiamo fatto un primo passo per dare alla nostra villa la cornice che merita, abbiamo rimosso un anno di vegetazione per poter riavere una visuale del manufatto, e per restituire un senso ed una dignità alla casa di Antonino Pio, Marco Aurelio, Commodo. Dobbiamo fare di più e di meglio per sfruttare tutte le potenzialità del nostro territorio”.

Alla fine del lavoro finalmente dalla strada si rivedeva il complesso archeologico. Ora la villa è incorniciata da due tabelle esplicative, riguardanti la storia, lasciate a testimonianza dell’ operazione svolta e in segno di buon auspicio affinché in futuro questo sito venga valorizzato al meglio e possa rientrare in un circuito storico archeologico, al  momento lontano.

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