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SPIRAGLI SUL SAN RAFFAELE: IL TAR HA ANNULLATO IL DECRETO 62

sentenza tar

Le porte della Clinica San Raffaele di Velletri potrebbero a breve riaprirsi, i corridoi ripopolarsi e i reparti riempirsi di nuovo di pazienti amorevolmente curati. No, non è un sogno dei tanti dipendenti costretti a trasferirsi altrove, ma lo scenario che si potrebbe aprire dopo la sentenza del Tar (depositata proprio nelle ultime ore) che ha accolto la richiesta del Comune di Velletri di annullare il tanto contestato decreto 62 col quale la Regione Lazio ha messo in atto la sua parziale revisione della rete ospedaliera, con conseguenze anche sulla clinica della via dei Laghi.

Per il Tar quanto deciso dal Commissario alla Sanità della regione (carica ricoperta dalla stessa Polverini) è stato illegittimo, con conseguenze che a questo punto potrebbero essere davvero clamorose, tanto più che dalla sentenza del Tar emergerebbe il grave danno inferto alla sanità cittadina, privata di colpo di numerosi posti letto.

“L’impugnato decreto n. 62 del 27 luglio 2011 – si legge nella sentenza – appare illegittimo nella parte in cui, approvando l’allegato Accordo quadro consente la riassegnazione di 225 posti letto, prima accreditati presso la Casa di cura San Raffaele Velletri (nel distretto H3) presso il San Raffaele Montecompatri, anch’esso facente capo al gruppo San Raffaele s.p.a. ma allocato in altro distretto sanitario”.

“Tale operazione – si legge ancora – ha sottratto un ingente numero di posti letto al distretto sanitario H3, che aveva già subito una riduzione di posti letto (25 nelle strutture pubbliche e 89 in quelle private accreditate) per effetto della riorganizzazione dell’offerta sanitaria della rete ospedaliera operata con il decreto commissariale 80/2010”.

“Ritenuto che il trasferimento dei posti accreditati presso una struttura (nella specie, la Casa di cura San Raffaele Velletri) ad altra struttura (nella specie, il San Raffaele Montecompatri), dichiaratamente disposto al fine di evitare il licenziamento del personale occupato presso la prima struttura, poteva avvenire solo congruamente motivando e dimostrando che tale operazione non avrebbe creato alcun problema sanitario presso il distretto H3, traducendosi altrimenti in atto adottato in palese sviamento di potere e considerato che nell’impugnato decreto non si fa alcun cenno all’analisi dell’impatto del disposto trasferimento dei posti letto da un distretto ad altro, il ricorso deve essere accolto con conseguente annullamento, nei limiti dell’interesse, della delibera del Commissario ad acta n. 62 del 2011”.

Di conseguenza il “Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Quater) pronunciandosi sul ricorso lo accoglie e per l’effetto annulla, nei limiti dell’interesse, la delibera del Commissario ad acta n. 62 del 2011”.

Si attendono ora gli sviluppi di un caso che ha calamitato per svariati mesi l’attenzione dell’opinione pubblica, con una mobilitazione generale che ha visto diversi esponenti della politica locale far la spola con Roma per cercare di bloccare un epilogo che si è poi inevitabilmente materializzato. Quando per molti le speranze sembravano sopirsi è giunta però una sentenza che potrebbe cambiare definitivamente le carte in tavola, sino a ristabilire il precedente status quo.

Nel frattempo riceviamo una nota di Bruno Astorre, vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, che denuncia come “centinaia di lavoratori del San Raffaele di Montecompatri sono senza stipendio da circa due mesi. Una situazione insostenibile, che mortifica una struttura importantissima per la sanità laziale, che, grazie al personale altamente qualificato, si sta affermando come centro d’eccellenza per la riabilitazione nei Castelli Romani. Ai lavoratori in protesta da giorni va tutta la mia solidarietà. La Regione Lazio non stia a guardare: intervenga al più presto per risolvere questo problema ed effettui i trasferimenti necessari”.

Una conferma, l’ennesima, di quanto questo piano di riordino sanitario, almeno nei Castelli, abbia lasciato dietro di se pesanti strascichi. Necessaria, a questo punto, una immediata revisione.

Felicitazione è stata nel frattempo espressa dal Sindaco di Velletri Fausto Servadio, sin dall’inizio in prima fila nella battaglia in tutela della sanità locale: “accogliamo con piacere la sentenza del Tar – ha dichiarato il Primo cittadino -, consapevoli della bontà delle nostre ragioni. Andremo avanti con la solita determinazione, fino a che quella che abbiamo sin dall’inizio ritenuto una vera e propria ingiustizia non verrà sanata”.

 

dale

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