POLITICA

Il drammatico appello dei lavoratori del San Raffaele: ‘pronti a gesti estremi’

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Il Comitato per la Difesa del San Raffaele vive con forte preoccupazione il trascorrere delle ore che dividono oltre 4000 tra pazienti e operatori dal disastro totale e chiede aiuto a tutte le forze politiche ed alle parti sociali. Lo fa con una nota stampa che sa di appello finale, quasi un’ultima spiaggia dinanzi al dramma lavorativo che stanno vivendo tante famiglie, nonchè all’ennesimo colpo alla sanità locale che verrebbe inferto in queste ore.

“Abbiamo la sensazione di essere stritolati in una morsa – si legge dalle parole diffuse dal Comitato -. Siamo alla disperazione! Da una parte c’è il Gruppo San Raffaele che ha denunciato con forza di non essere più in grado di continuare a garantire l’assistenza ed il lavoro a causa dei gravi ritardi nei pagamenti e della mancata attuazione del provvedimento commissariale di riorganizzazione delle attività sanitarie delle 13 strutture laziali; dall’altra parte abbiamo la Regione Lazio con i dirigenti con potere di firma tutti in ferie e la Presidente Polverini troppo distratta dal mare e dai libri di Capalbio. Presidente Polverini sveglia: manca poco più di un giorno al punto di non ritorno! Noi diciamo basta alla pachidermica lentezza dei funzionari dell’Assessorato alla Salute della Regione Lazio e al non governo della sanità laziale. Siamo stanchi di proclami e slogan volti ad intorpidire i cittadini nel tentativo di fare passare sotto silenzio i disastri procurati al nostro sistema sanitario e al tessuto economico e sociale del Lazio. Presidente interrompi le tue ferie e quelle dei tuoi dirigenti. Vieni immediatamente in soccorso dei 4000 tuoi cittadini. Il nostro orologio sta per concludere il giro. Scongiura gesti estremi che molti degli operatori sono pronti a fare in una situazione di così grave incertezza economico – finanziaria che non dà alcuna prospettiva a chiunque oggi dovesse perdere il proprio posto di lavoro. Molti di noi hanno già ricevuto minacce di distacco delle utenze. Le banche vogliono togliere casa a chi di noi ha un mutuo e gli affittuari ci vogliono mettere alla porta. Che diciamo ai nostri figli? Il Coordinamento ti aspetta per incontrarti, certo di potere dare un contributo forte della esperienza diretta di noi operatori sanitari e dei pazienti che aderiscono al nostro Comitato”. 

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