POLITICA

La Birindelli a Marino: “valorizzeremo i progetti di agricoltura sociale”

Birindelli

L’intervento dell’assessore Birindelli

 «E’ evidente la sfida culturale che l’agricoltura sociale porta all’intera società, in una fase di profondo ripensamento di un modello di welfare centrato sulla ospedalizzazione dei servizi socio sanitari, modello che è unanimemente ritenuto non più sostenibile».

 Angela Birindelli, assessore alle Politiche Agricole della Regione Lazio intervenuta oggi a Marino al convegno «Il sociale incontra il territorio» organizzato in collaborazione con la Consulta dell’Handicap del Comune di Marino dall’assessorato alle Politiche Sociali guidato dall’avvocato Remo Pisani, esprime la posizione della Regione e la sua disponibilità a promuovere e sostenere l’agricoltura sociale.

 «E’ per me un grande piacere – ha detto l’Assessore ringraziando il sindaco Adriano Palozzi per l’invito – parlare qui oggi di un tema importante come lo stretto rapporto che intercorre tra il sociale e il territorio, un contesto che coinvolge in maniera forte anche il settore dell’agricoltura con grandi prospettive di crescita e sviluppo per le aziende agricole e di reale sostegno alle comunità rurali».

 «L’agricoltura sociale – ha sottolineato – costituisce per le aziende laziali una delle opportunità più interessanti per la diversificazione del reddito e per la creazione di servizi rivolti ai cittadini con relativi profili di vantaggio fiscale. Aperte ai temi della sostenibilità ambientale come l’agricoltura biologica, la coltivazione biodinamica, il ricorso alla filiera corta e lo sviluppo dell’energia verde, le esperienze delle aziende rurali del Lazio collocano la nostra regione tra le più vivaci nel campo dell’agricoltura sociale. In una guida curata in collaborazione con l’Arsial – ha aggiunto – si attesta la capacità delle aziende agricole del Lazio di innovare, introducendo nella propria attività un ventaglio di offerte nei servizi alla persona quali terapie assistite con animali, pratiche terapeutiche, formative, didattiche e inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati»

 Dall’ indagine, riferisce la Birindelli, emerge come il settore della cooperazione sociale sia maggiormente rappresentativo, seguito dalle aziende e cooperative agricole, dalle associazioni e da strutture di natura pubblica come istituti penitenziari, case circondariali, aziende sanitarie locali.

 Il primato nel Lazio è detenuto dalla Provincia di Roma, con la sensibile domanda di servizi proveniente dall’area metropolitana della Capitale e, a seguire, Viterbo, con particolare riferimento alla sfera delle attività didattico-ricreative rivolte ai giovani e alle famiglie.

 «E’ impegno dell’assessorato alle Politiche Agricole – ha affermato la Birindelli – valorizzare i numerosi progetti di agricoltura sociale presentati nell’ambito della progettazione integrata territoriale, sviluppando una relazione tra agricoltura, sanità, e servizi sociali in un quadro di regole certe per colmare il gap delle aree svantaggiate che, al ritardo di sviluppo, aggiungono anche una minor qualità del welfare locale».

 Lo Stato Italiano e le Regioni, informa l’assessore, operano sulla scorta di priorità riferite alla valorizzazione degli interventi in Agricoltura Sociale. Con riferimento al Lazio, il PSR 2007/2013 (programma regionale di sviluppo rurale) presenta numerosi elementi a sostegno dell’agricoltura sociale.

 

Il sindaco di Marino, Adriano Palozzi, con l’assessore regionale Birindelli

«Tra tutti  – ha evidenziato – l’attenzione va posta sull’asse III del POR FES 2007/2013 che individua come obiettivi la diversificazione delle attività delle aziende agricole e il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali».  «Il Psr del Lazio – ha spiegato ancora l’assessore – introduce ulteriori strumenti a sostegno dell’agricoltura sociale, attraverso l’innovativa formulazione dei pacchetti omogenei di misure mentre al Consiglio regionale è in atto l’iter di approvazione della proposta di legge che disciplina l’agricoltura sociale e le fattorie didattiche intensificando la rete dei servizi sociali nelle aree rurali».  «In ultimo – ha concluso – la possibilità per i Comuni di associarsi in forma di Distretto al fine di programmare, in collaborazione con gli altri soggetti pubblici e privati operanti sul medesimo territorio, il quadro degli interventi e dei servizi sociali da realizzare nell’arco di tre anni. Questo – ha ribadito – nell’ottica di un’ agricoltura sociale che contribuisce al miglioramento del livello di qualità di vita e di benessere della popolazione, ridefinendo un modello di welfare di comunità che sia frutto della valorizzazione e del rafforzamento delle reti e relazioni sociali prodotte dal e nel territorio».