POLITICA

Velletri – Colpo di scena dalla Commissione Regionale del Pd: Taddei e Bagaglini dall’espulsione a vita alla sospensione per ‘soli’ 2 anni

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 Colpo di scena nella vicenda relativa all’espulsione dei consiglieri Fabio Taddei e Vincenzo Bagaglini dalle fila del Partito Democratico. C’era attesa, e tanta, per la decisione della Commissione di Garanzia Regionale, chiamata a confermare la cancellazione dal registro degli iscritti dei due ex piddini. Una ratifica che sembrava scontata e che pure non ha mancato di riservare clamorose sorprese, a partire dalla decisione della commissione regionale, nella seduta del 4 luglio di <<ritenere necessario, all’unanimità, un supplemento d’istruttoria acquisendo tutta la documentazione in possesso della Commissione provinciale, dopo che i componenti della commissione hanno chiesto chiarimenti al Presidente evidenziando il comportamento non all’altezza della funzione tenuto dalla Commissione provinciale e che si ritiene che nell’ambito del provvedimento finale debba essere stigmatizzato>>. Una bacchettata non da poco, quindi, quella riservata ai colleghi della  Provinciale da parte della Commissione Regionale presieduta dall’ex Presidente della Regione Lazio, Piero Badaloni. Non un caso, allora, che nel corso della riunione del 27 luglio emerga una ‘sentenza’ diversa nella forma e, per certi versi, anche nella sostanza: la cancellazione dal registro degli iscritti non è più definitiva ma viene limitata all’anno in corso e a quello successivo (2012 e 2013). La sanzione stabilita dalla Commissione provinciale viene allora commutata e mitigata e non c’è più neppure traccia delle motivazioni dure e ben definite che avevano portato all’espulsione a vita. I commissari bacchettano anzi i ricorrenti per <<non aver attivato le procedure di garanzia previste dallo Statuto volte a garantire i diritti degli iscritti e tali da superare le situazione lamentate dagli stessi,  rivolgendosi direttamente alla stampa>>. Quanto alle <<insinuazioni e le accuse mosse dai ricorrenti circa la produzione di atti falsi, presunte violazioni del Codice Etico o notizie di reato sono irricevibili in questo procedimento>>, quasi a voler rimandare ad altra sede la loro eventuale discussione.

E’ nel passaggio immediatamente successivo che la Commissione Regionale si spinge oltre, dando mandato <<al Presidente di formulare un invito alla segreteria provinciale affinché in vista delle elezioni amministrative di Velletri previste per la primavera del prossimo anno, dispieghi ogni iniziativa utile a recuperare un clima di serenità o collaborazione che consentano, al Partito di Velletri, di affrontare al meglio la sfida elettorale>>.

Più che un’espulsione da match calcistico, quindi, quella di Taddei e Bagaglini si è tramutata in un’espulsione da pallanuoto, limitata ad un periodo temporale ben preciso, prima del possibile ritorno in campo. Il tutto, restando alla metafora sportiva, con l’unica differenza che la squadra del Pd potrà continuare a disputare il match a ranghi completi, mentre i due espulsi, a differenza dei pallanotisti, non avranno probabilmente alcun piacere né voglia di ritornare in campo con la canotta bianco-rosso-verde del Partito Democratico veliterno (atteggiamento che crediamo essere senz’altro reciproco). 

In un comunicato stampa Luca Masi, segretario cittadino del Pd, esprime comunque la sua soddisfazione, pur senza far menzione della sostanziale riduzione della pena: “solo per ricordare di chi parliamo – rimarca Masi – cito uno dei passaggi della Commissione: <<evidenzia la fondatezza delle accuse mosse dal Segretario della Federazione provinciale di Roma a carico dei ricorrenti (Taddei e Bagaglini), rilevando negli stessi un grave pregiudizio politico incompatibile con la normale dialettica politica, che ha ingenerato le iniziative che hanno indubbiamente arrecato un grave danno d’immagine al partito>>. Mi domando se questo può bastare – continua il segretario piddino – o se ancora dobbiamo rincorrere i due consiglieri che non hanno alcuna compatibilità con il partito poiché cercano solo di affermare le loro posizioni senza ascoltare quelle degli altri. Quale segretario del partito – continua ancora Masi – ho agito nell’interesse di tutti e il loro allontanamento non è frutto di un accanimento personale ma dalla presa di coscienza della loro, totale, incompatibilità a partecipare a una qualsiasi forma associativa. Per dirla alla velletrana: ‘o si fa come dicono loro o noi tutti siamo degli incapaci’ Il Pd è un partito serio, fatto di regole e i pronunciamenti della due Commissioni disciplinari (Provincia e Regione) confermano le nostre posizioni”.

Quasi un paradosso, l’ennesimo in questa vicenda, che proprio quel ‘o si fa come dicono loro o noi tutti siamo degli incapaci’ sia peraltro lo stesso identico ritornello che da mesi i due consiglieri dissidenti (ai quali con epiloghi diversi si è spesso affiancato anche Franco De Santis) vanno ripetendo appiccicandolo però in testa al Sindaco Servadio e ai vertici del partito. Certi che sulla faccenda, neppure ora che vi è stato posto il sigillo, si arresteranno le polemiche, riportiamo un comunicato col quale i due ex consiglieri piddini (ora confluiti nel Gruppo Misto) proprio qualche giorno fa anticipavano l’ormai imminente decisione della Commissione regionale. “Solo per aver espletato il mandato ricevuto dagli elettori e aver contraddetto in maniera forte, metodi, atti e scelte scellerate, poco chiare e deleterie per il pubblico interesse (vedasi ecomostro, mega centri commerciali a Viale Oberdan ed altre nefandezze simili), siamo stati posti illegittimamente in stato di accusa da una classe dirigente mediocre che ha un unico dogma: aggraziarsi il potente di turno e il potente di riferimento. A questo stato delle cose, noi ci siamo opposti con forza. Poco importa il deliberato sezionale od il giudizio di tale soggetti. Resta invece l’orgoglio di avere fatto la cosa giusta e gli interessi della città che rappresentiamo. Altri, invece, dovrebbero provare vergogna, visto che il 14 settembre ci è giunta una email dell’ On. Piero Badaloni attuale presidente della Commissione di garanzia regionale del Pd, la quale recita così: <<La Commissione Regionale si è espressa in merito al Vs. ricorso in data 27 luglio 2012. Il verbale contenente tale decisione sarà approvato nella seduta del 19/09/2012. Pertanto smentisco qualsiasi voce in merito e stigmatizzo comportamenti tesi a diffondere notizie strumentali, dopodiché il tutto diventerà pubblico. Con cordialità. Piero Badaloni>>. “La nota – continuano Taddei e Bagaglini, andando ben oltre – smentisce quindi quanto dichiarato da Masi, il 25 luglio alle ore 18.54, quando inviò sms ad alcuni membri del partito scrivendo che la commissione regionale aveva respinto il nostro ricorso all’unanimità.  Secondo il suo dire la Commissione di garanzia regionale del Pd aveva confermato quanto deciso dalla Commissione di garanzia provinciale del Pd, cioè la nostra espulsione per sempre dal Pd”. I due contesterebbero allora una presunta comunicazione che attesterebbe che della definitiva espulsione se ne sarebbe parlato già un paio di giorni prima della riunione della commissione regionale. Al di là del fatto che il segretario piddino possa avere avuto doti da veggente o più semplicemente avesse interpretato quanto ai più sembrava ormai scontato (pur se non è realizzatosi poi nelle proporzioni previste ed auspicate), viene da sperare che entrambe le fazioni possano guardare oltre questa faccenda che ha spesso costretto il partito, e talvolta un consiglio comunale intero, a sprecare tempo prezioso per dirimere beghe personale e lotte intestine. Al setaccio di questa storia restano solo gli strascichi di vendette incrociate che hanno avuto come unico frutto quello di far aver fatto luce su situazioni e temi ancora poco chiari; unica consolazione per due fazioni che potendo tornare indietro allungherebbe forse quella mano rimasta a lungo ritratta, quando allungarla avrebbe portato ad una pace che sa ormai di utopia.

Da.Le.

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