POLITICA

Velletri – Consensi trasversali per il dott. Natale Di Belardino. Lui non si tira indietro: “ripartiremo, tutti insieme, dalla società civile”

L'intervento del prof. Natale Di Beladino

 

 

di Daniel Lestini

 

In attesa che vengano formalizzati i rinforzi al civico ospedale, dove ci sono persone, lui per primo, costrette a lavorare anche per 14 ore al giorno, pur di assicurare un’assistenza continua e di qualità, per il dottor Natale Di Belardino l’investitura a candidato a sindaco della città di Velletri si fa sempre più concreta. Quasi una formalità, se non fosse, appunto, che il condizionale è legato a garanzie troppo importanti per essere prese alla leggera. Non intende cedere il passo il noto cardiochirurgo veliterno, la cui presa di coscienza dello stato comatoso dell’ospedale va di pari passo alla presa di coscienza di una città, la sua, da risollevare nella sua totalità, partendo proprio dal versante della sanità, fino ad arrivare ad ogni altro settore in ballo.

L’ennesimo tassello nell’opera di ideazione e costruzione della Velletri del futuro è stato posto nel tardo pomeriggio di venerdì 18 ottobre, quando a Velletri sono approdati i vertici degli organi sovracomunali dell’Udc, a partire dal vicepresidente del Consiglio regionale, Luciano Ciocchetti, per arrivare al segretario provinciale Michele Pagano. Ad aspettarli una nutrita flotta degli uddicini veliterni, da anni asse portante nell’intera provincia romana per traino e bacino di voti. Non un tappeto rosso, quello stesso dai tanti intervenuti, che hanno auspicato una presa di coscienza da parte della politica romana, chiamata a riconoscere i meriti e la fedeltà del gruppo veliterno, conscio che il momento di veder riconosciuti i frutti del proprio apporto sia ormai compiuto. Un premio che dovrà essere incarnato dalle migliori fortune di Lamberto Trivelloni, in procinto di candidarsi nuovamente al consiglio regionale, se non addirittura per un posto nel Senato della Repubblica, permettendo così all’intera città di Velletri di colmare (in entrambe i casi) una decennale lacuna.

Un pomeriggio iniziato su queste basi e terminato solo nella tarda serata, in un tavolo di lavoro che si è allargato a tutto il ‘Progetto Città di Velletri’, prima di ‘emigrare’ all’interno dell’azienda ‘Frutti Felici’, il top in fatto di eccellenze locali. Non uno di quei mega cenoni, quindi, che insieme all’affissione selvaggia si è già detto che verranno banditi, ma un momento di convivialità garantito proprio dal titolare della nota azienda di kiwi, quel Gianluca Di Felice fortemente impegnato nell’opposizione all’Impianto di Compostaggio della vicina Lazzaria (dopo l’ennesima dettagliata esposizione di Edoardo Corbucci,  presidente dell’Ordine degli Agronomi di Roma, Ciocchetti ha esclamato un “con tutti i vincoli che ci sono è certo che non si farà” che non lascerebbe spazio a fraintendimenti).

Al bando, quindi, conti a quattro zeri saldati poi da questo o quel partito, al bando la guerra dei manifesti, al bando persino la politica urlata.  Condizioni primarie, poste proprio dal possibile candidato al sindaco, uno che dà tutta l’idea di badare al sodo e di preferire alle urla la condivisione di un metodo che si fondi sulla pacatezza, sul savoir-faire e su quella dose di ottimismo che può derivare solo dalla consapevolezza del dover e saper fare.

 

IL CANDIDATO DI TUTTA LA CITTA’ – Non un caso, allora, che (come avrà modo di ribadire lo stesso Di Belardino) già Lamberto Trivelloni, al secondo piano della sezione di Piazza Cairoli, abbia ribadito che <<Natale non è il candidato dell’Udc, ma dell’intera città di Velletri, rappresentando le persone che non si sono mai spese in politica o che non vi si impegnavano da tempo. Se molte di loro non si sono mai impegnate, in tal senso, un motivo ci sarà ed è arrivato il momento di fargli spazio, incarnando appieno le virtù della competenza e della professionalità. Uno come Di Belardino – ha aggiunto Trivelloni – ha tutto per rendere protagonisti i suoi concittadini e far decollare la sua città>>.

Concetti ripresi ed articolati anche dal dottor Gaetano Lattanzio, il nuovo segretario in pectore, dai più conosciuto e stimato per il suo ruolo di primo piano nella clinica Madonna delle Grazie. <<Chi decide di impegnarsi politicamente in un periodo così delicato – ha detto – va stimato e incoraggiato il doppio di quanto non avverrebbe normalmente. Credo fermamente in una politica sana, una politica che si apra ai giovani, al loro entusiasmo e alla loro vitalità. Di Belardino – ha concluso Lattanzio – ha tutto per far bene e sono certo che costituirà l’asse portante di un progetto che calamiterà consensi da destra e da sinistra>>.

Non una passerella quella del segretario provinciale Michele Pagano, spronato a far da megafono ad una Velletri che “deve e vuole contare di più”. <<Da questa città – ha dichiarato Pagano – ha avuto inizio un progetto che è di esempio a tutta la provincia, se non oltre. Un progetto che si fonda su persone per bene, desiderose di impiegare il proprio tempo per il benessere della città in cui vivono. La parola ‘trasversale’, spesso criticata, può allora essere utilizzata in termini positivi, perché in certi momenti c’è bisogno dell’apporto e del consenso di tutti. In un contesto del genere il Sindaco è l’entità ‘interpartes’, quella che si pone come raccordo tra tutti i cittadini che vogliano riacquisire la dignità di essere considerati tali, in una città con servizi all’altezza e nella quale tutto si fondi sui valori di riferimento, a partire da quelli che provengono dalla dottrina cristiana”. Non è mancato un richiamo ai fattacci che hanno portato allo scioglimento del consiglio regionale, ma Pagano ha urlato, forte e chiaro, l’orgoglio di un partito che <<ci tiene a fare dei distinguo. Non siamo tutti uguali: da Ciocchetti a Forte, passando per tutto il gruppo consiliare, nessuno ha mai avuto a che fare con le faccende di chi si ritrova ora dove lo hanno relegato. Si deve ripartire, con ancor più forza e determinazione di prima, e lo si deve fare accelerando una Riforma elettorale che riteniamo indispensabile. E’ il momento di dire basta al listino dei nominati dalla politica; si deve tornare al proporzionale col sistema delle preferenze, sia in regione che in parlamento. Noi non abbiamo paura – ha aggiunto tra gli applausi -. Siamo pronti a votare anche domattina, ma siamo consci dell’importanza di riformare la legge elettorale: basterebbe convocare un ultimo consiglio regionale, cosa fattibile, che desse il via libera alla tanto attesa riforma”.

 

UN PROGETTO CHE VADA OLTRE VELLETRI  – Un vero e proprio attestato di stima e di incoraggiamento per i mesi a venire è arrivato a Lamberto Trivelloni da parte di Gioso Pirolozzi, già comandante della Polizia Penitenziaria presso il Carcere di Velletri: <<la capacità di aggregazione di Lamberto va sottolineata e lodata; è suo il merito se questa sera, come in tante altre circostanze, siamo così tanti. Al segretario Pagano e ai vertici nazionali del partito chiediamo che a Lamberto e a Velletri venga dato un segno tangibile, che rappresenti persino un riconoscimento per quanto fatto in questi anni da lui e dal nostro gruppo. Se avrò la certezza che si sta costruendo qualcosa a livello sovracomunale che garantisca il bene della città – ha aggiunto Pirolozzi – andrò ancora una volta in giro con entusiasmo, portandomi appresso appena un panino…Tuttavia, dopo aver garantito migliaia di voti per anni, vogliamo che si passi ai fatti e si mettano da parte le chiacchiere>>.

Concetti rispolverati anche da Tonino Galli, che ha ribadito la leadership di Velletri come serbatoio di voti per il partito dell’Udc. <<Non vogliamo rimanere ancora nel surgelatore, visto che la gente, a ragione, chiedere maggiore rappresentatività oltre i confini della città, in un periodo di sfiducia e disamore collettivo. Non viviamo di sole elezioni, ma di tutto quanto avviene dopo, ed è in quel momento che per i cittadini va fatta la differenza, dando risposte che non siano quelle mancate nel passato. Velletri non merita un ruolo di subalternità e siamo sicuri che, con Di Belardino in città e Trivelloni in altre sfere, questa volta ci toglieremo tante soddisfazioni. Prima ci caricheremo il peso come un asino, confidando in un progetto che si fonda proprio sullo spessore umano e professionale di un candidato al di sopra di ogni sospetto>>.

Gran parte delle osservazioni di Pirolozzi e Galli sono state poi riprese da Silvio Bonanni. L’ex consigliere comunale è andato oltre: <<in un periodo del genere si deve andare oltre il concetto di centrodestra, allargando il raggio d’azione ad un’area moderata che si fondi su un progetto dalle basi solide, in cui il candidato è si un neofita della politica, ma è anche un personaggio eccellente, al di sopra delle parti, su cui nessuno può dire nulla>>.

 

I MOTIVI DI UN AVVICINAMENTO – Reduce dalle schermaglie del consiglio comunale, pure Franco De Santis, decano dell’aula consiliare, ha voluto dire la sua, svelando i prodromi del suo convinto apporto al ‘Progetto Città di Velletri’ e a quell’area moderata in cui lui, da ex democristiano e dirigente della Margherita, non si sente affatto costretto: <<il contrasto insanabile con l’Amministrazione in carica – ha premesso per spiegare l’autoallontanamento dal Pd – è dovuto alla mancata ottemperanza al programma elettorale. Non possiamo essere dipinti come quelli che hanno abbandonato il partito che li ha eletti – ha aggiunto includendo nel discorso anche Vincenzo Bagaglini e Fabio Taddei – visto che il nostro patto non era con Fausto Servadio ma con gli elettori, la cui fiducia era vincolata alla condivisione di un programma. Il partito, è sotto gli occhi di tutti, non ha ottemperato al patto assunto con gli elettori e non restava che prenderne atto. Al di là di questo – ha allargato il tiro De Santis – abbiamo precorso i tempi, visto che quella che si profila all’orizzonte è la stagione del superamento degli schematismi ideologici, in un periodo storico in cui la nazione va salvata e anche la città va risollevata. Che il ‘Progetto Città di Velletri’ si sviluppi e si realizzi con profitto: non certo per la nostra gioia, ma per quella di tutta la città. Un programma già c’è – ha concluso -, e sono le indicazioni che provengono dal candidato, che ha preteso una campagna elettorale all’insegna della sobrietà e delle cose concrete, con pochi punti ma tutti pienamente fattibili>>.

Il terzo degli ex piddini a prendere la parola è stato Vincenzo Bagaglini, che ha esordito <<cercando di integrare>> quanto già sostenuto da chi l’ha preceduto. <<Siamo orfani di un grande progetto, è vero, un progetto al quale avevamo fortemente creduto e che è stato smaccatamente tradito. Un progetto che aveva richiamato il grande consenso della società civile, poi presa in giro e messa da una parte. Quando ci si fa beffe di un programma – ha aggiunto riferendosi ancora all’Amministrazione Servadio – e si deroga da quanto precedentemente messo nero su bianco, andando oltre il bene della città, come nel caso del parcheggio Multipiano in piazza Donatori, allora emerge la nostra anima ribelle, di difensori degli interessi del popolo e non di quelli di chi detiene il potere. Ci siamo opposti a tanti progetti oscuri – ha aggiunto Bagaglini tra gli applausi – e lo abbiamo fatto con limpidezza, orgoglio, passione, camminando sempre a schiena dritta, in un partito che invece di ricondurre il ragionamento a livello di sezione ha riportato tutto su scala mediatica, con l’intento di distruggerci>>. <<Al di là di una pagina che abbiamo ormai chiuso, dopo averne letto e capito gli effetti nefasti per la città, siamo orgogliosissimi di partecipare ad un progetto politico che guardi agli interessi dei cittadini e che è ben proiettato anche oltre il territorio. Andiamo orgogliosi di una figura come quella di Di Belardino, convinti che la politica si faccia con le persone pulite, per bene, che operino con buon senso e attraverso scelte ragionate. Noi ci metteremo tutto l’impegno e le capacità di cui disponiamo, nella convinzione che alla città occorranno un cambio di rotta e di passo non più rimandabili>>. Più tardi, nel consesso meno informale dell’intimo proscenio di via dei Cinque Archi, Bagaglini ha rispolverato un tema a lui tanto caro, quello dell’artigianato, ancora una volta finito nel cassetto delle amministrazioni succedetesi da almeno due decenni a questa parte.  <<In un territorio del genere – ha dichiarato – si deve dare un sostegno tangibile a certe categorie, con interventi che diano risposte alle realtà produttive che investono sul territorio, garantendo al contempo occupazione. Sono convinto – ha concluso Bagaglini – di partecipare ad un grande progetto che non si limiti ad eleggere un sindaco che sostituisca un altro sindaco, ma che punti invece a rilanciare un territorio importante, che ospita realtà di valore>>.

“Il primo nemico dell’Amministrazione Servadio”: con queste parole ed in maniera certamente riduttiva rispetto alle sue competenze e capacità, è stato poi introdotto l’intervento del ‘Marco Polo veliterno’, Fabio Taddei, consigliere comunale passato per i Ds prima e il Pd poi. <<Non sono nemico di Servadio – ha subito svicolato l’attuale consigliere comunale confluito nel Gruppo Misto -, ma nemico di tutti coloro che si fanno beffe dei programmi, delle regole e persino del buon senso. In tanti hanno capito l’andazzo e se ne sono andati; chi prima, come la Lista Civica di Giuseppe Gentile, chi dopo, come noi. Il programma elettorale è stato messo da una parte e quando si dice di averlo rispettato in pieno si dà conferma di averlo totalmente accantonato e dimenticato. Altroché dialogo e trasparenza: siamo dinanzi a chi ha gestito il partito come fosse la sua azienda e noi i dipendenti della stessa. Io, per loro, sarei il delinquente che ha fatto dimettere l’assessore ai lavori pubblici, come se a sbagliare fossi stato io, io che ho solo denunciato a gran voce la campagna scatenata contro di noi, rei di non esserci appiattiti. E meno male che non c’era nulla per poterci attaccare, perché ci fosse stata solo mezza virgola a nostra discapito ora saremmo stati confinati a Lazzaria (nel carcere, ndr) e non qui. Arrivati a questo punto – ha aggiunto Taddei – vorremmo esser messi in condizione di poter fare del bene alla città, cosa che non è stato possibile nell’ambito di un’attività amministrativa troppo appiattita sugli interessi dei soliti noti. Finalmente sta emergendo una compagine con capacità e persone di buon senso e per me, che faccio campagna elettorale tutti i giorni, tutti gli anni, girando tra la gente e recependo le istanze e i suoi problemi, è fondamentale che vi sia capacità di ascolto e coesione. Nessuno si dimentichi che abbiamo il secondo centro storico del Lazio ed un territorio di 114 km2 che è pari a quasi tutto il resto dei Castelli Romani messi insieme. Un territorio che si può e si deve sfruttare diversamente, con lungimiranza e capacità. Tutti insieme ci riusciremo>>.

 

CIOCCHETTI: “E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI RIPARTIRE” – L’investitura in piena regola per Di Belardino è poi arrivata proprio da Luciano Ciocchetti, vicegovernatore e assessore all’urbanistica durante l’Amministrazione regionale guidata da Renata Polverini: <<il ‘Progetto Città di Velletri’ – ha esordito – mette insieme pezzi di società civile  che rappresentano parti eterogenee della città. Si intuisce già che sia un progetto vincente, che porterà in dote un nuovo modo di governare, con alla guida persone che metteranno al centro di tutto gli interessi della collettività. Diventare Sindaco di Velletri, cosa che sono certo accadrà, non creerà alcun problema a Di Belardino: le persone che gli vogliono bene sono tante e hanno diritto ad averlo nel doppio ruolo di colui che salva le vite e di colui che può rilanciare e dare un’anima a questa città, costruendo un progetto innovativo, indispensabile in un momento in cui l’antipolitica avanza e i partiti stanno chiudendo la ventennale esperienza di una Seconda Repubblica mai veramente nata. Oggi siamo nel punto più basso di un sistema che non è stato in grado di fare quello che la politica e i partiti, per antonomasia, dovrebbero fare: dare risposte sostanziali ai cittadini. Arrivati a questo punto è il momento di ripartire proprio da realtà come Velletri, con progetti civici che pongano al centro di tutto anche l’esperienza politica di chi proviene da realtà diverse. L’appello va rivolto a tutte le forze migliori di Velletri, in  grado di riunirsi intorno ad un uomo del calibro di Natale Di Belardino e di tutte quelle persone che credono davvero nella possibilità di dar vita ad un sogno che diventi realtà e sia in grado di chiudere non solo la pagina degli ultimi 5 anni di Amministrazione Servadio ma anche quelle precedenti, dove pure non sono mancate le negatività. Persone come Lamberto Trivelloni – ha proseguito Ciocchetti – hanno saputo fare un passo indietro per farne fare in avanti ad un progetto in grado di costruire un’alternativa vera, che sappia essere di esempio a tante altre città. Certe brutte pagine sono arrivate ai titoli di coda e a Velletri è giunto il tempo di rivoluzionare il modo di governare, garantendo servizi pubblici all’altezza e valorizzando l’attività agricola ed enogastronomica. Si tratta di una scommessa affascinante, da vincere insieme, a partire da me, che in questa città ho grandi radici. Ci si potrà riuscire solo ripartendo dai buoni esempi, come quello di questa azienda agricola, capace di saper portare i suoi frutti anche oltrefrontiera”.

 

G. LUCA TRIVELLONI: “OLTRE OGNI CONTRAPPOSIZIONE IDEOLOGICA” – A prendere la parola anche un emozionato Gian Luca Trivelloni, tra i personaggi più amati ed apprezzati dell’intero panorama politico veliterno, per quella sua capacità di sapersi dare anche solo con uno sguardo. Risaputa la sua voglia di impegnarsi e saper attrarre consensi dai tanti e il rispetto da ognuno, sinanche dai suoi avversari politici, che da sempre ne stimano i modi garbati e la lealtà nel saper lodare anche la controparte laddove ne ravvisi i margini. Non un caso Franco De Santis, poco prima, lo abbia citato come il vero ‘gancio’ di quel suo avvicinamento ad uno schieramento diverso da quello di provenienza. Non un caso, neppure, che tra gli applausi della sua gente il più giovane dei Trivelloni abbia iniziato il suo discorso sottolineando che <<questo progetto, che ha avuto inizio un paio d’anni fa, andrà oltre ogni sterile contrapposizione ideologica, visto che le brave persone sono da una parte e dall’altra degli schieramenti e il nostro impegno sarà quello di unirle, facendo in modo che diano un contributo fattivo alla nostra città. A due anni di distanza possiamo dirci soddisfatti di questa prima parte di lavoro: girando per la città il progetto sembra riscotere grandi consensi, anche in coloro che non ci hanno mai espresso i propri consensi. La gente sta dimostrando di aver compreso la natura del progetto e la nostra volontà di riunire tutte le persone di buona volontà, che con umiltà e passione vogliano mettersi all’opera per il bene di tutti. Per dare risposte si dovrà far rete, visto che nel mondo si contano sulle dita di una mano le persone che sanno fare tutto. Qui ci sarà bisogno di apporti di ogni tipo, partendo dagli amici di sempre, da Cugini alla Dal Borgo, passando per Iannuzzi e i suoi, per arrivare alla consigliera Ciarcia e a chiunque altro voglia dire la propria e metterci del suo. Ripartiremo anche dalla bontà, l’irruenza, il collante e la grinta di Lamberto, senza il quale tutto ciò non sarebbe stato davvero possibile”. Dal capogruppo uddiccino non poteva mancare un passaggio sull’Amministrazione in carica: <<non voglio entrare in polemica con Servadio e i suoi, visto che tutti sanno con quale approssimazione e arroganza sono state affrontate certe tematiche importanti. Purtroppo alcune questioni di fondamentale importanza non sono state mai trattate con la dovuta trasparenza e lo dice chi ha fatto opposizione persino a Bruno Cesaroni quando era in maggioranza, ritenendo che al di là degli uomini coinvolti alcune questioni erano totalmente sbagliate per la città:  se abbiamo dato addosso agli errori dell’Amministrazione Cesaroni, di certo Servadio non poteva pensare che fossimo più teneri con lui. Al di là di questo ci sono ottime probabilità di vittoria, ma per poter approntare un progetto serio e duraturo si deve interloquire e lavorare anche con altri parti politiche, non ultimo il Pdl e i moderati di sinistra. Ovunque – ha concluso Gian Luca Trivelloni – ci sono persone in gamba che vanno coinvolte in un progetto che sia inclusivo e non esclusivo>>.

Tra i convenuti ha poi preso la parola un emozionato Rolando Cugini, leader di quel Movimento Popolare Veliterno che proprio grazie al suo lavoro di diplomazia e alla sua amicizia col cardiochirurgo veliterno ha favorito l’intuizione di promuovere la discesa in campo di Di Belardino. Il ‘civico dei civici’, come l’hanno presentato alla platea, ha richiamato l’attenzione <<sull’importanza dei sogni. Il mio, essendo nato, pasciuto e vissuto in questo paese è quello di portare al governo della città una persona del calibro di Natale. Chi non lo conosce davvero non può sapere sino in fondo di che qualità dispone questa persona, già capace di attrarre intorno a se pensieri e componenti un tempo divise e sparpagliate. Una persona per bene, culturalmente prearata, a modo. Dei sogni – ha poi aggiunto Cugini rifacendosi alla visione onirica – prenderemo la parte più bella, quella di una politica che non si chiude in se stessa solo per il gusto di esercitare un potere ma sappia porsi a servizio dei cittadini. Noi che viviamo nel territorio riusciremo a valorizzare quello che la Giunta di sinistra non è riuscita a portare a termine, analizzando le cose che non vanno e lavorando per porvi rimedio. Non resta che sperare che Natale sia messo in condizione di sciogliere ogni riserva; dopodiché – ha concluso Rolando Cugini – noi tutti lo supporteremo a spada tratta, senza riserva alcuna>>.

 

L’INTERVENTO DEL DOTTOR NATALE DI BELARDINO – Continua, quindi, l’opera di ideazione e costruzione delle fondamenta della Velletri del futuro. Un progetto di inclusione politica e sociale che avrà nel dottor Natale Di Belardino il suo fulcro in vista delle Comunali della primavera del 2013. Le riserve, che pur il noto cardiochirurgo ancora non ha sciolto, appaiono ormai labili, e nel suo sguardo, sereno e convinto, oltreché nei suoi propositi schietti e mai banali, emerge tutta la voglia di non tirarsi più indietro dopo aver maturato il grande passo. Sarà lui il candidato a sindaco di una Velletri che guarderà al suo futuro senza più trincerarsi dietro le bandiere di una politica che ha fatto il suo tempo. Una Velletri che potrà lottare, con l’orgoglio e la fierezza della sua gente, per dare vita ad un programma elettorale il più possibile condiviso, in cui ognuno possa dare il suo contributo, senza distinzione di censo ne barriera ideologica o frapposizione sociale.

Il collante sarà lui, professionista meticoloso, vanto e orgoglio della Velletri che sa investire sui propri talenti e farli emergere.  Un Di Belardino che ha già dimostrato di parlare al cuore della gente, a quegli stessi cuori che quotidianamente contribuisce a tenere sotto cura. Continuerà a lavorare coi suoi pazienti ma potrà ambire a curare l’intera città, per dargli una nuova identità, un nuovo senso di se ed un decoro che si era ormai affievolito.

Al suo fianco un progetto il più possibile composito ed aggregativo, che abbraccerà gente di centro, di destra e di sinistra, andando oltre quegli steccati ideologici che tante barriere hanno creato, prima di affievolirsi una volta al potere, dove le distinzioni tra destra e sinistra, una volta anteposti i propri interessi a quelli della collettività, sono apparsi sempre più labili e meno distinguibili.

<<Ringrazio Ciocchetti – ha esordito – e con lui tutti gli altri per le belle parole spese nei miei riguardi. Spero che riuscirò ad essere il coordinatore di tanta gente che vuole creare qualcosa di buono nella nostra città. Tutto è nato da una chiacchiera informale con Rolando Cugini, Gaetano Lattanzio e Maurizio Cari; da lì ci si è mossi partendo dall’esigenza impellente di dare una risposta seria e decisiva alle emergenze sanitarie e la mia candidatura e il mio impegno partirà proprio da un rilancio definitivo della sanità. Non mi sento legato ad alcun partito, ma alla voglia di mettermi a disposizione per il bene della mia città, intorno ad un progetto aperto a chiunque voglia dare un suo contributo per migliorare la realtà dove tutti noi viviamo. Un progetto che dovrà avere l’appoggio di tutta la società civile, visto che è dalle sue esigenze e dall’apporto di ognuno che dovrà nascere il nostro programma, un programma il più possibile condiviso, che garantisca risposte nell’ambito della sanità, ma anche nei versanti dell’agricoltura, dell’artigianato, del commercio e del sociale, senza dimenticare lo sport, la cultura e tutti quei settori in cui ci si dovrà spendere con impegno e determinazione, senza risparmiarsi. Le nostre attenzioni saranno rivolte anche ad un Tribunale che non può essere abbandonato a se stesso e lavoreremo duro anche per migliorare la viabilità e il settore dei trasporti: quando andavo all’università ci mettevo quasi 2 ore per arrivare in facoltà e mi trovo a constatare con amarezza che non è cambiato poi molto da allora. Il tutto senza poter assolutamente dimenticare la tutela dell’ambiente, da non trascurare in un questo preciso momento storico>>. Al di là della premessa è quindi un Di Belardino che sa di essersi ormai calato nel rodeo, col fermo intento di riuscire a prendere il toro per le corna. Non un caso che al momento dei saluti guardi alla sua destra, a quella Regione che dovrà garantire risposte immediate per la copertura dell’Ospedale che tanto ama e per il quale tanto si è speso: <<intendo fare il medico e lavorare anche per il bene di questa città. Per riuscire ad attuare i nostri propositi è quindi necessario un impegno anche a livello regionale e la presenza di Luciano è fondamentale per tradurre nel concreto questi nostri propositi>>. Inevitabile, a questo punto, che nel nosocomio cittadino arrivi un primo rinforzo, preludio a tutto quanto di buono Di Belardino potrà fare per l’ospedale una volta prese in mano le redini della città.

 

 

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