Ci risiamo. In attesa che le locali tratte ferroviarie si distinguano per qualche aspetto positivo – al momento difficile da scovare anche col lanternino – prosegue la cronaca dei disservizi che, nel caso in questione, rientrano nell’alveo degli eventi che innalzano ancor di più la percezione del rischio: poco dopo le 16 di sabato 22 dicembre l’intera tratta ferroviaria che collega Roma con Albano è stata bloccata per un deragliamento del convoglio.
Tanta paura ma nessun ferito tra i viaggiatori, costretti a scendere e proseguire a piedi sino alla stazione albanense. Decisivo un cedimento strutturale delle rotaie, cosi come rimarcato dalla Polizia Ferroviaria di Ciampino, giunta sul posto insieme agli agenti della giudiziaria di Roma. L’incidente, che fa seguito a quello di lunedì 3 dicembre (LEGGI QUI’), sarebbe stato causato da un deragliamento di due ruote del convoglio di testa. In attesa che il treno venga rimorchiato e liberi i binari l’intero traffico ferroviario è stato bloccato, coi disagi che perdureranno quantomeno per la mattinata di domenica, quando si spera che tutto torni alla normalità. Per ovviare alla mancanza di corse si sopperirà con l’ausilio di autobus che collegheranno la stazione con Marino, dove si potrà arrivare a Roma sfruttando la presenza del doppio binario.
L’accaduto, unito a quello di inizio dicembre, si somma ai tanti disagi e disservizi che la tratta Albano-Roma colleziona con disarmante puntualità, senza peraltro far ‘meglio’ di quella che da Velletri giunge a Roma, anche questa tristemente nota per i ritardi colossali ed accadimenti che ben poco hanno a che fare con l’efficienza solo sbandierata dalle Ferrovie dello Stato. Pendolari esausti e poche alternative fanno da corollario ad un quadretto tutt’altro che incoraggiante. In un contesto del genere proprio il settore dei trasporti continua a rappresentare una evidente limitatezza per lo sviluppo dei Castelli Romani, stretti dalla morsa del traffico e dai tempi dilatati per i collegamenti con la Capitale.
da.les.
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