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Stazione ferroviarie piene di ostacoli per i disabili. Bene Frascati, male Cecchina e Lanuvio

barriere

STAZIONI FERROVIARIE DEL LAZIO: TRENITALIA E RFI DIMENTICANO I DIVERSAMENTE ABILI. SCARSA L’INFORMAZIONE E PESSIMA L’ACCESSIBILITA’ AI SERVIZI

Sono dati che non stupiscono, ma comunque inquietano, quelli che provengono da Codici, il Centro per i diritti del Cittadino, associazione nazionale di volontariato per la difesa dei consumatori attiva nel campo dell’usura, della sanità e della legalità. Recenti dati Istat affermano che la popolazione pendolare nel Lazio è pari al 48,2% e si colloca al di sopra della media nazionale (47%). Sono 2,5 milioni gli spostamenti giornalieri della popolazione residente così ripartiti: Roma con circa 1 milione e 800 mila; Latina con circa 227 mila, Frosinone con circa 214 mila, Viterbo con circa 125 mila e Rieti con circa 64 mila. Più precisamente, i cittadini che, a livello nazionale, ogni giorno si spostano in treno per andare a lavorare o studiare sono ben 2 milioni e 903 mila; più di 160.000 le persone che entrano ed escono quotidianamente dalla Capitale in treno.

Ma le notizie che raccontano di una situazione ormai al collasso sono all’ordine del giorno. Sono numerose le lamentele che i cittadini rivolgono al Codici sulle inefficienze che riguardano molte stazioni ferroviarie. Le carenze sono disparate e variano ovviamente  da stazione a stazione, ma di seguito sono elencate tutte quelle più citate dai cittadini:

·        segnaletica carente, a volte quasi del tutto assente;

·        difficoltà di reperimento delle informazioni utili per viaggiare;

·        scale mobili non funzionanti;

·        obliteratrici rotte;

·        mancanza di ascensori;

·        mancanza di personale a cui rivolgersi;

·        desolazione della stazione e della zona circostante;

·        sporcizia e incuria;

·        mancanza di servizi igienici;

·        mancanza di negozi, edicole, bar;

·        biglietterie chiuse, a volte inesistenti;

·        frequentazioni sospette delle stazioni.

 

Si colloca in questo ambito il progetto del Codici, “Informazione e stazioni senza barriere”, realizzato grazie al contributo della Regione Lazio – Direzione Regionale Trasporti. L’oggetto dello studio è rappresentato da infrastrutture ferroviarie (nella fattispecie le stazioni) gestite da RFI Spa (per la rete ferroviaria nazionale) e da materiale rotabile (gestito da Trenitalia Spa), distribuiti lungo le 8 linee ferroviarie denominate FR presenti sull’intero territorio della Regione Lazio (in allegato 1 le stazioni prese in considerazione).

Le rilevazioni effettuate sono inerenti la qualità dei servizi offerti a tutta l’utenza, relativamente alle informazioni e all’accessibilità. Le osservazioni sono state svolte presso le stazioni ferroviarie di Trenitalia S.p.a. e a bordo treno, prevedendo un’indagine conoscitiva basata sull’utilizzo del metodo del Mystery Shopping (letteralmente “acquisti in incognito”), pratica di marketing usata principalmente nell’ambito dei servizi, adottata dalle organizzazioni per tenere sotto controllo le proprie procedure, l’erogazione di servizi o la vendita dei prodotti e avere garanzia della soddisfazione dei propri clienti. La rilevazione è avvenuta attraverso la compilazione di tre schede riempite direttamente sul campo con l’intento di definire il livello di:

        qualità ed efficienza del servizio di infomobilità;

        accessibilità per i viaggiatori disabili;

        gestione e capacità del personale coinvolto nell’erogazione del servizio;

        comprensione delle reali esigenze dell’utenza, da parte del gestore.

 

In particolare, gli elementi osservati nel corso delle rilevazioni sono stati:

informazione circa i mezzi di collegamento con la stazione; sul parcheggio; informazione per contattare il personale della struttura e presenza di segnaletica di orientamento; indicazione di entrata alla stazione, indicazioni della biglietteria; dei rivenditori dei titoli di viaggio; diffusione dell’informazione sui ritardi, gli arrivi, gli orari del treno; indicazione circa il servizio reclami. L’osservazione della qualità dell’informazione si è realizzata anche a bordo treno: sono stati rilevati la presenza o l’assenza di monitor, di altoparlanti, la rintracciabilità, la riconoscibilità del personale di bordo, la competenza, la professionalità, l’efficacia del personale viaggiante ed il livello di corrispondenza tra l’informazione ricevuta e il servizio realmente erogato. Accessibilità e livello e qualità delle informazioni offerte all’utenza sono stati anche i criteri utilizzati per valutare la qualità del servizio erogato ai disabili: presenza di informazioni audio, indicazioni in braille, ect.

I dati ricavati dalla nostra indagine lasciano poco da sperare e confermano quanto segnalato dagli utenti: servizi carenti e scarsa informazione all’utenza; lacuna, questa che grava pesantemente anche sull’accessibilità ai servizi. In generale possiamo definire l’informazione all’utenza “a macchia di leopardo”, in prevalenza disorganica e lacunosa: la situazione a Nord della Regione è sicuramente meno tragica rispetto alle restanti zone del Lazio, seppur con i suoi limiti.

Nel 90% dei casi, infatti manca l’informazione base che serve, ad esempio ad un soggetto ipovedente o non vedente a raggiungere il treno, mancano le indicazioni in braille, sono assenti informazioni relative al livello di accessibilità per i disabili. Sul totale degli indicatori utilizzati nelle schede, soltanto l’informazione relativa alla diffusione dei dati inerenti l’arrivo, la partenza, il ritardo, la soppressione del treno e la chiarezza nell’erogazione di dette informazioni sono di livello pressoché buono quasi ovunque.

Nello specifico, tra le stazioni che hanno raggiunto complessivamente un punteggio elevato, troviamo Frascati (FR 4 –f), Bagni di Tivoli (FR 2), Civitavecchia (FR 5) e Formia (FR 7), ma rappresentano una sparuta minoranza.

Frequenti, al contrario, sono le stazioni che raggiungono appena la sufficienza, come Roma Tuscolana (FR 1) Guidonia – Montecelio (FR 2), Valle Aurelia (FR 3), Pavona (FR4 – v), Ceprano (FR 6), Pomezia (FR 7) e Lavinio (FR 8).

Se l’informazione per usufruire di un servizio è carente per i soggetti normodotati, la situazione peggiora per gli utenti portatori di handicap. Il disabile sembra, infatti, essere un soggetto sconosciuto alle ferrovie, in quanto viene ignorato nel suo diritto più elementare, quello della mobilità. Le stazioni precipitano ai livelli minimi di standard qualitativo quando si tratta di garantire l’accessibilità, sia alla stazione che al treno. Molto spesso manca l’informazione circa l’esistenza del servizio, per cui, presente o meno, mancando le indicazioni è facile che l’utente non se ne serva, da qui l’inaccessibilità. Dai dati emersi sembrerebbe che RFI e Trenitalia siano troppo poco attente a migliorare la qualità della vita di chi già di per sé è fortemente penalizzato

La palma d’oro dell’accessibilità spetta alla stazione di Ladispoli (FR 5) che ha ottenuto la valutazione “buono”. Ottimo risultato, sebbene non abbia raggiunto l’eccellenza. La stazione presenta infatti buone indicazioni e quindi presenza di dispositivi per contattare il personale della struttura, per muoversi all’interno della stessa anche per i soggetti con disabilità.

La voce dell’inaccessibilità viene condivisa da Monterotondo (FR 1), Tivoli (FR 2), Viterbo P.F. (FR 3), Lanuvio e Cecchina (FR 4), Pantanella (FR 4), Sezze Romano (FR 7), Padiglione (FR 8). Queste stazioni non garantiscono i livelli minimi di qualità del servizio. La stazione Padiglione, ad esempio, presenta un buon livello di accessibilità ai binari per le persone portatrici di handicap, un buon percorso tattile per i non vedenti. E’ pessima l’accessibilità dalla banchina al treno, non c’è un percorso tattile. Mancano le informazioni per il servizio igienico, anche in braille.

Tor Sapienza(FR2) è la stazione fantasma per eccellenza. Le informazioni per gli utenti disabili, e non, sono completamente assenti e, di conseguenza, anche l’accessibilità ai servizi è gravemente limitata. Un utente non vedente ha così serie difficoltà a raggiungere i binari (mancando il percorso tattile), non riuscirà a contattare il personale della struttura, perché sono assenti le indicazioni adeguate e il personale stesso.  L’accesso ai binari è gravemente compromesso ma, solo in questo caso, è presente il percorso tattile per non vedenti. Completamente assente la sala d’attesa, le informazioni per raggiungere i servizi igienici, le uscite di sicurezza. L’ascensore, nel momento in cui è stata effettuata la rilevazione, era guasto. A disposizione dell’utente disabile: una rampa di scale.

Pur sottolineando che al momento della rilevazione alcune delle stazioni esaminate, come quella di Cisterna di Latina e di Minturno (FR 7) erano sottoposte a ristrutturazione e che pertanto alle stesse si è attribuito un diverso valore ai dati finora raccolti, il quadro che emerge evidenzia un cliente lasciato solo (si pensi alla drammaticità della situazione per i numerosi disabili), senza indicazioni o ausili di alcun tipo (troppe le stazioni che, vandalizzate, non hanno più visto il ripristino del tabellone orario, della bacheca degli avvisi o, ancora, dei monitors), costretto dalle circostanze a rassegnarsi e quindi a rinunciare al treno o ad arrangiarsi (si chiedono informazioni su orari e ritardi ad altri viaggiatori!).

Dai dati a disposizione, troppo spesso emerge una situazione di totale inaccessibilità per i disabili, visto lo stato cronico di degrado e di abbandono in cui versano molte stazioni e l’insufficienza del servizio di informazione erogato a bordo treno.

Improrogabili ed urgenti, quindi, gli interventi strutturali e infrastrutturali che Trenitalia e RFI dovrebbero porre in essere per garantire alla clientela, in continua crescita ed evoluzione, un servizio che possa essere qualitativamente più efficace. Codici rivolge, infine, un appello alla Regione Lazio perché stipuli un contratto con Rfi affinché la gestione delle infrastrutture non avvenga in completo autogoverno ma sia, in qualche maniera, posta sotto l’osservazione e la vigilanza della Regione.

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