POLITICA

“Escono dalle porte ed entrano dai portoni” – Quel Pd che contesta il Pd

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Non solo rose e fiori per il Partito Democratico in vista delle Primarie per la scelta dei Parlamentari. Non tutti, infatti, stanno accogliendo di buon occhio queste Primarie ed addirittura in molti, come la maggioranza del Direttivo del PD di Fiano Romano, si sono mobilitati per ‘boicottarle’. Singolare che ciò avvenga proprio da chi del partito fa parte, nauseato dalla scelta di far partecipare anche alcuni dei consiglieri regionali che hanno fatto parte della consiliatura degli scandali. “Escono dalla porta ed entrano dai portoni” è lo slogan utilizzato per sottolineare come sia stato errato far partecipare alle Primarie dei Parlamentari i consiglieri regionali uscenti. “Non avrebbero dovuto presentarsi – hanno sottolineato – e tantomeno essere ammessi” (per restare ai Castelli spicca la candidatura di Bruno Astorre, già consigliere regionale in questi anni, nonchè vicepresidente del consiglio regionale, ndr). “Dopo lo scandalo della Regione Lazio è stata inviata una lettera aperta a Bersani e Gasbarra dai circoli del territorio con una chiara richiesta: ‘la non candidatura dei consiglieri uscenti del Lazio, a nessuna carica politica o amministrativa, per non aver adempiuto in modo coerente a quanto previsto nel Codice Etico’. Nella lettera era scritto: “lo scandalo è evidente e riguarda anche i nostri che hanno accettato, in una situazione in cui la maggioranza dei cittadini non riesce ad arrivare alla fine del mese, somme da capogiro per un lavoro autoreferenziale e senza alcun rapporto con il territorio”.

“Risultato – si chiedono quelli di Fiano e molti altri nel Pd del Lazio: nessuno si candida alla Regione Lazio, ma alcuni di loro  si candidano alle Primarie del 30 dicembre come Deputati. Le Primarie sono uno strumento democratico perché lasciano agli elettori liberà di espressione, ma finchè i Dirigenti non utilizzeranno anche il codice etico per la selezione dei candidati, il potere rimarrà in mano di pochi ed il voto sarà sempre merce di scambio per garantire favori a padre e figli, mogli, parenti e amici. Non si capisce perché è stato possibile a livello nazionale rinunciare a dirigenti di spessore come Veltroni e D’Alema e a livello locale alcuni dirigenti riescono ad essere candidati a cariche parlamentari con il solo peso del voto di scambio. Non pensiamo di poter modificare le decisioni in corsa, ma di dar voce ai cittadini coraggiosi e indignati, ricchi di speranza che non smetteranno mai di lottare per un Partito ed un futuro migliori”.

Non un segno dell’Italia che cambia quindi, come riportato sullo slogan delle Primarie, ma l’ennesimo segno di un’Italia soggiogata alle incongruenze e alle incoerenze dei partiti poltici, bravi a predicare bene ed altrettanto a razzolare male.

 

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