POLITICA

Regionali – Trivelloni, da Velletri con fiducia. E i moderati si mobilitano per lui

lamb segreteria

di Daniel Lestini

Dopo aver fluttuato a lungo, come neppure una zattera in alto mare, la data delle elezioni Regionali è stata finalmente fissata al 24-25 febbraio. Ancorata ad un molo che promette di resistere ad ulteriori scossoni, grazie alla inaspettata coincidenza con le Politiche.
Sovraffollamento e tensione che si taglia col coltello all’interno delle sezioni dei partiti, in molti delle quali ci si accinge a disfarsi frettolosamente delle targhe d’ingresso, sostituendo i vecchi coi nuovi loghi, quasi che mutare la denominazione e cambiando la grafica possa contribuire a ridonare all’etichetta sbiadita una verginità perduta.
In attesa di capire cosa, e chi, farà presa sugli italiani c’è anche chi procede a spron battuto e lo fa di gran lena, con le maniche rimboccate e lo sguardo proteso verso un orizzonte nel quale porsi nuovamente a servizio della propria comunità, in un ruolo che possa fare da raccordo tra le sue capacità e i bisogni dei territori rappresentati.

Per Lamberto Trivelloni – classe ’66 ed un fisico che ricordando quello appesantito degli ex pugili di Scampia quasi tradisce i contorni di un carattere notoriamente affabile e bonario – è il tempo di concretizzare quanto seminato in questi anni. L’occasione arriva a poco meno di 3 anni dall’ottimo responso delle Regionali del 2010, quando in sordina arrivò a sfiorare quota 5mila, non lontano da quello che allora sarebbe stato un successo clamoroso. Ci riproverà ora, nel 2013, e lo farà con molte più carte da giocare, ad iniziare da una credibilità che non è stata certo offuscata dalla debacle della Giunta Polverini, ma che si è anzi alimentata costantemente grazie ad un certosino lavoro diplomatico, compiuto giorno dopo giorno nella ramificazione territoriale della Capitale e del suo variegato hinterland.
Ma sarà proprio Velletri, città che gli ha dato i natali, la roccaforte sulla quale Trivelloni proverà a costruire il suo impero, provando poi a catalizzare su di se i consensi del resto del collegio. Che possa essere la volta buona lo si è capito dall’appeal generato in una recente riunione coi quadri di partito, impreziosita dalla presenza di numerosi amministratori e consiglieri comunali delle realtà che popolano l’eterogenea provincia romana. Tra i presenti anche il segretario regionale dell’Udc, quell’Antonio Saccone che non ha lesinato parole al miele per un Lamberto Trivelloni che ha definito “uomo leale e diligente, una persona perbene, seria e credibile, che confida in quello che fa e lo sa fare bene. Un candidato – ha aggiunto Saccone, portando anche i saluti del segretario nazionale Lorenzo Cesa, impegnato nel costruire i diktat dell’Agenda Monti per l’Italia – che non viene dal nulla e non è calato dall’alto, ma rappresenta al meglio l’espressione dei territori, emblema della volontà della gente di essere rappresentata da personaggi capaci di spendersi generosamente per il bene comune. E’ proprio su persone come lui – ha concluso Saccone – che Casini e Cesa mi hanno dato mandato di puntare, affinché si abbia un partito aperto, che non faccia da tappo a chi voglia dare un contributo. E chi più e meglio di Lamberto, cui c’è da essere grati per il coraggio e la determinazione che ci sta mettendo”.
A chi gli ha ricordato come per “eccesso di amore per i propri principi di lealtà, correttezza e rispetto della parola data” abbia “perso dei treni” che gli avrebbero già consentito una fulgida carriera politica, Trivelloni ha replicato col sorriso, limitandosi ad un “è nel futuro che tutti insieme costruiremo le nostre pagine più belle” che ha di certo contagiato i presenti, che non hanno mancato di incoraggiarlo in un’avventura, quella della campagna elettorale, che lo vede ai nastri di partenza in attesa dello ‘start’. La pettorina è già indossata e la sensazione è che Trivelloni non abbia neppure tanta voglia di guardarsi attorno per scrutare i volti degli avversari, i cui nomi, per larga parte, non sono ancora noti. Non è spavalderia la sua, sebbene la sua mole e le sfumature di un carattere a sprazzi tronfio indurrebbero a pensarlo, ma la consapevolezza di avere nelle gambe la benzina per una gara ‘a tutta’, senza l’esigenza di dover fare la corsa sugli altri, se non quella di dosare le forze e sprigionarle al momento opportuno.

Ci sono tutte le condizioni per fare una buona campagna elettorale – ha esordito Trivelloni – e abbiamo tutte le credenziali per dare delle risposte concrete e credibili alle persone con le quali ci relazioneremo. Non mi sentirete mai parlare al singolare – ha aggiunto tra gli applausi –, visto che non mi ritengo certo il capo, piuttosto la punta”.

Una punta di sfondamento, vista la stazza, uno di quelli capaci di tradurre in gol la grande mole di gioco imbastito dai suoi. Una punta di diamante sulla quale Velletri (e non solo) potrà puntare forte in vista di una rappresentatività che manca da tanti, troppi anni. Lui non lo dice, ma lo schema tattico è abbastanza chiaro: una sua elezione in Regione metterebbe le ali ad un’ipotesi di decollo delle possibilità che Velletri torni a contare qualcosa in ambito sovracomunale, sperando poi che il cerchio si stringa con l’elezione a Sindaco di quel Natale Di Belardino per il quale anche lui, insieme a pochi altri, ha lavorato nel doppio ruolo di mediano e regista, randellando contro chi remava contro e distribuendo assist a chi ha poi agevolato la discesa in campo del noto cardiochirurgo veliterno, che ha già preannunciato di non aver alcuna intenzione di guardare al colore delle maglie, quanto alla concretizzazione di un progetto che tuteli Velletri e i suoi concittadini e che, non a caso, sta attecchendo sia a sinistra (Prc e dissidenti Pd) che e a destra (parte del Pdl e il nuovo gruppo ‘Fratelli d’Italia), facendo proseliti al centro (Udc e diverse liste civiche).
Se le Comunali non arriveranno prima di maggio (si parla addirittura di giugno) la partita delle Regionali è tuttavia dietro l’angolo, e lui, Lamberto Trivelloni, conferma di avere già le idee piuttosto chiare: “non è più tempo per una politica urlata, a colpi di cenette o manifesti abusivi. Sono candidato e sono orgoglioso di esserlo – ha sentenziato il ‘Trivella’, frizzante e smodatamente energico, quasi dovesse scavare, o meglio…trivellare, un pozzo con l’ausilio delle sole mani -. Desidero essere protagonista in una regione che ha sempre più la necessità di una riqualificazione della classe dirigente, dovendo viaggiare verso uno sviluppo, ecologicamente compatibile, che restituisca opportunità al mondo dell’artigianato e delle imprese, garantisca la salvaguardia dell’associazionismo e incentivi la valorizzazione delle specificità locali. Il tutto ragionando compiutamente su come risolvere i problemi fondamentali del presente, dai rifiuti alle energie alternative, fino ad arrivare al cardine della nostra battaglia: la sanità”. “Non una campagna elettorale contro qualcuno – ha aggiunto -, ma una campagna elettorale finalizzata al soddisfacimento di tutto quanto poc’anzi esposto, limitandosi ad esprimere appieno la propria proposta politica ed esaltando in toto le specificità che ci contraddistinguono”.
La sensibilità verso una recita d’insieme la dimostra nel ribadire l’importanza dell’associazionismo, sia esso culturale, sportivo o sociale: “partecipare, conoscersi, parlare: sono aspetti fondamentali in un sistema di democrazia compiuta. In questa corsa – ha rimarcato provando a fare un quadretto del presente politico – ci si trova di fronte a 3 categorie ben definite di elettori: quelli appartenenti alla vasta frangia del ‘non voto’, che in Sicilia ha rappresentato il 54% degli aventi diritto, ed è formato da un insieme corposo, massiccio ed eterogeneo, per età, classe sociale e livello culturale. Una categoria che testimonia lo squilibrio democratico e, soprattutto, una disaffezione di cui la classe politica e le istituzioni non possono non tener conto e non fare ‘mea culpa’. Un altro comparto di cittadini – ha continuato Trivelloni – è quello rappresentato dalla frangia di cittadini che opterà per il voto di protesta, che più e meglio di tutti è rappresentato dalle performance di Grillo. Un gruppone che in Sicilia ha lambito quota 17%: un comparto in cui è difficile accedere ed attecchire, non essendoci ancora un’offerta politica che possa sanare il malcontento di taluni e neppure un leader che possa sostituirsi a Grillo, che nel campo dell’antipolitica è senza dubbio tra i più bravi, avvalendosi a suo modo di un mondo della comunicazione che sempre di più, e peggio, si sostituisce a quello delle idee e dei contenuti. Infine – ha completato il quadro il dirigente uddiccino – si arriva al terzo comparto, quello del voto strutturato, dei partiti che ancora lavorano, con organizzazione e passione. Un comparto costituito da quella classe dirigente, di qualsiasi colore, che ancora va in giro parlando con la gente, cercando di carpirne e meritarne la fiducia, lavorando sodo e rimboccandosi le maniche. Prima di tutto bisognerà rivolgersi proprio alla vasta platea del non voto, in un momento storico in cui si sta finalmente per scardinare un bipolarismo litigioso ed improduttivo, che più danni che benefici ha creato al nostro Paese”.
“Siamo qui per te – hanno replicato alcuni rappresentanti del litorale romano – e non chiediamo nulla, se non la certezza di poter contare su un amico che ci possa ascoltare, facendo da megafono ai problemi e alle istanze della gente. Un amico del quale ci fidiamo – hanno aggiunto –, che conosce i problemi dei territori e i disagi quotidiani che si ritrovano a vivere. Un candidato ideale per stare tra la gente e affrontare i problemi della gente, mettendoci sentimento e amore per quel che fa. Uno col quale si può discutere moralmente e umanamente di varie problematiche, potendogli telefonare a qualsiasi ora, sapendo bene che dall’altra parte della cornetta lui ci sarà e risponderà sempre. Un amico, in fondo, che sa parlare il linguaggio della gente comune, disponibile e pronto al dialogo”. Una sorta di ‘Trivelloni, da Velletri con furore’…se non proprio con amore, per rifarsi alle parole dei suoi…!
Sento che è cambiata l’aria – ha poi aggiunto lo stesso Trivelloni, galvanizzato ma non sorpreso dal calore dei presenti – ed è arrivato il momento in cui riusciremo a cacciare i mercanti dal tempio. Lo faremo con la passione e la lealtà che ci contraddistinguono, senza dogmi precostituiti, se non la volontà di dar voce e rappresentatività a tutte quelle persone che hanno bisogno di farsi sentire… ”. Nell’attesa lui, che sa essere capitano e gregario allo stesso tempo, dà l’idea di potersi concedere il lusso di concludere la volata, ma anche di sorreggere il peso di riempire e passare le borracce ai compagni di cordata. Tutti insieme, verso la meta, per salire sul gradino più alto di una vittoria in cui ognuno avrà dato del suo. Sempre confidando che la parte migliore della recita sia relegata alle pagine ancora da scritturare: quelle nelle quali poter tradurre in fatti concreti gli impegni assunti col popolo elettore. Un popolo elettore che saprà di poter contare su un uomo che da 2 anni, profetizzando ampiamento quanto sarebbe poi accaduto, va ripetendo la necessità di riallacciarsi ai dettami dei moderati, aprendo ai valori del Partito Popolare Europeo. Un Ppe che proprio in queste ultime ore, guarda caso, ha annunciato che sosterrà appieno l’Agenda di Mario Monti, sbattendo le porte all’offerta politica di un Pdl retrò, zavorrato da una guida che non appare più credibile. Se il presidente del Ppe, Wilfred Martens, apre al fronte moderato (e gli uddiccini gongolano), Trivelloni, pur senza proferire il più scontato degli ‘io l’avevo detto’, incassa col sorriso e dopo aver fatto fuori un’altra borraccia si toglie il caschetto e si prepara alla volata. Dal ghigno sornione dà l’idea di aver studiato bene il tracciato, e di conoscerne a menadito ogni trabocchetto. La strada sembra spianata e chissà che ad un certo punto l’unica cosa da improvvisare non possa essere quella di levare le braccia al cielo, in segno di vittoria.


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