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Saldi Invernali al via: tasche vuote e buste piene…fino a quando?

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Tasche vuote e buste piene? Un paradosso cui si sta assistendo in queste primissime ore di saldi invernali, in cui nonostante l’aria di crisi sono in tanti coloro che stanno prendendo d’assalti i negozi, a caccia dell’affare a prezzo di saldo. Dopo l’anteprima in Campania, Basilicata e Sicilia i saldi invernali sono iniziati anche nel resto d’Italia, Lazio compreso e si protrarranno sino al 13 febbraio. Come per magia, dopo le merci scontate sotto banco degli ultimi giorni, i cartellini con le percentuali di sconto hanno fatto capolino in tutte le vetrine, nel tentativo di attrarre nuovi clienti e dare un senso ad una stagione commerciale sin qui davvero magra di soddisfazioni.

La partenza, complice il bel tempo, appare incoraggiante, sebbene la paura degli esercenti è che si riveli una bolla di sapone pronta a sgonfiarsi in un paio di giorni, oltre i quali pure l’eccitazione e la frenesia dei Saldi potrebbe lasciare spazio ad una pragmatica parsimonia da parte dei consumatori, cui le notizie che arrivano dal fronte politico economico certo non incoraggiano a spese pazze.

L’appuntamento fa soprattutto gola ai commercianti, che come ogni anno sperano in una boccata d’ossigeno che per alcuni sarebbe davvero vitale in una stagione nel complesso infelice. Le previsioni che arrivano dalle varie associazioni certo non incoraggiano e non inducono all’ottimismo: per Confcommercio solo 6 italiani su 10 faranno acquisti durante la fase dei saldi invernali, con una riduzione dell’8% rispetto all’anno precedente. Ben più cruda la previsione dell’Associazione dei Consumatori, per la quale sarà solo 1 famiglia su 3 ad avvalersi della possibilità di acquisire merce in saldo. Di 150 euro la spesa media a persona, 359 quella per famiglia, con dati che, essendo delle medie, oscillano chiaramente sulle ali estreme di chi nulla può e chi, invece, può sbizzarrirsi facendo spallucce di fronte al vocabolo ‘crisi’.

Eppure non mancano i consumatori che dapprima hanno adocchiato i negozi, annotando i prezzi, per poi farvi ritorno ora che il decremento rende più appetibile l’acquisto. Il tema fornisce il destro per le rituali raccomandazioni del Codacons, che possano evitare quelle fregature che, volenti o nolenti, sono sempre dietro l’angolo.

 Da.Le.

 

I CONSIGLI DEL CODACONS

 

Come ogni anno, allora, il Codacons ha diramato una serie di consigli per acquistare in sicurezza.

1. Conservate sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono sostituire. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Ma la grande novità è che non c’è più bisogno di denunziare ”i vizi al venditore entro otto giorni dalla scoperta”. Il D.lgs n. 24/2002 ha stabilito, infatti, che il consumatore deve denunciare ”al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data della scoperta”.

2. Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce ”Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondo di magazzino. State alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli.

3. Girate. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Eviterete di mangiarvi le mani.

4. Consigli per gli acquisti. Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: sarete meno influenzabili dal negoziante e correrete meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non avevate alcun bisogno.

5. Diffidate degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi. Un commerciante non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.

6. Negozi e vetrine. Ricordate che sulla merce è obbligatorio il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto ”in modo chiaro e ben leggibile”. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”.

7. Prova dei capi: non c’è l’obbligo. E’ rimessa alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati e non provati.

8. Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.

9. Fregature. Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure al Comune o ai Vigili Urbani.

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