Reading, Ukmo, Gfs e così via. Non sono i nomi in codici di chissà quale aggregazione di agenti segreti, ma i modelli dei maggiori centri di calcolo mondiali, che si occupano di monitorare quanto avviene nella stratosfera e nella terra, per poi emettere dei modelli riguardanti le evoluzioni metereologiche delle ore a venire.
Modelli che ormai, quasi univocamente, convergono verso una direzione piuttosto decisa: quella d’una ondata di freddo che si protrarrà a lungo, con effetti che saranno svariati e che porranno fine ad una fase insolitamente mite. Il rubinetto del freddo, che scenderà da est, comincerà a dare i suoi effetti a partire dalla tarda serata di domani, quando anche l’Italia centrale sentirà i primi vagiti degli spifferi artici. Non un’ondata di gelo eccezionale quella che ci attende almeno nell’immediato, ma i prossimi giorni potrebbero segnare il ritorno della neve, che cadrà con sicurezza in diverse zone dei Castelli Romani.
La colonnina di mercurio precipiterà e l’irruzione si avrà proprio da nord-est, attraverso la fatidica Valle del Rodano. Ciò comporterà precipitazioni diffuse, che saranno localmente abbondanti. La neve nel corso della giornata di mercoledì cadrà con ogni probabilità già a partire dai 200-300 metri, con possibilità di nevischio anche su Roma. Essendo il quadro difficilmente prevedibile, è tuttavia possibile che, come accaduto nel febbraio 2012, anche la Capitale si ritrovi ammantata di bianco, anche perchè già da venerdì è probabile una nuova sfuriata bianca.
Certamente imbiancate le roccaforti della neve castellana, da Rocca Priora a Rocca di Papa, passando per larga parte dei Castelli posti sul versante nord-est. Diverso il discorso per il versante sud, esposto alle correnti del mare: in questo caso la neve potrebbe tardare, ma tutto fa pensare che anche realtà come Velletri, Genzano, Ariccia e Albano, non dimenticando Lanuvio, Lariano e Nemi, assisteranno ad un nuovo evento nevoso.
In allerta la Protezione civile, come anche i Sindaci dei vari Comuni, che in caso di forti precipitazioni saranno di nuovo chiamati ad emettere ordinanze che, com’è successo lo scorso febbraio, portarono alla chiusura di uffici pubblici e scuole.
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