POLITICA

Il sabato ai Castelli della Meloni e Lollobrigida…a caccia di nuovi ‘fratelli d’Italia’

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Un sabato ai Castelli, quello appena passato, per Giorgia Meloni, che è stata dapprima a Lariano e poi a Velletri e Genzano. Particolarmente sentita la visita alla storica sezione veliterna di Palazzo Romani (zona San Martino), da poche settimane casa del movimento politico Fratelli d’Italia – centrodestra nazionale. Ad aspettare la leader nazionale del neo costituito gruppo il presidente Luigi Cellucci, il Consigliere comunale Giancarlo Righini, nonché vice-presidente del Consiglio Autonomie Locali in Regione Lazio, e tanti altri quadri, militanti e simpatizzanti del nuovo movimento.

Nel corso del suo intervento, così come in quelli di Lariano e Genzano, la Meloni ha ribadito la voglia di dare una scossa al centrodestra nazionale, regionale e locale, ponendo “in primo piano i principi di merito, onestà e partecipazione”. Molto determinato anche il Consigliere Righini che ha sottolineato la voglia di condivisione con la base, oltre all’assoluto bisogno di meritocrazia. “I cittadini hanno voglia di partecipare alle scelte – ha evidenziato Righini – e non si può e non si deve decidere tutto dentro quattro mura. Le primarie non ci sono state ma dimostreremo il prossimo 24 e 25 febbraio che tanta gente sostiene e segue Giorgia Meloni e tutta la nostra comunità. Crediamo fortemente che la meritrocrazia debba essere il punto cardine della politica e su questo si basa Fratelli d’Italia-centrodestra nazionale”.

La parola è passata proprio alla Meloni, fondatrice del movimento. “Valeva la pena avere il coraggio di dar vita a un movimento che – ha evidenziato– non fosse la riedizione di qualcosa che è già stato, e mi riferisco ad An, ma soprattutto di creare qualcosa di simile a quel che avremmo voluto fosse il Pdl, ma non è stato. La sottoscritta, La Russa o Crosetto non correvamo rischi di candidature ma ci rimetteremo in gioco con Fratelli d’Italia-centrodestra nazionale perché crediamo nelle sfide, vogliamo rappresentare il nuovo centrodestra italiano. Io personalmente non voglio più stare in Parlamento per diritto divino, se prendo i voti ci torno, altrimenti io in qualche maniera me la cavo. Per come Monti ha governato l’Italia, senza che fosse stato indicato dagli italiani – aggiunge la fondatrice di Fratelli d’Italia – Centrodestra nazionale, contando sul sostegno delle forze politiche e su una solidarietà istituzionale senza precedenti, sarebbe stato più serio mantenere un ruolo ‘tecnico’, piuttosto che utilizzare il lavoro fatto da chi lo ha sostenuto, nel bene e nel male, per un suo personale interesse elettorale. È troppo facile mettersi in gioco solo – ha concluso l’ex Ministro – con la garanzia di una poltrona, ora che è Senatore a vita”.

Presente anche Francesco Lollobrigida, prossimo candidato al Senato della Repubblica. “Ho scelto Fratelli d’Italia perché merito, partecipazione e rapporto con il territorio – ha evidenziato – sono valori imprescindibili per chi crede in un partito strutturato e capace di interpretare le istanze della maggioranza degli italiani. Il Pdl non è riuscito in questi anni ad essere tutto ciò, evitando di investire nelle forme di confronto per la selezione della classe dirigente: dai congressi alle primarie, passando per la scelta delle candidature. Dal congresso fondativo in poi, i ruoli di partito sono stati relegati solo a poco più che incarichi rappresentativi, senza che – ha concluso Lollobrigidasi fossero messi a disposizione degli stessi gli strumenti basilari per fornire punti di riferimento organizzativi ai tanti militanti e iscritti“.

Luigi Cellucci, presidente del neonato movimento, nel suo intervento ha ribadito la partecipazione della base nelle scelte del gruppo veliterno e la voglia di intitolare la sezione al compianto Franco Ercoli; lo stesso Cellucci, insieme a Chiara Ercoli, ha poi consegnato alla Meloni una targa ricordo della serata, che si è conclusa sulle note dell’Inno d’Italia. 

Nella tappa genzanese (contraddistinta dall’intervento, respinto, di alcuni manifestanti non autorizzati, LEGGI QUI) il capogruppo consiliare, Fabio Papalia, ha posto l’attenzione sui motivi che l’hanno portato a confluire nel nuovo soggetto politico: “crediamo nel ricambio e crediamo fermamente in Giorgia Meloni. Il Pdl ci stava ormai stretto e le mancate Primarie sono state solo la punta dell’iceberg di scelte distanti dalla nostra volontà. Giorgia avrà il merito e la capacità di porre dei paletti e farci percorrere strade diverse, verso un centrodestra più maturo ed incisivo di quello intravisto negli ultimi tempi. Chiedevamo un ricambio forte – ha concluso – e siamo sicuri che con Fratelli d’Italia l’avremo”.

A ricordare, tra gli applausi, il compianto Vittorio Barbaliscia c’ha poi pensato direttamente Francesco Lollobrigida, che ha aggiunto: “non vogliamo più vergognarci del partito in cui militiamo e vogliamo che anche la nostra gente non debba più lamentarsi di quanto accade nei Palazzi. Se avessimo preferito squallidi interessi di poltrone saremmo rimasti comodamente nel Pdl, ma ora che abbiamo ritrovato l’entusiasmo per far riemergere una politica che sia a totale servizio dei cittadini andremo avanti con orgoglio e rinnovate energie”.

La parola è quindi passata proprio alla Meloni, che non ha perso il filo neppure di fronte ai brusii dei contestatori, che invano ha provato a far entrare per confrontarvisi, nonostante le forze dell’ordine, per evitare disordini, abbiano deciso diversamente.

“Le cose – ha detto davanti ai suoi – stanno andando molto bene e da noti sondaggisti emerge che i nostri dati sono di gran lunga migliori di quelli che alcuni vorrebbero far apparire. Fratelli d’Italia, in estrema sintesi, è per noi il Popolo della Libertà come lo avremmo voluto. Anni fa abbiamo colto la sfida di un partito conservatore, che potesse sintetizzare storie ed identità diverse, esaltandone il meglio e rafforzando il bipolarismo. Ci ho creduto io,  e ci hanno creduto tanti di voi, insieme al 38% degli italiani. L’idea non era sbagliata, lo sono state semmai le modalità di realizzazione. Avevo chiesto reazioni chiare ed immediate nei confronti di chi veniva colto con le mani nella marmellata e spesso qualcuno ha preferito chiudere un occhio, invece che battere i pugni ed intervenire. Silvio Berlusconi è stato perseguitato dalla magistratura, è vero, ma non certo tutti quegli coloro che si sono nascosti dietro la sua persecuzione, pensando di sfruttare i nostri sacrifici, speranze e sogni per arricchire il proprio conto in banca. Non più tardi di 3 anni fa – ha continuato la Meloni – ho proposto una norma che vietasse la candidabilità dei condannati con sentenza passata in giudicato, ma anche il codice etico per le candidature è caduto nel vuoto. Non un caso che subito dopo abbiamo proposto un partito che scegliesse i suoi dirigenti sulla base del consenso costruito sul territorio e non su altre qualità che con la politica c’entrano ben poco. Arrivati a questo punto l’Italia ha bisogno di idee, donne e uomini liberi che sappiano riflettere e partecipare, senza chiudersi a riccio e farsi beffe dell’art.49 della Costituzione che dà responsabilità ben chiare ai partiti”.

“Peccato che non si siano volute abolire le liste bloccate, e proprio io sono stata tra quelli che avevano proposto di ritornare alle preferenze, dicendo basta a chi siede in Parlamento senza avere nè voti né consensi. Ho persino chiesto le Primarie per i parlamentari e neppure quelle si sono volute fare. Quando di battaglie interne ne avevamo ormai perse tante ci siamo ritrovati nella condizione di dover mettere la testa sotto la sabbia, avendo noi poltrone garantite…Ma io faccio politica da quando avevo 15 anni, e lo faccio per avere degli strumenti per costruire un futuro migliore per la mia terra e per la mia gente, con passione e spirito di servizio, e non potevo accettare oltremodo certe dinamiche. Vogliamo un centrodestra del quale non ci si debba vergognare, che ti appassioni ed entusiasmi, proprio come sta avvenendo nelle ultime settimane. Vogliamo un movimento capace di darsi idee chiare, con una linea politica ben definita. Siamo bipolaristi convinti – ha concluso – ed è per questo che non siamo usciti dalla coalizione ma non accettiamo il rapporto ondivago che il Pdl ha avuto col fallimentare Governo Monti, di cui si può dire tutto e il contrario di tutto, senza però poter esimersi dal criticarne ampiamente le modalità di governo”.

 

LEGGI QUI:

–  TENSIONE A GENZANO DURANTE IL COMIZIO DELLA MELONI, PER L’INTERVENTO DEGLI ‘OPS’