POLITICA

Colpo di scena per le Regionali: tra i candidati il dottor Natale Di Belardino

casini natale

IL DOTTOR DI BELARDINO, AL CENTRO, IN UN BREAK LAVORATIVO

 

di Daniel LESTINI

 

E’ un colpo di scena che potrebbe essere foriero di ulteriori sorprese quello materializzatosi in queste ore e che ‘Castelli Notizie’ è in grado di darvi in assoluta anteprima, ora che alle voci di corridoio si sono sostituiti i crismi di un’ufficialità che non teme smentite.

Un ‘colpo basso’ cui ha fatto seguito un ‘colpo grosso’, che per la Città di Velletri, e per l’intero territorio dei Castelli Romani, potrebbe rappresentare il vero punto di svolta dopo anni di occasioni perdute e figure barbine. E a sorridere, a quanto pare, non saranno solo i Castelli: in barba all’urgenza delle ‘5W’ di ogni buon giornalista, che vogliono che il focus della notizia si sveli sin dalle prime righe, scopriamo gradualmente il perchè…

La sorpresa delle sorprese, che promette di sparigliare il mazzo di chi credeva di aver le carte giuste per far fuori il banco ed ottenere l’intera posta, arriva dalla clamorosa esclusione di Lamberto Trivelloni dal lotto delle candidature per il rinnovo del consiglio regionale. Una estromissione che va a frenare la corsa di quello che era senza dubbio l’esponente veliterno meglio piazzato nei favori dei pronostici: dopo aver degnamente figurato nella tornata elettorale del 2010, per l’ex segretario uddiccino si trattava di mettere a frutto l’ottimo lavoro intessuto in questi 3 anni di rapporti quotidiani nell’intero territorio romano, senza per questo disperdere lo zoccolo duro dei suoi concittadini. Un lavoro certosino, che avrebbe dato i suoi frutti se la variabile che non t’aspetti non ne avesse scombussolato i piani, mandando persino alle ortiche la sua granitica candidatura. A metterci una pietra sopra il Codice etico varato da Giulia Bongiorno, candidata alla presidenza per l’omonima lista, espressione dei montiani e, di conseguenza, anche di Udc e Fli, i cui simboli fanno bella mostra di se nel logo della Lista Civica che appoggerà l’ex avvocato di Giulio Andreotti. Un Codice, estremamente giustizialista, che solo alla fine si è capito non ammettere deroghe e che prevedeva, per l’appunto, l’esclusione di candidati che avessero sul groppone un qualsiasi procedimento giudiziario in corso. Una doccia gelata per Trivelloni, che al danno dei fatti accaduti nel 2003, poi circoscrittosi ad un presunto abuso d’ufficio anch’esso fugato e comunque in via di prescrizione, si è ritrovato con la beffa di pagare nuovamente per una vicenda che gli elefantiaci tempi della giustizia non hanno provveduto a chiarire.  Pur allibito Trivelloni non s’è perso d’animo e dopo lo scoramento iniziale ha deciso di mettersi da parte, senza colpo ferire, accettando i dettami della Bongiorno, ricevendo elogi ed apprezzamenti da parte dei vertici nazionali del suo partito, che non hanno mancato di lodarne l’insolita mitezza e l’attaccamento alla causa.

Quella che poteva sembrare la nefasta fine di un progetto che aspettava solo la ciliegina sulla torta del 24-25 febbraio per concretizzarsi, ha scatenato tutta una serie di colpi di scena che potrebbero mutare notevolmente la storia della città e dell’intero territorio circostante. A rappresentare Velletri, i Castelli Romani e l’intera provincia di Roma alle imminenti elezioni regionali sarà infatti il dottor Natale Di Belardino, le cui doti umane, professionali e caratteriali verranno quindi messe a disposizione della comunità per una battaglia che dovrà assicurare a Velletri quell’esponente regionale che le manca da mezzo secolo.

Un’occasione, più unica che rara, per colmare un gap ed assicurare una svolta nei settori di preminenza della comunità. Una candidatura, quella del noto cardiochirurgo veliterno, che promette di dare risultati straordinari, a tutto vantaggio di una sanità locale bistrattata e ridotta in poltiglia da scellerate logiche correntizie. Ed è proprio per l’amore smisurato per la sua terra e la sua professione che il dottor Natale Di Belardino, coincidenza stupefacente, si è ritrovato nella Capitale proprio quando l’improvviso ‘tsunami’ si è abbattuto sulla candidatura dell’ex segretario uddiccino. Un Di Belardino che era approdato nelle stanze della politica romana per discutere delle sorti dell’ospedale veliterno, le cui voci su chiusure di nuovi reparti si rincorrono di ora in ora, e che si è inaspettatamente ritrovato con la ghiotta opportunità di imprimere un’accelerata decisiva ad un settore per il quale appare disposto a tutto, pure a sacrificare il proprio tempo libero pur di mettere a disposizione le proprie competenze per tutelarne ogni minima sfaccettatura. 

Non un caso che l’avvicinamento al mondo politico del 53enne medico veliterno – roba di questi mesi – sia sempre stato finalizzato a dare una svolta alla sanità locale, affetta da continue emorragie di posti letto e tagli al personale che hanno finito per mettere a repentaglio persino i servizi di assistenza primaria (farsi un giro nei nosocomi di provincia per credere…). Un’occasione più unica che rara quella di poter andare ad incidere nelle stanze dove si decidono le sorti di milioni di pazienti, per lui che dalle corsie del ‘suo’ Ospedale ne ha viste di ogni, in primis sfilate di politici pronti ad imbonirsi il dirigente sanitario di turno prima di alzare i tacchi e sparire.

Ha visto pazienti morire per mancanza di macchinari e ha visto colleghi dirottati altrove per mere spartizioni politiche, senza che si tenessero minimamente in conto le  esigenze dei pazienti. Quando ormai era stanco di assistere inerme allo sfacelo, avendo constatato l’incapacità della politica di frenare la distruzione della sanità, ha deciso di prendere in mano la situazione, accettando la proposta di lavorare di squadra ad un progetto che non avesse colori politici – pur se contraddistinto, al suo interno, da partiti e personaggi legati al mondo della politica, con trascorsi ed esperienze diverse tra loro – ma che fosse anzi il più aggregativo possibile, calamitando su di se consensi che arrivassero trasversalmente, da destra a sinistra.

E’ in quella presa di coscienza della volontà di cambiare le sorti della sanità, che il dottor Natale Di Belardino ha deciso di rimboccarsi le maniche ed aderire al ‘Progetto Città di Velletri’, di cui è sin da subito divenuto la vera punta di diamante. Cosa sarebbe stato di un Progetto del genere se non ci fosse stata una persona del suo calibro, in grado di incarnarlo e rappresentarlo al meglio? Probabilmente si sarebbe limitato ad essere un involucro elettorale, privo di sostanza ed effetti, in cui le contrapposizioni avrebbero avuto la meglio sull’esigenza di far quadrato e far emergere i punti salienti di una riscossa che non fosse a beneficio dei soli componenti, ma dell’intera comunità per la quale si andava a lavorare. Non un caso che, a determinate condizioni, Di Belardino avesse garantito la disponibilità a candidarsi a Sindaco della città di Velletri. E non un caso che la risposta della città sia stata entusiastica, nonostante il tentativo di qualche partito di perpetrare la saga degli orrori pur di salvare la poltrona a tizi che senza aver mai portato risultati dimostrano di non poter campare senza la politica (almeno quella che antepone gli interessi individuali al bene collettivo)…

E’ in quei minuti concitati, nei quali è stato posto di fronte all’idea se candidarsi o meno, che Natale Di Belardino, in una sorta di ‘rewind’ di tutto il suo vissuto, deve aver capito di non potersi più sottrarre da un ruolo attivo, un ruolo che ridesse ‘colore’ a corsie cui neppure gli interventi di facciata alle pareti hanno restituito una speranza di ripresa, mortificata da continui tagli al personale sanitario e  da scelte illogiche di cui lui per primo, nel suo reparto, ne paga le conseguenze.

Accortosi che anche nelle imminenti elezioni Politiche e Regionali non ci fossero candidature di spicco, se non di servizio o di semplici riempilista, è scattata in lui quella molla che cambierà per sempre le sorti di una consultazione regionale che con la variabile Di Belardino promette di riservare grandi sorprese. Proprio in quell’ente lungamente e giustamente bistrattato, che è la Regione Lazio, si giocano le partite chiave per la sanità. Lì i camici bianchi vengono spostati come fossero pedine del Risiko; lì le logiche di spartizione politica decidono trasferimenti e chiusure di reparti neppure al Monopoli, dove una casella sbagliata spazza via le precedenti fatiche e ti riporta repentinamente al punto di partenza. 

Se l’elettrocardiogramma del nosocomio veliterno riporta pulsazioni deboli, con l’ospedale che potrebbe ritrovarsi  ad ore senza ulteriori reparti, la cura Di Belardino sembra poter rappresentare la panacea per ogni male, contribuendo ad un’inversione di tendenza storica, che solo uno del campo potrà garantire, ponendo fine ad una politica da logiche correntizie che nulla di buono ha saputo garantire, se non lo sfacelo di tanti settori, di cui la sanità è la sola drammatica punta di un iceberg fatto di fallimenti ed occasioni perse. 

 

Natale Di Belardino (a destra) con l’eurodeputato Carlo Casini, ai margini della presentazione del libro del Cardinale Bagnasco ‘La Porta Stretta’, avvenuto nel pomeriggio di giovedì 24 gennaio, il giorno della clamorosa candidatura

In un contesto del genere s’inserisce un professionista del calibro del medico veliterno, dall’alto spessore umano, che conosce a menadito la sua città e il territorio romano e promette di battersi con impeto, passione e volontà d’animo per affrontare e risolvere i problemi della gente. Un uomo la cui candidatura, pochi minuti dopo la sua accettazione,  ha avuto persino l’investitura del mondo della Chiesa romana, che col tramite dell’europarlamentare Carlo Casini – presidente dell’Associazione ‘Aiuto alla Vita’ – non ha negato il suo placet ad una figura professionale di spicco nel campo della medicina, che promette di trasferire le sue competenze e le sue spiccate doti umane anche in un mondo, quello della politica, che ha disperato bisogno di volti nuovi, che sappiano finalmente anteporre gli interessi della collettività a quelli di bottega.

C’è da credere che qualche politico locale, che aveva già venduto il suo striminzito bottino di voti al politicante di turno (di quelli che da Velletri hanno sempre attinto prima di sparire), possa storcere il naso di fronte a quanto si sta profilando, ma ai più appare evidente, e prorompente, l’appoggio incondizionato che i cittadini di tutto l’hinterland romano (Roma compresa) potranno garantire ad un professionista indiscusso. I cittadini, lontani dalle dinamiche di pseudo personaggi protesi a brillare unicamente di luce riflessa, avranno ben pochi dubbi a riguardo e la sensazione è che neppure le cenette di qualche politico forestiero potranno attecchire, se non in chi ha già deciso che la propria dignità di cittadino vale meno di un bel piatto di lenticchie…

 

 

 

IL CURRICULUM PROFESSIONALE

DI NATALE DI BELARDINO

 

 

Natale Di Belardino è nato a Velletri (Roma) il 04/08/1959. 

Laurea  in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di  Roma “La Sapienza”. 

Specializzazione con lode in Cardiologia presso l’Università  Cattolica “Sacro Cuore” di Roma. Specializzazione in  Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso l’Università Cattolica “ Sacro Cuore“ di Roma. 

Diploma biennale in Cardiologia della Scuola Medica Ospedaliera di Roma presso l’Ospedale San Camillo De Lellis di Roma. 

Master internazionali in università americane (YALE e HOUSTON) in Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione.  Diplomi di Proficiency in English e Shenker a livello 75 (TOEFEL equivalente). 

Servizio militare espletato come Ufficiale medico di complemento  presso la caserma del Genio Pio Spaccamela in Udine. 

Dirigente Medico di I livello presso la Divisione di Pronto Soccorso  dell’Ospedale “P. Colombo” di Velletri dal 1988 al 1991.  

Dirigente Medico di I livello presso la Divisione di Medicina dell O.C. Paolo Colombo di Velletri dal 1991 al 1994.  

Dirigente Medico presso la Divisione di Cardiologia dell O.C. Paolo Colombo di Velletri dal 1994.  

 

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