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Rifiuti – Depositato al Tar il ricorso contro il Decreto Clini

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Il 29 gennaio è stato depositato il ricorso del Comune di Albano Laziale al Tar del Lazio con la richiesta di immediata sospensiva del provvedimento emanato dal Ministro dell’Ambiente Clini e dal Commissario per il superamento della crisi rifiuti nella Provincia di Roma, Prefetto Sottile, che hanno di fatto imposto l’arrivo di 150 tonnellate al giorno (50mila l’anno) di rifiuti provenienti da Roma da trattare nell’impianto TMB annesso alla discarica di Roncigliano. Il tutto in assenza, peraltro, del più elementare rispetto istituzionale considerato che nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta all’Amministrazione Comunale. Il ricorso, sviluppato anche in sinergia con le altre province interessate dal provvedimento, prima fra tutte Frosinone si basa su alcuni punti fondanti:

1.       Cessazione dello stato di emergenza. Ovvero il superamento della data del 31 dicembre 2012 data oltre la quale lo stato di emergenza si ritiene esaurito così come decretato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 22 luglio 2011.  Pertanto la nomina del Commissario per provvedere al superamento dello stato emergenziale (cessato il 31 dicembre, come detto, e mai prorogato) avviene a gennaio 2013 in palese violazione della normativa e, peraltro, in contrasto coi principi comunitari e nazionali.

2.       Incompetenza e Straripamento di potere. Alla luce della legge n.225/92 risulta essere l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri e non un decreto di un dicastero ad individuare i poteri di un commissario per fronteggiare uno stato di emergenza.  Tuttavia, il decreto Clini prevede ulteriori compiti che non trovano alcuna copertura nei poteri attribuiti al Commissario.

3.       Violazione normativa a proposito della trattativa instaurata tra il Commissario e la società Pontina Ambiente sulle quantità idonee a garantire le eventuali esigenze del territorio. E’ evidente come tali provvedimenti siano stati portati a conoscenza del Comune  (tramite stampa e /o comunicazioni della Pontina Ambiente e non certo attraverso note ufficiali o ufficiose del Commissario) in violazione dello stesso decreto di nomina e, più in generale, del principio di leale collaborazione tra enti, costituzionalmente garantito.

4.       Violazione Direttiva Comunitaria 2008/98. Eccesso di potere: erronea valutazione e travisamento dei fatti. La valutazione della disponibilità residua degli impianti di TMB è chiaramente erronea. Basti pensare che tale capacità di residua valutata in 930.247 tonnellate dal Decreto Clini è divenuta nella ricognizione del Commissario Sottile di 230.747 tonnellate. Peraltro in base alla direttiva europea di cui sopra, l’elaborazione della normativa dovrebbe avvenire in modo pienamente trasparente nel rispetto delle norme nazionali vigenti in materia di consultazione e partecipazione dei cittadini e dei soggetti interessati. La violazione è evidente se si considera che, come detto, nessuna interlocuzione è avvenuta tra il Commissario Sottile e l’Amministrazione di Albano Laziale. Bizzarro è poi che lo stesso Piano Regionale a cui fa riferimento il Commissario per la valutazione della capacità residua definisca insufficiente la capacità degli impianti TBM della Regione Lazio.

5.       Violazione del principio di precauzione. A fronte dell’incertezza circa la capacità degli impianti di ricevere altri rifiuti non si vede come possa essere stato rispettato tale principio cardine.

6.       Violazione del principio di autosufficienza e prossimità. La Direttiva 2008/98/CE prevede infatti che lo smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati debba avvenire in uno degli impianti più vicini ai luoghi di produzione o raccolta al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi. E’ evidente come prevedere che rifiuti prodotti a Roma vadano a finire ad Albano o peggio ancora Frosinone o Latina contrastino duramente tale sacrosanto principio di prossimità.

Nei prossimi giorni è prevista una decisione del Tar sulla eventuale sospensiva.

Novità importanti anche sul fronte del controllo in termini igienico-sanitari e ambientali del sito di discarica. È giunta ieri, infatti, la risposta ufficiale della Regione Lazio alla lettera redatta dai sindaci di bacino il 9 gennaio scorso in cui si chiedevano ulteriori accertamenti urgenti in corrispondenza dei pozzi spia della discarica di Roncigliano. Con la nota di ieri, la Regione Lazio, stabilisce una serie di azioni da attuarsi per chiarire definitivamente lo stato ambientale dell’area. Due le linee d’azione che riguarderanno sempre la società Pontina Ambiente. La prima consta nel produrre una documentazione conclusiva relativa ai pozzi in cui si erano riscontrati superamenti dei valori degli idrocarburi aromatici (benzene), e per questo oggetto della diffida da parte della Provincia di Roma, in cui si certifichi il superamento dell’emergenza. Sarà poi un’apposita conferenza dei servizi, convocata dal Comune di Albano Laziale, cui parteciperanno Regione Lazio, Provincia di Roma e Arpa Lazio a valutare l’approvazione o meno del documento. La seconda linea guida si riferisce, invece, agli altri pozzi della discarica in cui il superamento è relativo a materiale di natura metallica non necessariamente ascrivibile a attività antropica. Per questo motivo la Regione Lazio impone alla Pontina Ambiente di effettuare tutte le analisi e caratterizzazioni necessarie al fine di stabilire se la concentrazione di elementi metallici sia dovuta alle caratteristiche del suolo anziché alle attività umane industriali. Anche in questo caso, la valutazione della documentazione prodotta sarà affidata alla conferenza dei servizi convocata dal Comune di Albano Laziale con gli stessi soggetti di cui sopra.

Sul fronte dei ricorsi, infine, come comunicato dal Sindaco Marini agli altri sindaci di bacino, relativamente alla denuncia alla Commissione europea i consulenti legali di Albano e l’avvocatura del Comune di Pomezia stanno procedendo alla definizione dell’atto. Relativamente al ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU), invece, la conferenza dei sindaci è ancora in attesa che lo studio legale che assiste i comitati “No-Inc” trasmetta gli atti così da permettere ai comuni di aderire al ricorso.

 

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