CRONACA

Morire a 25 anni, per colpa di rapinatori in fuga. Lo sdegno dei Familiari Vittime della Strada

maria elena

ansa

L’associazione europea “Familiari Vittime Della Strada” (onlus), si stringe idealmente intorno alle famiglie dei cari che hanno subito l’onta di veder uccidere i propri figli (l’ultimo caso quello della 25enne ammazzata in uno schianto di rapinatori albanesi in fuga e quello di un rapinatore romeno che appena rimesso in libertà ha investito donne e neonati su un marciapiede). Lo scrivente sodalizio intende affidare al seguente comunicato il proprio sentimento di cordoglio.  “Ma che paese siamo? L’ennesima strage, che si è consumata ad opera di cittadini stranieri, non è avvenuta solo per mano di quest’ultimi, bensì anche per la dabbenaggine di una classe politica del tutto incapace di preservare  la sicurezza e la salute pubblica sulle nostre strade, come nelle fabbriche, come nelle nostre case. Cosa aspettarci adesso di più ancora che un’altra puntata di “porta a porta” sugli ultimi tragici fatti o qualche esternazione del ministero “competente” pronto a ribadirci ed a confonderci sul perché e sul per come non si riesca a realizzare una seria riforma organica che fermi una volta per tutte la strage stradale?  Oltre naturalmente alla solita dose di promesse su ciò che sarà fatto, le rassicurazioni che stanno lavorando per noi. La politica in certi casi tradisce solo imbarazzi, le morti sulla strada chiamano in causa i suoi fallimenti, l’inadeguatezza di chi ci governa. Altre sono le morti “bianche” dinanzi alle quali soltanto vale la pena di scomodarsi, capaci come sono di spostare i consensi per le prossime tornate elettorali. Chi scrive vuol far passare il messaggio che non si può morire sul lavoro, ma non si deve morire  neppure quando ci si sta recando sul posto di lavoro. Tanto meno possono morire i familiari dal dolore. Vogliamo leggi adeguate, vogliamo tolleranza zero, vogliamo controlli in linea con il standars europei, vogliamo fatti, ma soprattutto, una classe politica responsabile, quella attuale non ce la “meritiamo”.

il Vice Presidente Nazionale

Associazione europea “Familiari Vittime Della Strada”

                                             Giovanni Delle Cave

                                            (Papà di Eros)

 

 

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