POLITICA

Regionali – Ecco come il dottor Di Belardino prova a far la differenza

Natale intervista

E’ uno di quelli il cui faccione non lo troverete spiaccicato su un manifesto messo alla rinfusa, simbolo di una guerriglia urbana tra attacchini che svilisce i protagonisti e deturpa il territorio. Eppure si sta muovendo, eccome se si sta muovendo. Una campagna elettorale di stampo moderno, quella portata avanti in questi giorni dal dottor Natale Di Belardino (che questo pomeriggio lo sta passando a Lariano, dopo vari sit-in in provincia). A partire da un nuovo sito internet (www.nataledibelardino), attraverso il quale esporre i capisaldi del proprio pensiero e cercare un dialogo proficuo coi cittadini, espressione del quale si evidenzia soprattutto dal massiccio uso dei social network Twitter e Facebook. Ma è soprattutto nel contatto quotidiano, viso a viso, che il cardiologo veliterno sta giocando la sua partita, quasi che la prossimità con l’interlocutore annullasse ogni barriera e rendesse ancor più composita la voglia di renderlo parte di un progetto comune, senza farlo sentire uno dei tanti in una cena da centinaia di coperti e quattro frasi mal microfanate, buttate lì alla rinfusa.

No alle affissioni indiscriminate, allora, come segno di attenzione per l’ambiente e come segnale contro gli sprechi della politica. No alle cene sfarzose, quelle che annoiano i commensali tra portate e parole, in cui carpire il voto un tanto a forchetta, lasciando però nei convenuti un dubbio sul perchè quantità sproporzionate di danaro, oggi giorno, vadano spese ancora in tal modo. Non gliene vogliano i tipografi, e neppure i ristoratori, se la campagna elettorale di Di Belardino si sta allora svolgendo all’insegna di una moderazione nella forma che non è di certo pari ai suoi propositi, che invece si alimentano ogni giorno di più. L’obiettivo è ben delineato e la posta in gioco tanto importante che il medico veliterno, candidato nella “Lista Civica per Bongiorno”, non ha alcuna intenzione di lasciar nulla di intentato. Non era stata una decisione presa a freddo quella di scendere nel rodeo della politica, tanto erano cari i motivi che lo avevano spinto al grande passo. Uno su tutti: il tema della sanità. Ed è allora un Di Belardino che segnalano carico all’inverosimile quello che sta ricevendo persone che vanno da lui col fermo proposito di aiutarlo a vincere una sfida che è vista come una battaglia comune. Non una battaglia di slogan illusori e di promesse fantascientifiche, ma una battaglia fondata sulla garanzia che su temi ben specifici l’impegno sarà massimale. 

Che i risultati possano arrivare pur non masticando politichese lo si intuisce già da un appuntamento da circoletto rosso, quello del 13 febbraio, quando Di Belardino verrà ricevuto da Filippo Palumbo, il nuovo commissario straordinario per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario. Sul piatto proprio le sorti della sanità locale, messa a repentaglio dai continui tagli e da discutibili politiche di rientro. Non è tipo da facili promesse il dottor Di Belardino, e lo ha ribadito anche nel corso dell’apertura della sua campagna elettorale. Ma la speranza è che l’incontro sortisca risvolti positivi, gli stessi che i suoi estimatori sono certo si susseguirebbero in caso di una sua elezione nel consiglio regionale. L’elezione di uno che in tempi non sospetti, sul suo profilo facebook, ebbe a rispondere così a chi gli chiese lumi sull’ospedale: non ho bisogno di occupare poltrone, mi piacerebbe solo lavorare in maniera dignitosa e sono anni che non posso farlo. E’ arrivato il momento di capire perchè l’ospedale è diventato un centro di smistamento e svelare gli arcani meccanismi che impediscono agli operatori sanitari di lavorare bene e ai cittadini di ricevere un’assistenza dignitosa. Qui non si tratta di barattare una professione per una poltrona, si tratta di mandare a casa, anche a calci, chi quella poltrona la sta usurpando in maniera indegna, siano essi di destra, centro o sinistra. La mia forza saranno l’affetto e la stima di tanti concittadini, anche dei paesi limitrofi, compresa Roma, che, penso, mi staranno vicino, senza pretendere elargizione di soldi o promesse di posti di lavoro che non si potranno mantenere”.

 

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