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Dopo la ‘Giornata della Memoria’ i Castelli si scordano anche del ‘Giorno del Ricordo’. Non tutti però

10 Febbraio Giorno del Ricordo Foibe

A pochi giorni dalle celebrazioni relative alla ‘Giornata della Memoria’ si torna a guardare alle pagine buie del passato, in una domenica che coincide col 10 febbraio, in cui si commemora il ‘Giorno del Ricordo’, legato ai massacri delle foibe, gli eccidi perpetrati per motivi etnici e politici ai danni degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia, negli ultimi anni della 2^ Guerra Mondiale ed in quelli immediatamente successivi.

Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 sono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani. La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturarono, massacrarono, affamarono e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone, considerandole ‘nemici del popolo’. Ma la violenza aumentò nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupà Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenarono contro gli italiani. A cadere dentro le foibe furono cattolici, liberaldemocratici, fascisti, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. La ricerca scientifica solo da inizio anni ’90 ha sufficientemente chiarito gli avvenimenti; in precedenza tutto sembrava essere caduto nell’oblio, tanto che ancora negli ultimi anni la conoscenza dei fatti nell’opinione pubblica è rimasta confusa e distorta, anche per via di polemiche politiche atte a sminuire od ingigantire i fatti per pura convenienza ideologica.

A Velletri, proprio in questi minuti, una corona d’alloro sta per essere deposta da parte dell’Amministrazione comunale nella via dedicata ai Martiri delle Foibe istriane, proprio di fronte alla Stazione Ferroviaria.

La delegazione di Fratelli d’Italia a Velletri

Una corona, nello stesso posto, è stata deposta  dal candidato di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Lazio Giancarlo Righini, presente insieme al presidente Luigi Cellucci, i consiglieri di Velletri e Lariano Quaglia e Crocetta, ed una folta schiera di presenti che in un momento di raccoglimento hanno voluto rendere omaggio alle vittime. “…. Nella nebbia del tempo quando tra le pietre del Carso pare di sentire le voci, i canti e i silenzi di quegli uomini, donne e bambini che caddero nel ventre buio della terra…” un breve estratto di “Foiba” di Marco Martinolli. Con queste parole il candidato al Consiglio Regionale del Lazio Giancarlo Righini ha reso omaggio a quelle vittime di cui per anni i libri di storia non hanno mai parlato; circa 15.000 infoibati per cui nel febbraio 2004, Alleanza Nazionale presentò una disposizione di legge per l’istituzione della “giornata del ricordo e della testimonianza”.

Anche Marino non ha mancato di celebrare la Giornata, con una nota in cui l’Amministrazione “ricorda quanto accaduto, quale attestato di solidarietà e partecipazione umana al dolore delle famiglie di quanti sono morti a causa di quei tragici avvenimenti, per trarre insegnamento dalla storia in loro memoria, una data importante che racconta una terribile pagina di storia che interessò i territori dell’Istria, a partire dall’autunno del 1943 subito dopo l’armistizio e fino al 1947, dove furono rastrellate, deportate e uccise migliaia di persone, per lo più italiani. Una tragedia tenuta per molti anni sotto silenzio che rappresenta uno tra gli eventi più cruenti della storia dell’intero Paese. Verrà ricordata al Quirinale anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tra i rifugiati istriani anche don Giovanni Lovrovich, parroco di Marino per decenni e punto di riferimento morale, pastorale e storico per la comunità intera”.

Nella mattinata di sabato 9 febbraio una delegazione dei Circoli di Futuro e Libertà dei Castelli Romani, guidata dal candidato alla Camera dei Deputati alle prossime elezioni del 24 e 25 Febbraio Andrea Titti, unitamente ad una rappresentanza di Generazione Futuro, movimento giovanile di Fli, accompagnati dall’On. Roberto Menia, primo firmatario della legge che ha istituito la Giornata del Ricordo in onore dei martiri delle Foibe e degli Esuli, dopo aver deposto un mazzo di fiori innanzi alla pietra carsica nel quartiere giuliano di Roma, hanno visitato il Museo Fiumano della Capitale. Un gesto per celebrare la giornata del 10 Febbraio e tramandare la memoria di una pagina di storia celata per decenni all’Italia e tutt’oggi non del tutto accettata da parti della società.  “Auspico che tutte le scuole Italiane – ha dichiarato Andrea Titti – a partire da quelle dei Castelli Romani, organizzino visite guidate a questo museo e parallelamente invitino nelle proprie aule i protagonisti di questa parte di storia del nostro popolo, per confrontarsi con i giovani attorno ad un modo di interpretare l’Italianità che non è intriso di nazionalismo ma di amore per la propria cultura e la propria identità. Dovremmo tutti prendere esempio dai nostri fratelli della Venezia Giulia e delle terre d’Istria e Dalmazia: gente dimenticata dall’Italia che non ha mai dimenticato l’Italia. Quel sangue versato per mano dei comunisti jugoslavi, con la silente connivenza delle classi dirigenti Italiane ed Europee del dopoguerra – continua Titti – va onorato come uno dei più alti esempi di sacrificio a difesa di quella cultura millenaria che è alla base della nostra Unità Nazionale. Essere qui – conclude il giovane candidato di Futuro e Libertà – accanto a Roberto Menia, colui che più di tutti ha dedicato la propria vita politica affinché queste genti fossero riconosciute dalla propria Patria è un’emozione ed un onore che mi rende personalmente orgoglioso”.

Come anche per la Giornata della Memoria anche in questo caso molte realtà dei Castelli si sono distinte in negativo, dimenticando totalmente di ricordare quanto accaduto, anche solo con un manifesto o una nota sul proprio sito internet…

 

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