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Velletri – Le donne si incontrano in piazza per reagire alle violenze degli ultimi giorni

VIOLENZA-DONNE

 

E’ una Velletri che sta dimostrando di avere tutte le intenzione di reagire quella che con iniziative più o meno organizzate sta mostrando la sua parte più determinata di fronte alle violenze degli ultimi giorni. In attesa di capire cosa ne sarà del ‘mostro’ che ha stuprato due donne e, sembrerebbe, averne aggredite delle altre (al vaglio degli inquirenti capire se sia trattato sempre dello stesso uomo), l’intera comunità, in special modo la componente femminile, si sta mobilitando per non cedere il passo al terrore e alla violenza.

E’ per questo che stamane, a partire dalle 11, in piazza Cairoli, un gruppo di donne s’incontrerà per discutere su quanto sta accadendo e valutare insieme il da farsi. “I consigli istituzionali di non cedere alla psicosi – si legge nell’appello lanciato dal gruppo – sono sensati ma non abbastanza per allontanare il senso di vulnerabilità che affiora spontaneamente, per spegnere la paura delle donne che si avverte in città. Una paura tangibile, palpabile, che fa male. Gli stupri sono stati lo innesco che ha fatto riemergere un problema che è lontano da essere sradicato. Semplicemente perché la violenza è segnata nella memoria collettiva femminile.  La paura è il sintomo stesso di una malattia antica e quotidiana. La scelta per la piazza non è casuale. La violenza contro le donne è un fatto che non deve rimanere nascosto dietro le finestre o essere trattato come un problema di ordine pubblico. E’ anche un modo per sentirci più vicine, per reagire e per dimostrare alle due ragazze che non sono sole”.

Tra le promotrici dell’iniziativa Astrid Lima, già in prima fila per tutte le battaglie in favore dell’acqua pubblica. “Iniziano ad eserci proposte e molta voglia di creare una rete solidale, una maggior vicinanza tra le donne. Dall’illuminazione nei parcheggi, telecamere (che sono un modo di dissuadere le aggressioni) alla necessità di spazi dove le donne possono ritrovarsi per parlare dei propri problemi. Spero di cuore – ha detto – che il dolore e il terrore provocati da questo maniaco trovi in noi una reazione collettiva, che da questo possa nascere un percorso dove nessuna di noi debba sentirsi sola. Dimostriamo che possiamo reagire. E che non vogliamo più sentire paura. Lo dobbiamo alle donne vittime di queste aggressioni, per nutrirle, darle speranza”.

 

 

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