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Velletri – …e intanto c’è chi ‘insulta’ quelli di ‘Chi l’ha Visto?’

mattino cinque 2

 

Anche la trasmissione ‘Mattino Cinque’ si è occupata della vicenda relativa allo stupratore veliterno

 

 

Ancora un nulla di fatto sul fronte dello stupratore seriale. Anche ora che le telecamere delle ammiraglie televisive hanno guadagnato le postazioni più sceniche della città di Velletri (dopo Rai Tre anche Canale 5 ha dato ampio spazio alla vicenda nella trasmissione ‘Mattino Cinque’) non si registrano passi in avanti nella ricerca dell’autore (o degli autori) delle violenze perpetrate tra gennaio e febbraio.

Nonostante di lui si abbia una parvenza di volto e, si vocifera, ci sia persino una mezza idea sul suo nome, l’energumeno ha fatto perdere le proprie tracce, dissolvendosi nel nulla. Il che, tradotto in concreto, significa che l’uomo potrebbe ormai essere lontano decine, se non centinaia o persino migliaia di chilometri dal teatro delle sue violenze. Un motivo di preoccupazione in meno per le tante donne del territorio? Forse, ma anche il rammarico di non poterlo, nel caso, assicurare alla giustizia, col timore che ovunque esso sia possa colpire ancora, aggiungendo nuove vittime al suo curriculum di efferate violenze.

 

L’INFORMAZIONE – Il clima che si respira in città, volenti o nolenti, è condizionato da questi fatti, tanto che qualsiasi episodio malavitoso, che pur in condizioni della routine quotidiana sarebbe passato sottotraccia, viene amplificato da un passaparola che non conosce freni e che arriva persino a distorcere molti dei fatti poi tramandati, alimentando nuove e fantasiose versioni di quanto realmente accaduto. Come in un gioco di ruolo, dove ogni pedina porta avanti la sua missione, anche in questa desolante vicenda c’è chi si è spinto oltre, sino ad alimentare sterili polemiche. Chi, come noi, non si è sottratto al delicato racconto delle violenze, è stato ingenerosamente accusato di voler fare da eccessiva cassa di risonanza agli accadimenti; in questo i nostri detrattori hanno forse dimenticato quanto preziosa possa essere stata l’opera di informazione che ha messo in guardia migliaia di donne e, chissà, magari contribuito a prevenire ulteriori crimini.

Perfino le forze dell’ordine, che con tanto impeto si stanno mobilitando, nella frustrazione di doverlo fare con carenza di mezzi e di organico, sono state additate spudoratamente da chi non ha perso tempo per scagliarsi contro chi è deputato al controllo e alla tutela della sicurezza, ignorando con quanto impegno le forze di polizia e i Carabinieri stanno portando avanti il proprio lavoro per dare una collocazione più appropriata ai malavitosi.

 

POLEMICHE – La politica, come da tradizione, c’ha messo poco ad accapigliarsi in un balletto di responsabilità che rende l’idea sulla qualità del locale dibattito. Se un membro del Pd, facendosi prendere la mano con un malriuscito sarcasmo, s’è dilettato a definire “coglioni” quelli di ‘Chi l’ha Visto?’, etichettando come una “cazzata” il collegamento dell’altro giorno in piazza Cairoli, pare già essersi delineato il fronte tra coloro – i ‘filo-amministrativi’ – che difendono l’intenzione del sindaco di non dare eccessivo clamore alla vicenda, e chi – i suoi oppositori – danno l’idea di potervi sguazzare, imbastendovi i prodromi della propria campagna elettorale.

Non un caso, quindi, che da parte di chi assiste a tutto ciò, e lo fa unendo allo sdegno per quanto accaduto anche il fastidio che ciò possa offuscare la propria attività amministrativa, ci sia chi si scagli sui mezzi di comunicazione, attaccando quella che viene definita una eccessiva spettacolarizzazione della vicenda. Non neghiamo che il tema, specie in questi ultimi giorni, stia entrando nel tunnel della mediatizzazione forzata, ma nonostante questo, non ce ne voglia l’autore di tali aggettivazioni, definire con certi termini una trasmissione che da decenni contribuisce a dare speranza  (e talvolta certezze) a centinaia di famiglie che vivono nel dolore il dramma di tanti distacchi appare francamente stucchevole. La classe politica cittadina, che si accapiglia sui social network, in una frenetica caccia ai ‘mi piace’ degli amici più cari, potrebbe piuttosto ritrovarsi in consiglio comunale per discutere di quali misure adottare per rendere più decorosa e sicura la città (nessuno dimentichi la barzelletta della videosorveglianza, rientrata pienamente in funzione solo in queste ore, come anche le falle di un’illuminazione che nonostante gli enormi sforzi dell’assessorato preposto presenta ancora diverse lacune, come testimoniato dal buio dello scorso fine settimana in Piazza Cesare Ottaviano Augusto, la piazza in cui si eleva il palazzo comunale).

 

LA BEFFA – Non un caso che tra il nugolo di coloro che hanno sfidato il freddo e partecipato al collegamento con la popolare trasmissione di Rai Tre vi fossero due veliterni che proprio grazie a quella trasmissione hanno potuto sognare un miracolo che non s’è mai concretizzato. In mezzo al ‘pubblico’ vi erano, infatti, anche Marisa Gentile ed Alberto Gentile, moglie e suocero di Davide Cervia, rapito nei pressi della sua abitazione di Colle dei Marmi nel settembre del 1990. Gente perbene, dallo spiccato senso civico, che pur se beffata da uno Stato che al loro cospetto ha messo in mostra i suoi lati più oscuri, non ha mai smesso di lottare per il trionfo della giustizia e per l’esaltazione dei principi di educazione civica, di cui tanti altri sono soliti riempirsi la bocca. La stessa bocca che qualcuno, dinanzi alle nostre orecchie, aprì per una nuova promessa caduta nel vuoto: quella di risarcire con un posto di lavoro i figli del povero Davide, perennemente in credito con la vita e con uno Stato che con loro è stato davvero lacunoso e spudoratamente diseducativo. Chi non ha vissuto tutto ciò, probabilmente, non potrà mai capire il dolore che alberga in certi cuori, un dolore che va però di pari passo con una mai sopita speranza ed un profondo senso di dignità che non potranno mai essere offuscati neppure dall’opportunismo dialettico di chi ha cercato nella politica dei percorsi per soddisfare il proprio ego.

Detto (ancora una volta) dell’ennesimo affronto perpetrato ai danni della famiglia Cervia-Gentile, arrivati a questo punto siamo noi a fare un appello al Sindaco, all’Amministrazione e all’intero consiglio comunale di Velletri, maggioranza ed opposizione incluse: si dia una prova di maturità politica, convocando consigli comunali da effettuarsi nella totalità dei consiglieri (ed in prima convocazione, senza gettare al macero soldi pubblici per continue e patetiche doppie sedute), discutendo collegialmente di quali misure di sicurezza e prevenzione adottare e di quali iniziative mettere in campo affinché non si agevolino ulteriori storie di degrado, materiale e morale, terreno fertile affinché il lato più oscuro e violento di certi individui venga pericolosamente esaltato. Perchè la violenza è violenza, sia che governi la destra sia che governi la sinistra, e l’affievolimento dei valori cardine del convivere civile è palese a tutti, sia che le redini del potere ve l’abbiano i progressisti sia che ce l’abbiano i conservatori, o che le stelle da mettersi sul petto siano Cinque, come quelle dei grillini…

 

SPETTACOLARIZZAZIONE – Nel prodursi in certe considerazioni sarebbe fuorviante ed ingeneroso non rammentare gli sforzi, pur se con risultati non sempre incoraggianti, che la politica locale ha portato avanti nel cercare nuovi spazi di aggregazione e socialità. Sforzi che non hanno però portato a quanto precedentemente annunciato. Che gli alibi possano essere tanti, a partire dalle ristrettezze economiche, non toglie che colpisca, e parimenti stupisca, che invece di riconoscere i propri limiti e mancanze, che sono legati a quelli di ogni essere umano, si preferisca unicamente esaltare quanto fatto, edulcolorandolo con tanto di orpelli, e dandolo in pasto ai cittadini, tramite l’ausilio dei media (in questo caso ritenuti corretti e professionali). Per cui, caro Sindaco, riconoscendole tutti, noi  per primi, i meriti di un grande impegno quotidiano, non dimentichi che certe osservazioni sono insite in ogni professione, e come anche noi le incassiamo faccia lo stesso pure lei, che in tempi non sospetti (dicembre 2011) proclamò pubblicamente di aver già realizzato tutti i suoi punti programmatici. Se fu proprio lei il primo a spettacolarizzare ed enfatizzare quanto sin lì fatto è bene non stupirsi se di fronte ad episodi che hanno segnato la vita di intere famiglie e tolto serenità a quella di tante altre, vi sia chi prova umilmente a fare il proprio lavoro. Senza piegarsi ai diktat di una politica che, qualunque sia il suo colore, non ha le carte per mettere alla gogna chi, con fatica e passione, lavora a beneficio della collettività, senza stipendi a tre zeri che ne rasserenino le giornate, ma con l’unica moneta della gratitudine dei cittadini a sollecitarne la missione di semplici informatori dei fatti locali.

Daniel Lestini

 

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