CRONACA

Ritrovati reperti architettonici rubati: denunciate 3 persone

reperti ritrovati

 

Una donna di 60 anni e i due figli, di 37 e 31 anni, sono stati denunciati in stato di libertà dalla Tenenza dei Carabinieri e dal Comando di Polizia Locale di Ciampino, con l’accusa di detenzione, deterioramento e omessa denuncia di diversi elementi architettonici risalenti all’epoca romana (dal II sec. a.C. al I sec. d.C.). La sensazionale scoperta è scaturita al termine di una operazione di indagine congiunta delle due forze dell’ordine, iniziata nel corso di un rituale controllo di Polizia amministrativa, finalizzato alla corretta esecuzione della raccolta differenziata dei rifiuti. 

Una volta entrati nel giardino, gli agenti della Polizia Locale si sono insospettiti dal trovarsi dinanzi ad un vero e proprio ‘giardino museale’, pieno di statue e di diversi elementi, apparentemente di pregio. Considerata la posizione della villa, il Comando ha interessato della vicenda la Tenenza dei Carabinieri e la Soprintendenza dei beni archeologici del Lazio, al fine di valutare la possibile compatibilità con la presenza di ritrovamenti archeologici nel sito ove è ubicata la villa.

Il manufatto, infatti, è posta a poche decine di metri da dove nel recente passato sono venuti alla luce ritrovamenti archeologici, definiti di straordinaria importanza, come la villa romana attribuita a Marco Valerio Messalla Corvino e ad una cisterna romana che si appoggia ad un muro in opera quadrata risalente al V secolo a.C..  Una volta accertata la compatibilità, è scattata l’operazione delle forze dell’ordine, che sono entrati in casa ed hanno posto sotto sequestro preventivo decine di elementi di pregio storico architettonico, utilizzati dalla famiglia quale mero abbellimento del giardino e degli ambienti interni della loro villa, edificata negli anni 70.

Purtroppo, i militari e gli agenti hanno constatato anche il danneggiamento di alcuni elementi, alcuni incisi con il nome della villa, altri cementificati a statue di scarso valore e di epoca moderna. Da una prima ricostruzione effettuata dai tecnici della soprintendenza, gli elementi appaiono principalmente appartenenti all’antica villa patrizia di Quinto Voconio Pollione, attigua alla proprietà, la stessa dalla quale fu rinvenuto alla fine dell’800 la statua dell’Apollo Pizio, oggi conservata presso Palazzo Valentini a Roma, e nel recente passato oggetto di principale lustro della mostra archeologica allestita a Ciampino in occasione dei recenti ritrovamenti.

Sono in tutto 69 i reperti archeologici oggetto del sequestro effettuato ieri dalla Polizia Locale e dai Carabinieri della Tenenza di ciampino, coadiuvati dalla Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio, presso una villa privata in Via dei Laghi. La catalogazione e il primo esame visivo dei reperti ha permesso di accertare come l’insieme degli elementi archeologici (in travertino, marmo, peperino e ceramica) siano da collocare nel periodo storico compreso tra il II° sec. a.C. e II° d.C..

Dal medesimo esame è presumibile, soprattutto considerati il rinvenimento di tre frammenti di altari ed analoghi rinvenimenti in terreni limitrofi, che si trattasse di un area a vocazione sacra e funeraria, anche se la ricostruzione è resa difficile dal deterioramento dei reperti, dovuto soprattutto all’incuria di averli lasciati in balia degli agenti atmosferici per diversi anni.

Quello che è molto probabile, vista la posizione della villa e visti i ritrovamenti archeologici avvenuti in epoca recente nei lotti immediatamente contigui, è che si tratta di una estensione della antica villa di Quinto Voconio Pollione, in località Marcandreola, una imponente dimora patrizia edificata nella prima metà del II sec. a.C., edificata su terrazzamenti e costruita in due parti, di cui una urbana ed una rustica, che si erigeva in posizione dominante rispetto alla via Castrimoeniense, circondata da diversi ed imponenti giardini impreziositi dalla presenza di un portico con colonne doriche in peperino. La vita della villa ricoprì probabilmente un arco di tempo molto lungo, che va dalla fine dell’età repubblicana, prima età imperiale, fino alla metà del V secolo d.C.. Durante gli scavi del 1884, fu spogliata nell’ottocento delle sue statue più belle andate ad arricchire il mercato internazionale ed il Landes Museum di Karlsruhe. La più famosa statua, rinvenuta nel corso degli scavi e tutt’ora conservata presso in Italia è quella dell’Apollo Pizio, attualmente ubicata presso Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma.

Di particolare interesse archeologico, tra gli elementi rinvenuti ieri, sono da considerarsi alcuni frammenti di capitello in peperino, alcune basi e frammenti di colonne tuscaniche, tre frammenti di pulvino di altare, alcuni frammenti di cornice in peperino con kyma ionico, kyma lesbio e decorazione ad ovoli, un frammento di fusto di colonna in peperino decorata ed un grande frammento elemento in peperino, di oltre un metro.
Proprio i frammenti di peperino fanno ricondurre il rinvenimento di ieri al recente ritrovamento della villa romana attribuita a Marco Valerio Messalla Corvino, definito dagli archeologici come eccezionale, dove erano presenti elementi della stessa tipologia.

Tutti i reperti rinvenuti sono stati rimossi dall’abitazione ove erano collocati e sono stati trasferiti presso un magazzino della Soprintendenza per i beni culturali del Lazio al fine di proseguire l’attività di esame.