‘Non tutto, ma di tutto’ – E se anche i Parlamentari si riunissero in…Conclave?

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NON TUTTO, MA DI TUTTO (TRA IL SERIO E IL FACETO)

“Habemus Papam” dice il Camerlengo di Santa Romana Chiesa, nell’annunciare l’avvenuta elezione del nuovo Pontefice. Questa figura di alto prelato, oltre quello di sostituire il Papa quando è in viaggio, limitatamente all’amministrazione dei beni temporali, ha l’incarico di presiedere il periodo della Sede vacante.

“Papam” non è la lingua di Cicerone, ma tardo latino, quello in uso quando iniziò il rito del Conclave. Nel 1268 alla morte di Clemente IV i diciannove Cardinali di allora, nella città di Viterbo incominciarono le consultazioni per la nomina del successore di Pietro.

All’inizio si recavano una volta al giorno presso la Cattedrale di Viterbo per incontrarsi e votare; ritornavano quindi presso le rispettive residenze. La tradizione voleva, infatti, che l’elezione avesse luogo nella Cattedrale della città dove era deceduto il precedente Pontefice. Per quasi un anno le votazioni si susseguirono senza alcun risultato.

Bisogna ricordare che in quel periodo le influenze esterne avevano molto peso nella gestione della chiesa. I Cardinali erano divisi in due fazioni. Una filo franco-angioina, detta anche guelfa, l’altra filotedesca, sotto l’influenza dell’Imperatore, nota col termine ghibellina. Oltre queste suddivisioni storiche ve ne erano anche delle altre contrapposte, dovute a motivi familiari o personali. Questo rendeva difficile un accordo.

Bisogna considerare che in quei momenti, tutto il mondo cristiano era profondamente scosso dall’uccisione del sedicenne Corradino di Svevia, fatto decapitare a Napoli da Carlo d’Angiò il 29 ottobre 1268 nell’indifferenza o addirittura – secondo molti – con il favore di Papa Clemente IV.

Inoltre, un altro drammatico fatto di sangue accadde durante il Conclave: Enrico di Cornovaglia, mentre assisteva alla Messa, fu barbaramente trucidato. Questo delitto suscitò grande emozione e perfino Dante lo ricorda tra i personaggi assassinati: “Lo cor che ‘n su Tamigi ancor si cola”.

Tutto quest’insieme di pressioni nazionalistiche, animosità politiche e sanguinose liti intestine aiuta a comprendere il difficile clima che si viveva in quello scorcio del XIII secolo. Gli abitanti di Viterbo, capeggiati dal Podestà e dal Capitano del Popolo, entrambe figure molto stimate, convinti della necessità di sottrarre i Cardinali elettori a tutte quelle pressioni esterne, li rinchiusero nel Palazzo dei Papi. In seguito cominciarono a razionare loro il cibo e infine, arrivarono a scoperchiare parte del tetto. Alla fine nel 1271, dopo tre settimane di clausura fu eletto Papa Gregorio X.

Questa è l’origine del Conclave. Gli elettori del nuovo Pontefice si chiudono “con clavis”, allontanando tutti gli estranei: “extra omnes”. Questa pagina di storia potrebbe essere rispolverata, oggi, da qualche insofferente che vorrebbe applicare la stessa procedura al Parlamento italiano di questi giorni: chiudere tutti sottochiave e fare uscire i parlamentari neo eletti solo a Governo proclamato.

Dal pulpito di questa nuova rubrica, “Non tutto, ma di tutto”, chiedo agli amici lettori cosa ne pensano. Siamo in democrazia, libertà di pensiero e…di azione? Certo che si, allora scrivetemi…!

Vostro,

Eurialo

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