POLITICA

Fenomeno Grillo, le opinioni di chi ne è entusiasta e di chi osserva con distacco

grillo

Il fenomeno Grillo è apparso dirompente, tanto da riecheggiare molto di più di quanto non potrebbe neppure uno sciame degli animaletti che proprio col comico genovese condividono il nome.

Grillo uno, grilli gli altri. Uno sbraita, urla e s’arrovella, gli altri si limitano al celeberrimo ‘cri, cri’ che tanti bimbi sono celebri imitare. 

Un fenomeno quello del Grillo che di nome fa Beppe, che volenti e nolenti sta calamitando le attenzioni generali, con la frangia di estimatori che sembra crescere, come pure quella dei denigratori. Come sia possibile non si sa, ma in fondo non appare così strano che di fronte ad un fenomeno del genere pure la statistica esca dagli schemi.

Noi di ‘Castelli Notizie’, che nel nostro piccolo grande panorama di riferimento siamo soliti avere a che fare con tutte le forze politiche, abbiamo messo a confronto le opinioni di due nostri collaboratori, offrendovi il più immediato spaccato di chi al Grillo nazionale attribuisce notevoli speranze di cambiamento e di chi, al contrario, osserva con maggiore distacco la sua ascesa nel gotha della politica nostrana. 

Il proscenio va quindi ad Adriana Tognoni e al professor Pier Luigi Starace, calati in un monologo individuale che si è fatto inconsapevolmente confronto, a conferma di come nella nostra testata gli opinionisti abbiano ogni tipo di libertà di pensiero e di espressione, anche quella di pensarla, talvolta, in maniera del tutto opposta tra di loro.

Buona lettura.

 

M5S e BEPPE GRILLO, SPERANZA DEGLI ITALIANI

di Adriana Tognoni

 

Una conquista senza precedenti quella di Grillo e senza essere troppo analisti è stato un risultato esaltante pieno zeppo di speranza per il Popolo Sovrano che si è riappropriato del parlamento. Tutti hanno schiamazzato la loro vittoria, Bersani e Berlusconi, sempre con i soliti giornalisti potenti e genuflessi nei salotti dei talk-show, si sono arrampicati ancora sugli specchi per poter fornire qualche stralcio di esanime elogio  personale; si sono incensati e si sono offesi a vicenda, senza dignità, sebbene la campagna elettorale fosse terminata.

Mentre chi ha vinto veramente è colui che non ha mai ceduto alla richiesta di compromessi ed inciuci politici e giornalistici; lo possono chiamare comico, populista,demagogo, fascista ed altro ma il risultato elettorale è da brivido e nei palazzi del potere per la prima volta entra qualcuno che è veramente vicino alla gente.

Il M5S  sarà, senza ombra di dubbio, il partito che condizionerà la politica dei ladri e dei corrotti, sarà il rappresentante dell’elettore deluso e sfiduciato sia di destra che di sinistra e sarà l’ago della bilancia per ogni decisione che si dovrà prendere nel parlamento dei voltagabbana e degli intrighi di partito.

Sono intenzionati a cambiare gli schemi prestabiliti  dalla vecchia politica hanno già cominciato a parlare seriamente di: ACQUA pubblica, di ridimensionamento dei PRIVILEGI, di INCENITORI, di  spazzatura DIFFERENZIATA, rimborsi ELETTORALI, abolizione delle PROVINCE, NON ELEGIBILITA’  di condannati e quant’altro. Questi  ed altri punti essenziali, che tanti partiti e tanti  personaggi  dediti alla propaganda elettorale eterna, hanno sempre ignorato o hanno affrontato di soppiatto. Il  Movimento 5 Stelle sarà ed è la “rivoluzione” pacifica che combatterà ogni tipo di dispotismo e di pretesa d’essere presenti  prepotentemente, nella vita dei cittadini,  quasi fosse una un diritto acquisito. Ed anche se il M5S  fosse in grado di realizzare una sola parte di quello che ha progettato  sarebbe già una conquista senza precedenti.

E mentre Bersani e Berlusconi, nonostante il dissanguamento dell’elettorato continuano ad agire da intoccabili senza avere il coraggio e l’umiltà di fare pubblica ammenda ed autocritica, si danno segnali a distanza cercando di trovare l’inciucio giusto e giustificabile per poter essere complici per l’ennesima volta!

Se volessimo trarre una morale, come nelle favole, io direi che: 

– Grazie a Grillo d’ora in poi, possiamo “rimuovere” dal parlamento e dalla politica decentrata i fannulloni e tutti coloro che non seguono l’interesse dell’intero Paese…ciò che era utopia è divenuta realtà !

La mia resta ed è una libera opinione comprovata dal risultato elettorale e dalle condizioni in cui versa la nostra Nazione.

 

 

IL  PUNTO  ARCHIMEDICO  DI  BEPPE  GRILLO 

di Pier Luigi Starace 

 

Il modello di  “civismo” – per quanto di facciata e di regime – inculcato dal fascismo, è stato eroso dall’attacco progressivo e sincratico di due mentalità opposte fra loro. La prima padronale, la seconda servile. Il rappresentante della prima, trovandosi fra i piedi per strada una bottiglia rotta, pensa:” Io pago le tasse per farmi servire da altri, e non m ‘abbasserò mai a raccoglierla.” Il rappresentante della seconda pensa:” La strada non è roba mia, è di chi ha i soldi. Non farò mai un favore a quella gentaglia”. Motivazione ideologica opposta, ma identità d’azione, anzi, di rinuncia all’azione, allo “sporcarsi le mani”. Chi si chinasse e sporcasse per raccogliere la bottiglia farebbe sentire in colpa entrambi, procurandosi da essi una taccia di stranezza, se non peggio.

Mi sembra che Beppe Grillo, al contrario della duplice massa rinunciataria, sia rimasto folgorato da quel gesto. Come un filosofo che avesse scoperto l’essenza del passaggio dalla potenza all’atto. Come uno storico che si vedesse davanti un nuovo passaggio evolutivo dell’uomo. Come un religioso che assistesse ad una conversione intima della coscienza: quella della scoperta della propria personale responsabilità a fronte d’un male evitabile, affrontabile, rimediabile.  Beppe Grillo come profeta (nel senso originario di “colui che parla al posto di un altro”) di tutti quelli che, già molto prima che le mentalità di cui sopra avessero lasciato accumularsi i rifiuti, come a Napoli, fino ad impedire l’apertura delle porte, si erano mossi con la parola e l’azione per evitare simili esiti, avevano capito che se nessuno si muoveva, loro potevano e quindi dovevano, farlo, che non erano degli zeri, ma delle unità. Insomma, Beppe Grillo come valorizzatore d’un punto archimedico per la “sollevazione”del peso morto in tutti i sensi d’un’umanità rassegnata a scendere giorno dopo giorno senza muovere un dito negli abissi dell’inquinamento, del riarmismo  distruttore di risorse, delle speculazioni d’ogni tipo, della politica come organizzazione di racket di danaro pubblico e ridistribuzione del bottino fra gli associati a delinquere. Beppe Grillo come poderoso spingitore ( non voglio usare l’inglese “pusher”) in avanti di ogni iniziativa correlata al famoso gesto, come per esempio, l’andare dall’assessore ai rifiuti del comune a chiedergli perché la raccolta non funziona, e tutti i possibili passi successivi.

Beppe Grillo come punto d’incontro per tanti percorsi diversissimi come campo d’intervento, ma tutti miranti ad un unico scopo la cui positività assorbe e supera quella dell’esser di destra o di sinistra. Beppe Grillo come prova vivente del superamento di questa distinzione (non in astratto, sia ben chiaro, ma nel concreto), e consapevole del fatto che, con questo, potrà assorbire adesioni da un arco che va dai centri sociali a Casa Pound. Beppe Grillo come coordinatore di tante energie per cercare di dare ad esse ciò che non hanno, e delle quali hanno bisogno per aumentare la propria efficienza: il sostegno, il ruolo, il potere istituzionale.

In soldoni: il tizio che ha raccolto la bottiglia e che, passo passo, ha percorso tutti i problemi delle discariche e correlati, non è l’uomo giusto al posto giusto come assessore del ramo, al posto di quello messo dalla camorra per fagocitarsi gli appalti? Grillo come avvistatore e promotore d’un disegno strumentale ad uno più vasto di salvezza: la riconversione delle istituzioni da luoghi di pompaggio di danaro pubblico per la sua distribuzione fra gli associati a delinquere a luoghi nei quali fare quello che istituzionalmente vi si deve fare, sotto la guida di persone oneste e preparate. Grillo  come uomo di fede. Solo lui o qualcuno che ha iniziato, magari prima di lui, le sue battaglie, può capire quante migliaia di delusioni, di silenzi, di fallimenti, d’insulti, di calunnie vi siano state lungo il suo e loro  cammino. Eppure lui ha continuato a gridare, anche nel deserto, fino a che hanno cominciato ad ascoltarlo, anche con un uso intelligente, ancora una volta responsabile, di internet, sia per sprovincializzare l’informazione “organizzata”, “importando” il meglio d’esperienze estere, sia per diffonderle. Basterebbe questa pertinacia non silenziabile e non moderabile a meritargli un grande rispetto. A questo punto ci vorrebbe la serie dei distinguo, delle prese di distanza, dei timori, nei confronti suoi e dei “grillini”: ma ci ha provveduto e sta provvedendo oltre ogni limite l’informazione in generale.

Preferisco invece concludere nel segno del sentimento. Vedo e sento vibrare in Beppe Grillo la continuità con quella Genova- che con Travaglio, Crozza, Vergassola, Paolo Villaggio, Don Gallo- ha costituito la punta più acuminata dell’antiberlusconismo- che con Balilla si è ribellata agli Austriaci, nel 1960 all’oltraggio neofascista alla sua qualità di città medaglia d’oro  della resistenza, e nel 2001 a quello berlusconico del G8. Vibrare nel timbro anche non piacevole della sua voce l’anima antica  del capitano di mare che quando la nave sta affondando, per evitare il naufragio tira fuori tutto quello che ha, ma non solo: cerca  di tirarlo fuori da tutti i membri dell’equipaggio, perché sa che da solo non ce la può fare.   

 

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