Attualità

Quando si parte col piede sbagliato è difficile tenere il passo

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NON TUTTO, MA DI TUTTO  di EURIALO

 

 

Antefatto. Leggere l’articolo di Eurialo sui “pacchi postali”. Come? Ecco il link: cliccate qui

Da una parteGiulio Terzi ha dato le proprie dimissioni da ministro degli Esteri in Parlamento:

“Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India. Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra”…”Mi dimetto perché solidale ai nostri due marò e alle loro famiglie”. Chi applaudiva, chi fischiava.

Dall’altra:  replica del Ministro della Difesa Di Paola:

“Sarebbe facile oggi lasciare la poltrona, ma non sarebbe giusto e non lo farò… Non abbandonerò la nave in difficoltà con Massimiliano e Salvatore a bordo fino all’ultimo giorno di governo”. Chi fischiava chi applaudiva.

AntefattoNel gennaio del 2012 Legambiente parla di Colosseo a rischio crollo per lo smog (che innesca processi chimici sulla pietra, fino a sciogliere la roccia), e per le vibrazioni provocate dai 3.400 veicoli l’ora che transitano da via Fori Imperiali, producendo un inquinamento acustico di 95,2 decibel. A febbraio sottolinea: la neve e il gelo mettono a dura prova la stabilità del Colosseo, tanto che si rende necessaria la chiusura del monumento per motivi di sicurezza.

Da una parte:  La Soprintendenza ai beni archeologici di Roma dice di non essere stata informata dell’iniziativa a sostegno dei due marò italiani in India, voluta dal Sindaco Alemanno che, ha emesso un’ordinanza per l’allestimento di un palco a ridosso del Colosseo. La cosa risulta in contrasto con gli accordi intercorsi in merito alla sicurezza dell’area esterna all’Anfiteatro, generando una situazione di gravissimo disagio e rischio per il pubblico. La Soprintendente Maria Rosaria Barbera, con l’avallo di Ornaghi, Ministro per i beni e le attività culturali, incalza, chiedendo l’immediata rimozione con una lettera inviata al Campidoglio. 

“Non è altresì autorizzata – si legge nella lettera inviata anche al Prefetto di Roma e al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco – alcuna proiezione sulla facciata del Colosseo, né lo spegnimento dell’illuminazione interna di sicurezza dell’Anfiteatro e del Foro Romano». 

Dall’altra:  Il primo cittadino che replica non c’è alcun “palco” ma una semplice pedana alta appena 40 centimetri dal suolo e, che  quindi, non limita la visibilità del monumento “… bisogna manifestare al Colosseo, spegnendolo, per dare solidarietà ai nostri marò… andiamo avanti e non vogliamo sentire storie… Noi faremo comunque la manifestazione Ci dispiace non aver potuto fare tutte le procedure ma c’era un’urgenza”. Questa la risposta del Sindaco.

Ho assistito alla manifestazione dall’alto, da Via Nicola Salvi, poco distante dal glorioso Liceo Cavour, che mi vide studente mille anni fa… Sulla pedana (larga 18 metri, profonda 6, un centinaio di metri quadri in tutto, strategicamente collocata in prossimità dell’ingresso a soli 2 metri di distanza dalle antiche pietre) si sono succeduti vari personaggi: parole di plauso si alternavano a parole aspre contro chi avrebbe voluto ostacolare quel sostegno morale a distanza. 

Si sono spente le luci per dare maggior risalto a tre delle arcate doriche del primo livello dell’Anfiteatro, patriotticamente illuminate con fari verdi, bianchi e rossi. Ad un certo punto è echeggiato l’inno d’Italia.  Riflettevo sul diritto di manifestare e sul dovere di rispettare le norme, anche da parte delle istituzioni. A chi bisogna fare riferimento? Guardavo la scena dall’alto affacciato a quella balaustra, che tante volte mi vide con il braccio sulle spalle di qualche compagna di scuola, o di qualche turista. 

Allora ero giovane, tante cose non le capivo…ma adesso, ancor meno.

EURIALO

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