CRONACA

Caso Cervia, i familiari a ‘Chi l’ha visto?’. Spuntano nuove clamorose testimonianze

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di Federica Tetti

Non si è mai trattato di allontanamento volontario. Quello di Davide Cervia è un caso difficilissimo tra depistaggi e omertà che hanno reso difficile il raggiungimento della verità. Dopo 23 anni dal rapimento dell’ex militare di Velletri spuntano nuove testimonianze sulla vicenda, raccolte instancabilmente dalla trasmissione “Chi l’ha Visto?”.  Una cosa è certa: i familiari di Davide non sono più soli nella ricerca di quelle verità mai confermate ufficialmente, di cui la moglie ed i figli non hanno alcun dubbio: Davide è stato sequestrato!

Stasera  la trasmissione di Rai Tre ha mandato in onda la testimonianza di uno degli istruttori di Davide,  Giovanni Cossu, Luogotenente MMI in congedo e uno dei massimi esperti dei sistemi di arma impiegati nelle navi italiane. Oggi l’uomo, ormai 82enne,  ha deciso di metterci la faccia riferendo alle telecamere che l’ipotesi del rapimento non è così assurda; anzi si è spinto ben oltre, dando come certa l’ipotesi del rapimento. “Senz’altro è stato rapito per le sue conoscenze – ha affermato nell’intervista l’anziano istruttore -.  Conosceva le apparecchiature e i segreti della guerra elettronica e faceva troppa gola agli stranieri”.  L’uomo ha poi riferito uno strano episodio capitatogli alla stazione di Milano nel 1983: “ho avuto il terribile sospetto di un tentativo di rapimento”  ha proseguito il luogotenente ricordando l’inseguimento di due individui per circa un’ora fino a quando non riuscì a dileguarsi e mettersi in salvo su un treno per Taranto.

A questa testimonianza si aggiunge quella del fotografo Marcello Roberti, il quale ricorda benissimo che Davide Cervia una settimana prima del suo rapimento gli aveva commissionato una gigantografia di una foto del matrimonio con Marisa. “Ricordo il matrimonio di Davide e Marisa come uno dei più bei matrimoni che abbia mai seguito – ha dichiarato il fotografo –. Erano giovani ed innamoratissimi: una persona che vuole scappare non ordina una foto del matrimonio da regalare alla propria moglie”.

In questa lunga battaglia una cosa è più evidente che mai: Davide non è scappato di casa. 

“Questa è la settima testimonianza che raccogliamo di persone che sono costrette a scappare o nascondersi ed è gravissimo – ha ribadito con forza Marisa Gentile, moglie di Davide –. Le istituzioni fino adesso hanno calato un muro, hanno chiuso gli occhi ed impedito le indagini, perché comunque la vita di una persona non vale nulla rispetto al commercio redditizio delle armi.  Abbiamo bisogno di un segno tangibile da parte delle Istituzioni che dimostri che sono dalla nostra parte. Purtroppo la gente ha paura di parlare ed ancora accadono cose stranissime, come l’attentato che la nostra famiglia ha subito nella nostra abitazione non più tardi di  6 mesi fa”.

Nell’ultima parte della sua invocazione la signora Gentile si è quindi rivolta alla stampa nazionale, rea, a suo dire, di aver fatto calare anch’essa una cortina di silenzio su un caso inquietante, che noi non ci preoccupiamo a definire un’autentica vergogna all’italiana: “perché la stampa non fa domande insieme a noi familiari? Perché non ci aiuta a fare chiarezza?”. L’appello conclusivo dei familiari di Davide è nitido: “abbiamo bisogno di conoscere la verità”.

 

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