Attualità

‘Brindisi con l’autore’ Domenico Gilio a ‘La Vigna dei Poeti’

gilio

 

di Marisa Monteferri 

Che bello, quando un connubio artistico riesce ad essere coinvolgente e interessante, ad avere una bella risonanza di pubblico e di critica e a dare visibilità a più persone contemporaneamente, al punto da auspicare presto un nuovo affiatato contributo alla cultura e alla speranza verso il futuro. Ma procediamo come si conviene, cioè mettendo un pò d’ordine a tanto entusiasmo. Come usa fare ormai da quasi un decennio, l’associazione culturale veliterna “La Vigna dei Poeti”, anche quest’anno ha organizzato la manifestazione del “Brindisi con l’autore”; la paternità di questo evento va attribuita a Renzo Nanni, poeta livornese che per anni fu residente a Velletri e che della “Vigna dei Poeti” fu il cofondatore, insieme ad altri artisti veliterni. In merito all’autore da presentare quest’anno, la scelta è caduta sul poeta genzanese (ma lucano di nascita) Domenico Gilio, uomo di profonda cultura umanistica, ex insegnante ed ex ispettore scolastico: dunque persona molto vicina al mondo dei giovani che ripone nei giovani una grande fiducia e una grande speranza per il mondo di domani.

 

DOMENICO GILIO

Ne hanno tracciato un profilo letterario esauriente il professor Filippo Ferrara, sociologo ed ex presidente della “Vigna dei Poeti”, ed il professor Michele Tortorici, attuale presidente dell’associazione, i quali hanno messo in risalto le qualità artistiche e umanistiche di Gilio, uomo dalle solide radici rurali che non hanno perso niente della loro struttura capillare anzi, man mano si sono diramate verso fertili terreni letterari, nutrendosi di linfe necessarie e propagandosi, attraverso l’arte e l’attività dell’insegnamento, verso nuove propaggini, verso nuove generazioni, laddove il terreno è ancora più fertile e seminare diventa un piacere, oltre che un dovere: ai giovani  infatti rivolte molte liriche delle raccolte poetiche di Gilio e ai giovani va il suo pensiero di persona che ha vissuto molte esperienze di vita e intende lasciare una traccia tangibile del suo percorso umano proprio attraverso la poesia.

Si potrebbe aprire qui una parentesi del come e del perché la gente abbia la necessità di scrivere poesie; è significativo come, soprattutto in un periodo in cui scarseggia il cibo per il corpo, non viene mai a mancare il cibo per la mente: del resto, ricordiamo che Giuseppe Ungaretti molte sue liriche le ha scritte in trincea fra gli spari dell’artiglieria. Ad ogni modo, ognuno ha le proprie necessità da esprimere e la poesia da a ciascuno mille opportunità per farlo: se l’essere umano sente il bisogno di raccontarsi, di  specchiarsi, di denudarsi attraverso la poesia, ben venga: non è necessario se sia un poema, un peana, o la lirica perfetta; è importante che trasmetta il proprio suono e il proprio messaggio. Specialmente oggi, a mio parere, bisogna ricercare la bellezza della vita attraverso la poesia.

Tutta l’opera di Gilio, inoltre, non fa che confermare quanto detto; lui riesce a trovare una acuta liricità persino in una cetonia (il piccolo scarabeo che noi chiamiamo matrona) posatasi su un cardo. Ma non ci si deve sorprendere, per questo; se invece delle parole Gilio avesse usato la macchina fotografica o una cinepresa, avrebbe trasmesso la stessa liricità attraverso le immagini: perché è proprio in queste piccole cose che il mondo e la natura hanno ricchezze da mostrare e diffondere, ricchezze a cui attingere liberamente: non costano niente, catturano solo l’attenzione e la restituiscono sotto forma di tesoro, di memoria, di spunto per scrivere una poesia e chissà, magari per trarne interrogativi o conclusioni di carattere più scientifico. Infatti, non bisogna vedere la poesia come disgiunta dall’Universo bensì parte integrante di esso: e se può servire a far star bene anche una sola persona che in essa si rispecchia, ben venga questo lenimento dell’anima. Se si potesse svolgere una ipotetica equazione mondiale, si dovrebbe avere, come risultato finale, più poesia e meno violenza!!! Si può almeno sperarlo, non è così? Grazie anche alla gentile collaborazione della direttrice, signora Antonella Isopi, il tradizionale evento si è tenuto presso la scuola media Andrea Velletrano di Velletri, dove la professoressa Isopi, e la professoressa Maria Isabella Spano, unitamente alla Professoressa Patrizia Audino, hanno dato vita ad una briosa lettura di poesie dell’artista Gilio. Nell’aula magna della scuola dove si è tenuta la lettura, era anche presente una piccola grande orchestra, diretta dal Maestro Pallocca ; piccola, perché l’età degli orchestrali non supera i 12, 13 anni; grande perché questa orchestra, per l’esattezza la “LA.MI.FA”, che conta circa 16/17 elementi, è formata  da un gruppo di allievi della scuola medesima, ed  ha già vinto un importante concorso musicale nazionale. I ragazzi hanno eseguito brani dei Beatles, di Morricone, brani gospel e altri generi musicali: ed hanno incantato la platea che attenta e partecipativa, non ha certo lesinato applausi su applausi.

Ecco, questo bellissimo connubio che ha deliziato tutti coloro che erano presenti all’evento, è come quella piccola cetonia posatasi sul cardo: un intenso attimo sublime. Infine, come “La Vigna dei Poeti” è consueta fare, è stato offerto un brindisi con vini, crostate e torte salate a tutti gli intervenuti. L’appuntamento, ora, è per il prossimo anno.

 

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