POLITICA

Velletri – Incubo idrico, Pennacchi (SPV) è chiaro: ‘niente profitti con l’acqua’

acqua

Acqua che sopraggiunge a singhiozzo, con zone che a fatica riescono a mantenere discrete condizioni di igiene, bollette che arrivano ‘gonfiate’ e che contribuiscono ad esasperare ancor di più gli animi. Ce n’è per tutti a Velletri e in gran parte dei Comuni limitrofi in termini di disservizi idrici, con un’Acea che continua per la sua strada, quasi facendo spallucce di fronte ai tanti problemi della gente.

Tra le zone più martoriate ancora una volta quelle intorno a piazza Mazzini, già duramente provate da quanto accaduto nelle scorse estati. Anche la politica locale, a suo modo, prova a fare il suo, tra chi cavalca l’onda del dissenso e chi, per quel che può, prova a metterci del suo per arrivare ad una svolta. Tra i novizi dell’assise comunale il giovane Stefano Pennacchi, esponente consiliare di ‘Sinistra per Velletri’. Nella sua disamina il giovane esponente di Sel ricostruisce quanto avvenuto nel recente passato, partendo dal “referendum di 2 anni fa, nel quale i cittadini ‘a maggioranza bulgara’ si sono espressi per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua e l’abrogazione del profitto garantito dei gestori privati. Ciononostante – sottolinea Pennacchi – nulla è cambiato e l’Acea continua a gestire il servizio idrico”.

STEFANO PENNACCHI (SPV)

Sul come (lo faccia) è palese a tutti. Anche al ‘Cristo Rosso’ veliterno, che arriva a parlare addirittura di “stato di rapina da parte di un’Acea che da 8 anni gestisce il servizio idrico veliterno con l’At che ha incassato senza reinvestire sulla rete. Stiamo ancora aspettando i 13 milioni di euro promessi – ha dichiarato Pennacchi -, cosa che ha comportato nel corso degli anni innumerevoli disservizi a tutti i cittadini, ultimo ma non per importanza la mancanza d’acqua, per oltre 20 giorni in alcuni casi, sulla zona nord-ovest di Velletri ed il suo centro storico, nello specifico Piazza Mazzini e vie attigue”.

Tornando al sistema dell’Acea Ato 2 Pennacchi dimostra di non aver alcun dubbio: “l’assenza sul territorio di questa società è impressionante e i cittadini pagano senza avere un servizio adeguato. In questo il Comune si trova tra l’incudine ed il martello perché oltre che sollecitare le riparazioni e l’invio di autobotti altro non può fare. Dobbiamo per questo chiudere questo ciclo di gestione per un nuovo cambio di passo, rispettando la volontà popolare ed uscendo dall’Acea per costituire insieme a tutti i comuni dei Castelli Romani un apposito consorzio. Questa, ad oggi, è l’unica strada per ridare la gestione in mano ai cittadini e mi piace ricordare che nella passata consiliatura la ‘Sinistra Arcobaleno’, oggi ‘Sinistra per Velletri’, si è fatta promotrice, insieme ad altri Comuni, di un referendum regionale propositivo specifico sulla questione idrica. Una delibera di consiglio che fu votata dai due terzi del consiglio, da maggioranza ed opposizione e che dovrà portare ad un referendum molto atteso. Come direbbe Josè Luis Sampedro ‘spendiamo milioni e milioni per cercare acqua su Marte e non facciamo niente per conservarla qui e per cercarne di più per quelli che hanno sete’. A questo punto è bene ribadire un concetto essenziale: ‘fuori, per sempre, i profitti dall’acqua!'”.

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