POLITICA

Leoni (Confesercenti): ‘l’Italia è al collasso. Ecco i consigli per salvarla”

closed

“Le pagine dei quotidiani, elettronici e cartacei ormai impazzano delle ormai note  vicende sulla crisi finanziaria, delle famiglie, sul mondo del lavoro, tra il 2008 ed il 2012 i fallimenti sono raddoppiati, una azienda su tre ha chiuso definitivamente, disoccupazione giovanile al 40%%, caduta verticale della domanda, competizione a zero, serve rilanciare l’economia, il lavoro, et voila,  ricetta del giorno: lo Stato inizia  a pagare qualche debito, peccato che la maggior parte di questi soldi le aziende non li vedranno mai, semplicemente perché andranno direttamente negli istituti bancari con cui precedentemente si sono dovute indebitare, perciò quale respiro per le imprese atto a farle  rilanciare?”.

Inizia così, con un crescendo rossiniano, l’accorato sfogo di Mauro Leoni, presidente della Confesercenti di Velletri, che affida a ‘Castelli Notizie’ il suo grido d’allarme per una situazione economico sociale che nel Bel Paese appare ogni giorno di più allarmante.

 

MAURO LEONI

“L’unica speranza – continua la sua riflessione Mauro Leoni – è che il sistema bancario ci rigetti nel debito dei mutui.  S’interviene con un incentivo di circa 650 euro (per un incentivo finale di 10mila euro) a chi ha requisiti (vi invito ad andarli a vedere) e uno dei tanti è che si assumi a “tempo indeterminato un collaboratore” (laccio al collo per tutta la vita)…Secondo costoro con questo incentivo riparte il lavoro…!”.

Ci domandiamo: sono poco savi  o siamo noi che ad essere tutti  dementi? Il problema sono i 650 euro per il collaboratore o  la domanda che non c’è più? Si pensa veramente che  chi entra a lavorare attraverso questi incentivi con il misero stipendio che a malapena servirà a parare la routine giornaliera farà ripartire l’economia? Serve imbrigliare l’imprenditore con  il “tempo indeterminato” o magari si può arrivare a pensare che se l’economia gira mai nessuno licenzierà il buon collaboratore? Condividiamo sicuro la tutela del collaboratore – continua Leoni – ma sicuramente si possono cercare e trovare formule diverse. Ricetta semplice: risparmiate i 650 euro (totali pro azienda avente diritto 10mila) visto che non servono collaboratori in azienda se non abbiamo mezza commessa dentro le nostre attività. Che si mettano in moto piccoli cantieri, si riparta dal basso, si investa per ristrutturare scuole, palazzi di enti pubblici, si creino i presupposti per far partire la piccola impresa, l’artigianato, il commercio, l’edilizia, si abbatta la pressione fiscale, prima in tutta Europa, si intervenga seriamente sul taglio delle spese e, a quel punto, la pmi dei 650 euro non potrebbe non servire  e magari potrebbero essere indirizzati per formazione e sociale argomenti sempre più pressanti in un periodo contraddistinto da una ‘crisi’ che ormai ci ha avvinghiati e dove abbiamo PMI  in disastro finanziario e migliaia i fallimenti perché lo Stato non paga i debiti. Una situazione scandalosa e vergognosa ed è qui il vero paradosso tutto italiano, visto e considerato che alle stesse imprese lo Stato mette alle calcagna Gerit ed Equitalia, pronte ad ucciderle. Anche se con tutte le agevolazioni del caso quando una azienda non ha più entrate- continua il numero uno della Confesercenti di Velletri – con tutta la buona volontà i debiti restano debiti. Equitalia interviene perché il contribuente risulta debitore verso lo Stato, ma lo stesso zelo non si riscontra quando è lo Stato ad essere debitore del contribuente imprenditore: perchè non mandare Equitalia allo Stato perchè lui non paga noi? Così, giusto per farci due risate…!  Eppure basterebbe una legge semplice ed efficace: “compensare debiti e crediti tra Stato ed imprese”; troppo facile o poi si aprirebbero voragini nelle mancate entrate che, in fondo in fondo, lo sono già visto che sono soldi dovuti e non liquidati, perciò trattenuti indebitamente”.

“In un contesto del genere – continua Leoni – è diventata dura la vita di tutti i giorni, sul pezzo  arrovellandoci il capo per capire cosa fare, sperando che non arrivi la prossima raccomandata. Una condizione che ci mette sicuramente nella condizione di essere più pratici di tanti governanti e perciò muniti di  qualche consiglio pratico da proporre alla nostra classe politica, visto e considerato che oggi più che mai serve rilanciare l’economia del Paese, creando ricchezza per le famiglie e le aziende.

Nel nostro piccolo, vista la volontà di far diventare la nostra Patria primo distributore di turismo,  innescando una catena produttiva che tra diretto ed indotto qualche milione di euro potrebbe farlo muovere, considerato il nostro patrimonio artistico culturale, vorremo presentare una piccola proposta: caro legislatore, invece di arrovellarti il cervello su cosa è meglio rimandare, se prima l’Imu o prima l’Iva, o se 650 euro alle imprese saranno utili per il rilancio dei consumi, perchè non si affronta seriamente una bella legge che tiri fuori dai sottoscala tutti i reperti storici della nostra Nazione, archiviati nelle caverne governative senza alcuna speranza di essere visitati ed ammirati, per poi in maniera responsabile creare i presupposti in ogni città o paese che abbiano i requisiti (e se non li hanno si creano) di esporre le nostre meraviglie. Così potremmo creare economia turistica,  forza lavoro, indotto economico,  rivalutazione dei centri storici, movimento nei piccoli centri e conseguente deterrente per la micro criminalità”.

“A questo punto – conclude Leoni – è doveroso cercare qualche amico/a che, ovvio più intelligente di noi – che mi faccia capire perchè alcuni nostri governanti non debbano essere considerati degli incompetenti. Auspichiamo un confronto che ci porti, eventualmente, a ricrederci sulle cose dette”. 

 

LEGGI ANCHE:

– L’AUSPICIO SOCIALE DI MAURO LEONI: “E’ ORA DI FARE SQUADRA”

Più informazioni
commenta