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Genzano – Villa Antonini: il Comune si irrita, ma lissu qualcuno sembra avere la memoria corta

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(d.l.) – L’ufficio stampa del Comune di Genzano ha invocato addirittura l’utilizzo di “una maggior prudenza e correttezza” al momento di prodursi in una richiesta di rettifica fatta precedere dall’elenco di alcuni articoli relativi alla legge sulla stampa e alla legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti (leggi delle quali chi dirige questo giornale non è certamente digiuno, ndr).

Il tutto in risposta ad un articolo redatto da Federica Tetti, dal titolo ‘Genzano – Scavi alla Villa degli Antonini: torna l’incubo furto e saccheggi’, che a qualcuno, all’interno del palazzo comunale di via Belardi, non deve essere andato giù, almeno stando ai toni utilizzati nella replica, avendovi ravvisato delle inesattezze o lacune che, ad onor del vero, sarebbero sorte, nel caso, da dichiarazioni di professionisti coinvolti in prima battuta nei lavori di recupero dell’area in questione.

Non avendo altro fine che quello di garantire, da tradizione, che la verità dei fatti non venga mai tradita, proponiamo  integralmente il testo pervenutoci dall’ufficio stampa del Comune genzanese, non prima di ricordare allo stesso che un organo di informazione non ha chiaramente l’obbligo di dover verificare ogni notizia che viene pubblicata appellandosi ad un ufficio stampa comunale (disponendo anche di altre fonti), tanto più se si tratta di un’intervista la cui architrave poggia sulle dichiarazioni rilasciate da chi sull’argomento non è affatto digiuna, come, nella fattispecie, la co-direttrice degli scavi.

Non dispiace, comunque, che l’attuale Amministrazione difenda gelosamente l’operato di quelle che l’hanno preceduta e fa altrettanto piacere notare che nei decenni scorsi vi siano stati sostanziali interventi nell’area in oggetto, fermo restando che il passaggio maldigerito dai vertici amministrativi, relativo ad “una Villa sepolta dall’incuria e dalla vegetazione”, non appare mendace se si guarda alla storia, piuttosto travagliata, dell’area in questione.

Senza andare troppo in là con il tempo non è allora un caso che non più tardi di 14 mesi fa fu portata a termine una massiccia opera di pulizia coordinata dal locale circolo di Sinistra Ecologia e Libertà (LEGGI QUI), a dimostrazione che quanto riportato nell’abbrivio del pezzo pubblicato il 30 luglio dal nostro quotidiano telematico non tradisce affatto la verità storica di un’area che nessuna delle Amministrazioni succedutesi ha mai saputo condurre ai fasti che un tale sito meriterebbe. 

PARTE DEI RIFIUTI RACCOLTI NEL MAGGIO DEL 2012

In quel ‘repulisti’ generale, furono portati via calcinacci, vetri frantumati, vecchi infissi, materiali plastici, vecchi sanitari, materiale di scarto e, ovviamente, erbacce e rovi. A questo punto ci sovviene spontaneo pensare che o qualcheduno, nell’ufficio stampa comunale, non fosse a conoscenza di tutto ciò o, al contrario, ci si è fatti prendere la mano diramando una replica-rettifica che, nei toni e nella sostanza, è apparsa esagerata ed ingenerosa, tanto più se rivolta ad un organo di stampa che, dal giorno della sua nascita, si adopera quotidianamente, nei limiti delle proprie forze, umane e tecnologiche, per il bene del territorio nel quale garantisce la sua copertura giornalistica. Lo spazio dei commenti, sottostante ad ogni articolo pubblicato, sta lì a testimoniare l’ampia rilevanza che l’intero progetto riserva al confronto sui temi trattati, nella consapevolezza che il dibattito può davvero rappresentare un valore aggiunto per la completezza del tema trattato. La forma e la sostanza di quanto pervenutoci dal Palazzo svilisce il senso umile del confronto di chi si è sempre posto con impegno ed abnegazione, col solo intento di fare informazione, senza per questo genuflettersi a nessuno. 

Di seguito, il testo (integrale), ricevuto per posta elettronica nella mattinata di mercoledì 31 luglio:

 

“Richiesta di rettifica in base all’art. 8 legge sulla stampa 47/48 – Art.2 Legge istitutiva dell’Odg 69/63

In relazione all’articolo pubblicato da Castelli Notizie il 30 luglio 2013 dal titolo “Genzano – Scavi alla villa degli Antonini: torna l’incubo furti e saccheggi” a firma di Federica Tetti si precisa quanto segue:

Quando Federica Tetti scrive: “sepolta dall’incuria e dalla vegetazione è rimasta per molto tempo la Villa degli Antonini” si tratta di una notizia non corretta. Prima degli scavi effettuati dalla Montclair State University degli Stati Uniti (collaborazione scientifica disciplinata da una convenzione siglata dall’ateneo e dall’amministrazione comunale nel 2012), nel sito archeologico erano stati eseguiti altri interventi: il primo da parte della Sovrintendenza ai Beni archeologici del Lazio con finanziamenti statali; il secondo nel 1996 eseguito dal Comune di Genzano con l’associazione Speculum Dianae sotto l’egida della Soprintendenza. Negli anni successivi sono stati messi in atto progetti di riqualificazione che mettevano in luce il valore della Villa per trasformare l’area in un parco archeologico sostenuto, nel 2001, dalla richiesta di fondi regionali mai concessi. Al contempo, sono stati fatti convegni, sono stati pubblicati studi ed è stato eseguito un censimento dei beni culturali nel 2001.

  • In un passaggio dell’articolo si fa riferimento all’“apertura al pubblico al termine degli scavi”. Non si riporta, però, il contesto dell’apertura: ovvero un convegno organizzato dai Comuni di Genzano e di Lanuvio (I progetti di ricerca della c.d. Villa degli Antonini e del Santuario di Giunone Sospita”, al quale ha partecipato, oltre ai rappresentanti delle  amministrazioni coinvolte, la dottoressa Giuseppina Ghini, direttore archeologico della Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio). Si è trattato di un convegno che ha coinvolto molti cittadini e durante il quale si è dibattuto sulle politiche culturali e di come valorizzare i beni culturali alla luce della scure dei tagli alle amministrazioni. 
  • Nel corso dell’articolo, la professoressa Deborah Chatr Aryamontri, cita un presunto finanziamento regionale a cui il Comune non avrebbe dato seguito per la “costruzione di una recinzione adeguata”. Si tratta di una notizia priva di fondamento perché al Comune di Genzano non risulta che la Regione Lazio abbia mai messo a disposizione fondi per la costruzione di recinzioni, né tantomeno questa amministrazione ha mai perso un bando regionale per lo stesso motivo. Si tratta quindi di un’informazione che non corrisponde alla realtà delle cose e che sarebbe stato necessario, nonché opportuno, verificare tramite l’ufficio stampa del Comune, il quale avrebbe provveduto a ristabilire la realtà obiettiva delle cose. 
  • Infine, non si può evitare, con rammarico, di evidenziare come siffatti articoli non giovino alla corretta e professionale diffusione della conoscenza dei fatti che riguardano il nostro territorio e l’attività dell’Amministrazione comunale, perciò si invita ad una maggiore prudenza e correttezza nel verificare i contenuti all’atto della pubblicizzazione di notizie a mezzo stampa”. 
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