POLITICA

Andolfi sulla ‘Bretella Cisterna-Valmontone’: “un’opera anacronistica e dannosa”

andolfi

Sembra allargarsi ogni giorno di più il fronte degli oppositori alla Bretella di collegamento tra Cisterna e Valmontone. In attesa di un nuovo incontro pubblico in programma nel pomeriggio di venerdì 23 agosto nelle campagne veliterne anche l’ex capogruppo dei Moderati per Velletri, Massimo Andolfi, dice la sua, ribadendo la propria contrarietà all’opera.

Andolfi, col garbo che gli è proprio, ha scelto l’apposito spazio dei ‘commenti’ ad un articolo pubblicato proprio da ‘Castelli  Notizie’, per esternare il proprio pensiero in materia. Un’opinione di non poco conto, la sua, che di questioni di mobilità territoriale si è da sempre occupato, a partire dalla sua visione piuttosto netta circa l’area metropolitana, senza tralasciare sussulti ambientali, culminati nella candidatura alle Regionali nelle fila dei Verdi.

MASSIMO ANDOLFI

L’autostrada Cisterna-Valmontone – premette il leader dei Moderati – avrà una lunghezza di 31,5 km, con due corsie per ogni senso di marcia e due caselli d’ingresso. L’opera – sentenzia Andolfi – avrà un costo di circa un miliardo di euro e sarà realizzata da una società mista pubblica/privata, con la parte pubblica appannaggio della Regione. Ritengo tale opera anacronistica – ribadisce energicamente l’ex consigliere comunale -: basta leggere i flussi di traffico e i dati sulla mobilità e i trasporti in generale per capire che si tratta di uno spreco di risorse pubbliche in un momento congiunturale difficile, dannosa per il suo grave impatto ambientale, sociale ed economica sui territori che attraverserà. Concepita per collegare l’area pontina nord con la valle del Sacco, pensata negli anni in cui le due zone erano importanti aree industriali, oggi è totalmente anacronistica visto il forte declino delle suddette zone. La Bretella – aggiunge Andolfi – viene vista per mantenere un minimo di appetibilità, come una sorta di G.R.A. esterno e come collegamento veloce tra la costa pontina e l’entroterra, soprattutto l ‘area di Valmontone con i suoi forti poli di terziario commerciale e del divertimento…Tutto legittimo, ma quale è il vantaggio per i territori attraversati? Quali compensazioni ci saranno? Nulla, anzi la garanzia del continuo depauperamento del territorio.

Ma questo è nulla – continua l’esponente dei Moderati –  rispetto al grave danno che il territorio ne riceverà in termini di aumento considerevole di carichi inquinanti e di devastazione di uno degli ultimi lembi di agro laziale (basta pensare al lago di Giulianello e le aree oggi tra Velletri, Cori, Artena e Lariano, zone ancora non devastate dall’ urbanizzazione selvaggia degli ultimi quaranta anni). Altro tremendo aspetto le centinaia di espropri di proprietà agricole e residenziali, con abbattimenti di case coloniche e quanto altro: un danno grave se non dal punto di vista economico sicuramente sotto il profilo affettivo, considerato che molte delle proprietà in questioni sono tramandate da generazioni. Infine l’aspetto economico: per le nostre comunità tale opera non vede alcun vantaggio ma la distruzione di ecosistemi endemici, aumenti di carichi inquinanti, e un ulteriore grave colpo all’economia agricola, turistica ed enogastronomica. Dopo decenni che abbiamo spinto le aziende agricole del territorio a riconvertire le loro produzioni al ‘biologico’ e a valorizzare i prodotti enogastronomici anche in nome delle peculiarità di un territorio ricco di ambiente e di storia quest’opera sarà un colpo ferale che annullerà ogni tipo di investimento e valore aggiunto. L’investimento pubblico sarà cospicuo, dato il costo totale dell’opera, sicuramente svariati centinaia di milioni di euro. Auspico che invece di gettare tante e tali risorse su un anacronistica opera si finanziasse l’ammodernamento e potenziamento delle tratte di ferrovia regionale del comparto Castelli romani e l’acquisto di materiale rotabile tecnologicamente avanzato; si finanziassero servizi pubblici come la Sanità invece di assistere per mancanza di risorse a continue riduzioni di servizi sanitari e posti letti nei nostri ospedali di zona; si finanziassero necessarie infrastrutture per migliorare la qualità della vita di tutti come gli acquedotti e in generale tutte le opere relative alla gestione integrata dell’intero ciclo delle acque; si procedesse al finanziamento di risanamento idro geologiche di pericolose situazioni presenti nel nostro territorio, si finanziasse la messa in sicurezza e l’ammodernamento del patrimonio stradale esistente come vera soluzione al decongestionamento del traffico locale e la realizzazione di tangenziali intorno ai centri urbani, come peraltro già fatto dalla Regione negli scorsi anni a Cisterna o parzialmente a Velletri. Insomma – conclude Massimo Andolfi – ritengo che tale cospicua massa di denaro può essere investita davvero in modo più efficace per l’interessa generale che su un anacronistica, inutile e dannosa autostrada che verrà gestita da privati al servizio di altri investimenti privati”.

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