Attualità

Discarica di Falcognana: dinanzi all’eccidio mascherato non resta che pregare?

ANTIDISCARICA

 

di Maria Lanciotti

 

Ormai a Falcognana si prega la Madonna del Divino Amore. Che fa le grazie a tutte le ore. Ma intanto si lotta con tutte le forze per impedire che questa terra benedetta venga massacrata e dissacrata. Dal cemento e dai rifiuti. I residenti della zona stanno montando le barricate con i loro corpi e suppellettili varie, ma sono soli o male accompagnati? Che dice il Comune di Marino? Che si dice a Palazzo Colonna? Che dice la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, mai sufficientemente informata su quello che accade nelle aree di sua competenza? Che dice il commissario Goffredo Sottile del fantomatico tavolo tecnico e della sua relazione che non riporta la presenza di vincoli nel sito posto nell’Agro Romano prescelto per diventare una seconda Malagrotta? Vincoli che pure esistono dal 2010, secondo la “scoperta” di Matilde Spadaro, del Comitato Verde Urbano.

Che dicono gli “operatori della legalità” (arguta definizione di Sottile per sé e la sua squadra) che si muovono nell’ombra e nel silenzio come cecchini ben addestrati e ben pagati? Che dicono i cittadini e i Comitati interessati? E cosa si dice della Ecofer Ambiente Srl, proprietaria dell’attuale discarica a Falcognana, sotto inchiesta della Finanza per accertamenti? E del fatto che pare voglia espandere i suoi confini acquistando (espropriando, fa lo stesso) tanti altri ettari di terreni agricoli? E dell’ombra della ‘ndrangheta, proiettata sembrerebbe per qualche passato aggancio sul sito della Falcognana, si sa qualcosa?

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Cementificazione e discariche stanno minacciando l’ultimo palmo di terra alle porte di Roma, con un Santuario che da secoli raccoglie lacrime e suppliche ed ex–voto di ‘miracolati’, con una tradizione agricola e pastorale di eccellenza tramandata da generazioni, con una viabilità limitata alle necessità della zona e non certo idonea ad un traffico pesante. E cosa si vuol fare? Spazzare via tutto per far largo alla monnezza indifferenziata di Roma? Si dovrebbe insorgere tutti quanti insieme agli abitanti del Divino Amore contro questa ennesima barbarie, questa laida offesa alle più elementari norme di rispetto verso l’Ambiente e la Vita, respingere vigorosamente questo eccidio mascherato che non regge più il trucco. Sì, ma dove sono le istituzioni che dovrebbero tutelare i diritti del cittadino e l’integrità del territorio di competenza?

Mentre, chi sta in alto e decide, lavora sodo e in sordina per confezionare il pacco-dono che esploderà a giorni, dopo i primi temporali estivi e l’annuncio del solito autunno bollente, fetido come non mai. E che dice Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio? Quello che disse Pilato, scaricando tutto su Sottile. E che dice Ignazio Marino, Sindaco di Roma? Dice che tutto va bene, coraggio romani, chi vivrà vedrà. E che dice Manlio Cerroni, artefice massimo di tutta la baraonda? Nulla, creata l’emergenza il resto va da sé. E Francesco Bergoglio, vescovo di Roma, che dice? Forse prega la Madonna, e speriamo che lo ascolti.