POLITICA

Marini sgombra ogni dubbio: “Priebke non verrà seppellito ad Albano”

priebke

L’ex gerarca nazista, Erich Priebke, morto pochi giorni or sono alla veneranda età di 100 anni, non sarà seppellito nei Castelli Romani.  Questa, nel pomeriggio di lunedì 14 settembre la nota pubblica del sindaco di Albano, Nicola Marini (che verrà poi smentito dai fatti, leggi qui): “vorrei precisare – ha detto – che la salma di Priebke non troverà mai sepoltura nella nostra città”. Si chiude così una ridda di voci che si era dipanata velocemente, generando quello che evidentemente non è stato altro che un equivoco. 

A questo punto, visto che per una salma così scomoda non  sembra esserci posto neppure  a Hennigsdorf, la cittadina  posta a nord di Berlino che ha dato un secolo fa diede i natali a Priebke. Cresce l’ipotesi che l’ex capitano delle SS possa trovare posto in Sicilia, nel cimitero di Fondachelli Fantina, in provincia di Messina. Decisivo, in tal senso, il messaggio del sindaco Marco Antonino Pettinato. “E’ un gesto di umanità cristiana, tenuto conto che una giusta sepoltura non è stata negata neppure ad Hitler. Priebke – ha aggiunto – è ormai morto e merita di essere seppellito, qualunque crimine abbia commesso”.

Ricordiamo che l’ex gerarca nazista è morto l’11 ottobre a Roma dove si trovava ai domiciliari. Dopo aver fiutato l’andazzo la Questura di Roma ha vietato in tutta la Provincia la possibilità che venissero svolte esequie pubbliche, che avrebbero potuto creare problemi di ordine pubblico. In attesa che si faccia luce sulla sua prossima dimora il corpo senza vita di Priebke stazione nell’obitorio del ‘Policlinico Gemelli’.

Scossa la comunità ebraica, preoccupata del testamento lasciato ai posteri da parte dell’ex capitano delle SS,  condannato all’ergastolo per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. La paura, da parte degli ebrei, è che i suoi “deliri revisionisti e negazionisti possano urtare la sensibilità di chi, specie nelle nuove generazioni, non ha ancora gli strumenti culturali pienamente affinati per distinguere i veleni dell’odio dalla falsità storica”.

 

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