POLITICA

Marco Mattei: “il Boia delle Fosse Ardeatine e la grande ipocrisia della sinistra d’Albano”

MATTEI

Essere di sinistra così come essere di destra è un diritto tutelato dallo stato democratico in cui viviamo. Abusare a corrente alternata delle icone e dei cliché della sinistra con un’ipocrisia intollerabile è un privilegio concesso solo a questa amministrazione di Albano. Il boia delle fosse ardeatine è vissuto indisturbato fino a 100 anni perché viviamo in uno stato dove il concetto di rieducazione del condannato, anche per i reati più turpi ed esecrabili, prevale sul senso di giustizia e sulla necessità che a un delitto corrisponda un castigo. In questo buffo paese la sinistra dopo aver perpetrato atrocità post belliche a coloro che, tra i connazionali, riteneva colpevoli ha iniziato a condizionare ogni forma di legge che mirasse alla certezza della pena.

La sinistra italiana è riuscita a mobilitare le folle sulla necessità di riabilitare il condannato (eccettuati i nemici politici) piuttosto che impedirne, con pene più severe, la reiterazione dei reati. Un buonismo di facciata che ha portato l’Italia ad essere il paese che vede assassini a piede libero e famiglie disperate, per l’uccisione di una figlia, prive di speranza di giustizia. Un buonismo che ha consentito al boia delle fosse ardeatine di vivere (bene) fino a 100 anni invece di seguire la sorte dei criminali di guerra condannati a Norimberga (non mi vergogno a dirlo questa sarebbe stata la giusta fine del boia). Questa sinistra ci ha indirettamente condizionati per oltre 65 anni e continua a condizionarci (basta vedere l’attuale polemica sul reato d’immigrazione) senza che i cosiddetti uomini di destra riescano ad elaborare una proposta concreta per approvare una normativa più efficace nel dare certezza della pena per chi delinque. Ma torniamo a noi, il boia delle fosse ardeatine non era un semplice delinquente era un criminale di guerra e malgrado ciò leggi e cavilli gli hanno consentito di vivere a casa sua fino a 100 anni. Forse la sinistra partigiana ha organizzato manifestazioni settimanali, mensili o annuali nei lunghissimi anni di vita del boia per fargli almeno scontare la pena in carcere? No l’oblio più assoluto. Il boia non era più un loro problema. Forse la giustizia italiana lo stava riabilitando? No gli stava consentendo di vivere una vita agiata senza pentimento. Quando si è accorta la sinistra dell’esistenza del boia? (che ha vissuto poco lontano dalle fosse ardeatine fino al giorno prima) Quando costui è morto. E allora si che ogni piccolo uomo di questa sinistra italiana è salito sul pulpito e ha iniziato ad inveire contro una salma. Le salme, si sa, non possono essere riabilitate quindi tutto ciò che di giusto poteva essere fatto dal 1945 ad oggi volevano applicarlo alla salma.

Una salma o per meglio dire il cadavere di un criminale può essere, secondo la loro morale altalenante, anche vilipeso. “Bruciamolo” gridava qualcuno, “gettiamolo in fondo al mare” rispondeva qualcun altro, ma nessuno si chiedeva che fine aveva fatto la giustizia dell’uomo dal giorno della cattura alla morte. Ed è qui che entrano in azione i piccoli uomini delle istituzioni di sinistra. “A Roma non può rimanere” grida ad alta voce il mediocre primo cittadino della capitale. Io chiedo, ma dov’era il boia fino al giorno prima? Dove ha passato, alla faccia delle sacra giustizia degli uomini, i suoi lunghi anni di vita? Forse al confino? No a Roma. Caro Marino non offenda la nostra onestà intellettuale, è proprio grazie a uomini come lei se il boia, invece di scontare carcere duro fino alla fine dei suoi giorni, ha goduto di privilegi ignobili da ricordare. Ed allora nella saga dell’ipocrisia ecco che la salma esce da Roma e sotto silenzio (sic) arriva ad Albano. E il nostro sindaco cosa fa? Emette un ordinanza di divieto di transito di salma. Il Prefetto lo sconfessa e va in scena la pantomima. “Chi è più antifascista, antinazista, partigiano, comunista, sinistrista di me?”.

Si chiede il sindaco Marini. “Ho superato anche il mio collega omonimo al singolare di Roma, sono più sinistrista di lui”, e giù applausi. Poi va in scena l’indegno funerale, calci al carrettone e sputi inclusi e infine il manifesto liberatorio. Albano è finalmente democratica antifascista e antinazista. Mi chiedo se l’ordinanza del Sindaco abbia reso Albano più antinazista. Mi chiedo anche se il Sindaco, quando il boia era in vita, sosteneva insieme ai suoi compagni di partito l’esigenza della pena riabilitativa anche per i criminali di guerra. Mi chiedo cosa ne pensa del reato d’immigrazione clandestina e cosa pensa di tutte le leggi approvate o abrogate dalla sua parte politica che rendono l’Italia, in quanto a certezza della pena, il paese dei balocchi. Infine vorrei sapere da questi campioni di ipocrisia perché è sparita ogni notizia ufficiale e ufficiosa, ogni richiamo sul sito del comune e forse anche nella loro memoria, al conferimento alla Città di Albano della “medaglia al valor civile per il martirio di Propaganda Fide”. Forse perché loro in 50 anni di governo della città non ne avevano neanche fatto richiesta? Forse perché è stata richiesta e conferita durante i miei 10 anni di governo? In ogni caso i nostri morti vanno onorati anche attraverso la giusta commemorazione di questo importante riconoscimento dello Stato Italiano anche e soprattutto per le famiglie di coloro che hanno perso la vita in quel giorno funesto. Non rincorrendo i pezzi di questa armata Brancaleone che è la maggioranza di governo.

In questi tre link si riassume l’ipocrisia di questa amministrazione comunale di Albano. Sul sito della Città di Albano Laziale non c’è traccia del conferimento, da parte dello Stato Italiano, alla città della Medaglia al Valor Civile per le vittime di Propaganda Fide. Ma si sa Albano è governata da gente di “sinistra”.
http://www.comune.albanolaziale.rm.it/storia.php

http://www.comune.albanolaziale.rm.it/Propaganda_Fide_18072011162803.php

http://www.comune.albanolaziale.rm.it/vivi_albano.php 

Marco Mattei

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