“Unità, unità, unità!”: è terminato così, pochi minuti fa, con un auspicio che ha il sapore dell’invito, l’incontro presso il Centro Studi ‘De Gasperi’ di Genzano, promosso dai capisaldi della maggioranza che sostiene la Giunta Gabbarini, in vista dell’imminente congresso del Partito Democratico. Un auspicio giunto direttamente dalle parole di Tonino D’Annibale, che ha aperto e chiuso la trafila degli interventi. Proprio D’Annibale, al centro del tavolo, di fronte ad una platea fattasi via via più nutrita, ha sciorinato i perchè di una scelta per certi versi clamorosa, con la quale, in maniera unitalerale, gran parte degli esponenti dei movimenti civici sorti dalla lotta intestina dentro e fuori il Pd chiedono di confluire all’interno del Partito Democratico, di cui D’Annibale, tra due giorni, sarà il candidato alla segreteria.
Dopo un breve preambolo sui motivi che hanno portato alla spaccatura che nel 2011 portò all’anomalia del doppio centrosinistra, D’Annibale è passato a spiegare i perché della sua scelta.
“A livello nazionale siamo attesi da decisioni fondamentali – ha esordito il due volte consigliere regionale -. Ma qualsiasi scelta verrà intrapresa è chiaro che bisognerà ripartire dai territori, garantendo ai militanti il diritto di partecipazione, in mancanza della quale vi è stata una enorme strozzatura alle velleità di crescita del partito. O si tornerà a dare la voce alla base o non ci sarà mai il partito che noi tutti abbiamo sognato all’atto della sua nascita. Sinora la gestione delle varie componenti è stata deleteria, essendo state viste come piccoli centri di potere territoriale e non come risorse in grado di dare quel qualcosa in più. Proprio Genzano è stata una delle vittime più illustri di questo modo di intendere la politica: quando un circolo si chiude a riccio, pensando di essere autosufficiente, è inevitabile andare verso la catastrofe”.
“Non si può dimenticare che siamo usciti dall’ultima fase di governo cittadino, all’epoca dell’Amministrazione Ercolani, soli e malconci, con tutti gli alleati, eccezion fatta per Sel, che hanno lasciato la coalizione, distaccandosi da un Pd che non riconoscevano più come interlocutore credibile. Quando lanciammo l’idea delle Primarie la reazione fu virulenta e a chi fa ricostruzioni di parte ricordo che Genzano Democratica nacque per legittima difesa, allo scopo di difendere la storia della nostra città. Da lì si ragionò sulla necessità di allargarsi, e ciò avvenne stringendo accordi con altre realtà, fermo restando che tutte e tre le liste civiche coinvolte avevano l’anima del Pd e sono tuttora patrimonio del Partito Democratico, essendo gran parte dei loro adepti fuoriusciti dallo stesso per via di una chiusura estrema vissuta con grande dolore”.
“Il Pd – ha continuato il candidato alla segreteria – non può essere un partito per capetti, o per sottocomponenti pronte a trasformare circoli e associazioni in comitati elettorali. E’ per questo che dopo aver salvaguardato il percorso democratico, contribuendo alla vittoria del Sindaco Gabbarini, abbiamo capito che il nostro progetto aveva credibilità, e che pure accanto al civismo serviva un partito vero. Da qui l’esigenza di allargare il nostro campo, visto che nessuno è autosufficiente, neppure chi si chiude in se stesso sentendosi prepotentemente forte”.
“Sono vecchio, è vero – ha aggiunto nel sorriso D’Annibale, di fronte al Commissario piddino Biagio Minnucci – e chi lo dice può avere le sue ragioni, ma per far uscire dalla palude il Partito democratico bisogna evidentemente ripartire dalle certezze, fondamentali per uscir fuori da una crisi micidiale. In questo momento storico, d’altronde, possiamo fare tutto meno che ripiegarci su noi stessi, tanto che ragionare solo su spazi e poltrone non serve a nulla. Il Pd può essere forza di governo se si apre a nuove alleanze, non se si chiude a riccio su se stesso. Noi caldeggiamo l’esigenza del confronto e delle nuove alleanze e dalle stesse ripar”.
“Non ho accettato tutto questo per divertimento, ma perchè ho sentito mio un grido di dolore che proveniva dagli amici, che hanno espresso tutto il proprio rammarico per un tentativo unitario che per due anni è stato vano ed infruttuoso. Avrei preferito non essere candidato per dare spazio ai giovani, che pure in questi anni, col civismo, hanno dato prova di presenza e capacità. Ma il futuro è a portata di mano e per afferrarlo bisogna far si che vi sia garanzia di ripristino delle regole del gioco”.
“La nostra – ha rimarcato il concetto D’Annibale – è la scelta del coraggio, la scelta di chi vuole aprirsi e non chiudersi. A chi dice che la nostra scelta è improvvisa, o addirittura tardiva, dico che è una scelta politica, forte e coraggiosa, protesa unicamente a garantire la vita al Partito Democratico genzanese. Ringrazio chi ha aderito a questa iniziativa, con l’augurio che Genzano torni ad essere quel cantiere politico dove la linea nazionale veniva testata tutti i giorni, facendo da faro al resto della regione e della nazione. L’invito è allora di iscriversi al Pd, in queste ore che restano prima del congresso, e contribuire così a toglierlo dalle secche paludose in cui è impantanato”.
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