POLITICA

D’Andrea (Fdi): “per usufruire dei servizi sociali si dia priorità all’Anzianità di Residenza”

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‘Fosse un fiume s’affretterebbero ad erigere delle barricate pur di arginarne la piena. Fosse un vento somiglierebbe tanto a quelle tramontane che sferzano il cielo e spazzano via le nubi. Fosse un cittadino di quelli che si alza la mattina e progetta la giornata finalizzandola al bene di tutti sarebbe esattamente quel che è: un ragazzo, che ha appena centrato la quarantina, impegnato in politica sin da quando i pruriti adolescenziali gli hanno indicato la strada dell’impegno sociale. Un giovanotto, nonostante le 40 candeline, che non ha mai perso quella verve e quell’energia che sprizza spontanea dai suoi occhi, non appena si ferma a parlare di un progetto o di un’idea da tramutare in realtà’. 

Proprio con queste parole, pochi mesi or sono, presentammo Fabio D’Andrea, ‘Fabietto’ per gli amici, allora impegnato nella contesa per le elezioni comunali veliterne tra le fila di Fratelli d’Italia. In quelle settimane fu visto salire su diversi palchi, agitando i pugni ed alzando la voce. Quasi nulla, di lì  a poco, è andato come sperava, ma tenendo fede ai suoi principi non s’è fatto abbattere e non ha scelto la comoda via del silenzio. Mentre tanti ‘illuminati’ che popolavano le liste si sono dileguati, l’ex capogruppo di Fdi non ha indietreggiato neppure un passo, dando persino una lezione di passione politica ad alcuni degli esponenti che tuttora siedono in consiglio, su quegli scranni dove lui ha già vissuto due consiliature. 

“Io farmi da parte? Quando a muovermi è la volontà di fare qualcosa per il bene della città dove vivo e della gente con cui vivo nulla può fermarmi. Tanto più se posto di fronte a quello cui sto assistendo in questi mesi, dove tutti gli aspetti che avevano animato la nostra campagna elettorale sono ancora persistenti e nessuna risposta è arrivata sui temi che più stavano a cuore a me e al mio partito. Stando così le cose era impensabile farsi cogliere dalla malinconia, accettando passivamente il non governo della città e mi spiace che l’opposizione che si sta facendo in consiglio comunale sia molto più blanda di quanto le premesse, derivate proprio dalla differenza programmatica scaturita in campagna elettorale, facessero intendere”.

Dobbiamo avere la capacità di fare sintesi – ribatte – e combattere a muso duro, se necessario, contro gli autori di questo inconcludente stato dei fatti. C’è bisogno di fare rete e combattere come leoni per il bene della nostra città. Mancano meno di due mesi al Natale e abbiamo l’obbligo morale di intervenire adesso, magari indicendo anche una manifestazione cittadina che consenta di manifestare il dissenso popolare nei confronti delle politiche portate avanti dall’attuale Amministrazione, dando al contempo preziosi consigli su temi a noi tanto cari, come il Sociale e il Commercio”. 

Forza, coerenza e onore le peculiarità sulle quali fondare il nostro percorso politico, tanto che con certe leve è impossibile non far notare come sinora a Palazzo si siano presi 5 mesi di ferie e abbiano toppato alla grande sulle priorità. La mia – ha aggiunto – non è una politica improntata al litigio e agli insulti, in quanto mi attengo ai fatti e alle iniziative legate  al bene di tutti”.  

Priorità assoluta ad una capillare riforma dei servizi sociali, temi da sempre cari all’esponente del partito del duo Meloni-Crosetto. 

Le cose da fare sono tante, ma vedo troppa pigrizia in giro, quasi che la vittoria abbia indotto qualcuno a cullarsi sugli allori, mentre c’è gente che rischia la fame ed altri che sono ben oltre la soglia della povertà. In questo contesto è imprescindibile la riforma dei servizi sociali, tema condiviso con tutta la coalizione in campagna elettorale. Interventi urgono anche sul fronte del Commercio e della viabilità, visto che abbiamo una segnaletica pessima e molti automobilisti non sanno neppure come entrare ed uscire da una rotatoria, tanto che a questo scopo andrebbe impiegato qualche vigile che educhi ad una corretta viabilità. Cose semplici, quindi, che si possono incentivare anche attraverso una mozione di consiglio”.  

Poche, pochissime le sedute consiliari sin qui svolte: “il fatto grave è che mi sento spettatore di un film che non avrei mai voluto vedere. C’è stata una sfida centrodestra contro centrosinistra ed hanno vinto loro, ma mi aspettavo emergesse una leadership nella nostra coalizione che facesse emergere una linea unitaria. Non bisogna dimenticare che Fratelli d’Italia ha sposato un programma elettorale ben definito e ben diverso da quello del centrosinistra. Ci sono dei temi, comuni, sui quali si può cooperare e sugli stessi non si vota contrario ma ci si limita ad astenersi. La città chiede disperatamente aiuto, è boccheggiante, e di fronte ad un Sindaco che ragiona con la pancia ci vorrebbe un’opposizione più muscolare. Bisogna svegliarsi: c’è gente che non arriva a fine mese e qui non si convocano consigli e si sonnecchia anche nelle commissioni consiliari…”.

Tornando ai servizi sociali l’affondo di D’Andrea è di quelli che scateneranno gioco forza un dibattito acceso: “il problema, nello stato delle cose attuale, è che i servizi sociali locali si muovono sulla falsa riga delle politiche del governo nazionale,  rendendo protagonisti stranieri ed extracomunitari, a discapito dei nostri concittadini. A scanso di equivoci premetto che sono tutt’altro che razzista, ma è indubbio che bisogna mettere da parte ogni ipocrisia per affrontare seriamente il settore. Avendo vissuto per anni in Svezia ho dinanzi a me modelli di welfare che funzionano perfettamente. Non c’è razzismo ma realismo nel capire che su certi campi ci vuole onestà e coraggio. Gli svedesi ragionano così: messo a posto l’ultimo svedese si mettono intorno ad un tavolo e dicono: quanto ci resta? Tot euro? Quanti immigrati possiamo far vivere con dignità con questi soldi? 10? Bene, a quei 10 garantiscono istruzione, lavoro, servizi e la garanzia di una vita da integrati.  Senza fare nulla li non ti ci fanno stare, mentre qui continuano ad affluire a centinaia di migliaia di persone che arrivano con la consapevolezza di usufruire di tanti benefit e di un sistema giudiziario con evidenti falle. Ci vuole ingegno e coraggio anche in questo campo, con pieno sostegno alle categorie disagiate”.

Ecco la sua ricetta per una riforma capillare del settore: “vanno aboliti i motivi di esclusione, perchè uno stato di profondo disagio può capitare a tutti nella vita. Da noi l’Isee è tarato su quote inferiori ai 3mila euro, mentre io lo fisserei a 6mila euro, come già avviene in altri Comuni. I fondi su queste cose si trovano, a costo di barricarsi in Regione. Quel che tuttavia propongo, quale novità assoluta, è l’introduzione dell’Anzianità di Residenza come parametro fondamentale di accesso ai servizi sociali. Di fronte a gente che ha contribuito per anni a pagare tasse in favore della città si ha l’obbligo morale di dargli precedenza rispetto a chi è appena arrivato. Un modello, questo, che andrebbe esportato in tutta Italia, perchè abbiamo l’obbligo assoluto di rivendicare l’identità italiana e quando avremo aiutato l’ultimo dei cittadini bisognosi aiuteremo civilmente anche tutti gli altri”.

“In un contesto del genere – continua D’Andrea – bisogna rivedere tutti i contratti di locazione, punendo severamente chi non rispetta le regole, a partire da quei veliterni che affittano le proprie case senza regolari contratti. Io fossi un amministratore non dormirei la notte finchè c’è solo un mio concittadino in stato di bisogno. Nessuno lo dice ma a Velletri abbiamo una signora, vedova e con due figli, che ha un reddito di 600 euro al mese, grazie al suo lavoro da badante, ma che si ritrova senza una casa e con due figli da sfamare, uno dei quali è stato da poco operato di tumore ai testicoli, uno dei quali asportato e sostituito da una protesi. Il ragazzo ha appena terminato il primo ciclo di chemioterapia e tutti insieme da qualche settimana si trovano a vivere in un albergo della città, grazie alla mobilitazione di alcuni amici”. 

“Detto di questo singolo caso ribadisco che nel mio concetto di servizi sociali, gli stati generali di Velletri, le forze produttive della città, dovrebbero essere pienamente coinvolte, nei limiti delle loro possibilità. Quello che chiedo, quindi, è una maggiore solidarietà da parte degli imprenditori che possono permetterselo. “.

Una battuta in chiusura è riservata al suo partito, passaggio che fa nuovamente brillare gli occhi a quello che è stato “il primo capogruppo nella storia di Fratelli d’Italia”, come ama ricordare. “A livello nazionale – premette – la Meloni sta dimostrando una coerenza di principi e valori straordinarie. Eravamo contrari al governo Monti e lo siamo anche al governo Letta, formato da due anime talmente differenti che non possono far sintesi neppure sui grandi temi. Quella attuale è una politica che rincorre il fatto del giorno – conclude D’Andrea – senza avere il coraggio di tradurre in azione amministrative reali dei bisogni impellenti. E purtroppo questo è quanto accade anche a Velletri…”. 

Federica Tetti