Cultura

Velletri – ‘Il Natale all’Istituto d’Arte’ nel ricordo di Roberto Guidi, Marcello Zampini e Santolo Maffettone

marcello zampini volto di cristo
Il Crocefisso, di Roberto Guidi

Il Crocefisso, di Roberto Guidi

E’ un circolo, quello della ‘Pallade Veliterna’, egregiamente guidato da Alessandro Filippi, che tiene stretto al cuore il passato più o meno recente della città, non dimenticando chi ne ha fatto la storia. 

In quest’ottica ad un mese dalla scomparsa  del prof. Roberto Guidi la vetrina della scuola lungo il Corso della Repubblica è stata dedicata proprio al compianto insegnante. Il ‘Natale all’Istituto d’Arte’, la mostra allestita al piano terra della sede di Via Luigi Novelli, sta riscuotendo un notevole successo di critica e di pubblico. Nella vetrina vi sono esposte una sua scultura, concessa dai figli e tre vasi provenienti da una collezione privata. Con questo gesto la scuola vuole ricordare uno dei suoi maestri, forse colui che la conosceva più di tutti, essendone stato allievo ed insegnante poi. “L’onta emotiva della scomparsa – dichiara lo stesso Filippi – mi ha impedito di parlarne di più, ma Guidi era un personaggio, degno di ammirazione e di rispetto. La sua passione per l’arte veniva dalla sua adolescenza, quando iniziò come “ragazzo di bottega” da Romualdo Di Vito, nonno di Paola ed Umberto e padre di Benedetto, una famiglia di artisti e di scultori. Il Prof. Edgardo Zauli Sajani – continua il presidente del Circolo – lo scopre e lo porta nella Regia Scuola Serale di Disegno Applicata alle Arti e Mestieri, qui il giovane Roberto, inizia ad apprendere l’arte del modellato e dell’anatomia, si forma raggiungendo la sua maturità artistica col Prof. Orlando Orlandini, che lo porta anche a lavorare a Cinecittà, dove collabora alle scenografie di molti film. Nel 1941 vince il Littoriali del Lavoro (l’equivalenti della Biennale di Venezia). Subito dopo la guerra inizia ad insegnare con lui il Laboratorio di Ceramica prende una strada mirata alla produzione di oggetti destinati alla storia, alcuni gelosamente custoditi nella collezione storica della sezione.  Insieme a Luigi Gheno, realizza i sogni del Preside Marcello De Rossi, le celebri mostre triennali. Dopo la pensione Guidi, apre lo studio nel garage sotto casa, dove da sfogo alla sua passione l’arte. Ha lasciato una lunga serie di sculture e quadri che fanno bene all’occhio. Ad un mese dalla sua scomparsa “la sua” scuola lo vuole ricordare, dedicandogli la vetrina dove oltre le sue cose sono esposte opere degli attuali allievi e un bellissimo presepe opera di Maurizio Orsolini, generazioni a confronto insomma. Orsolini è stato allievo di Guidi, forse l’ultima uscita pubblica di Roberto è stata proprio nello studio di Via Padella dove Orsolini lavora quotidianamente dopo la pensione”.

Il volto di Cristo, di Marcello Zampini

Il volto di Cristo, di Marcello Zampini

Il faro su passato è dimostrato anche dall’omaggio a Marcello Zampini e a Santolo Maffettone. “Chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna”: “questo versetto del carme de “I Sepolcri” del Foscolo – dichiara Filippi – credo sia il più appropriato per ricordare Marcello Zampini e Santolo Maffettone, che ne hanno lasciata di eredità d’affetti, tanto che all’interno della mostra “Natale all’Istituto d’Arte”, per la prima volta sono esposte alcune loro opere. Per Marcello Zampini è la prima volta da dopo la tragica scomparsa avvenuta nel 1976, insieme al figlio Massimo e al fratello Bruno. 

Le opere di Zampini, sono state concesse dal figlio Giancarlo, che ha accettato con grande entusiasmo di esporle per ricordare un uomo che ha dato tanto alla città. Marcello Zampini, allievo ed insegnante della Juana Romani, laureato in architettura nel 1970, fu consigliere comunale ed assessore ai tempi dei Sindaci Cioci e Cremonini, storico esponente del P.C.I. veliterno è ancora ricordato con grande affetto. 

 

Un inedito di Santolo Maffettone

Un inedito di Santolo Maffettone

Santolo Maffettone, le cui opere sono state concesse dai figli Biagio e Luisa era un artista di origini napoletane, scomparso nel 1971. Lui storico insegnante di Disegno dal Vero, amava sperimentare nuove tecniche e nuovi temi, le sue opere sono ancora estremamente attuali per la bellezza cromatica. Un inedito esposto in mostra, invece ci presenta il Maffettone dell’ultimo periodo, quando il nero (la sua malattia) incombeva sulla freschezza dei suoi colori e delle sue forme. Due artisti che meritano di essere ricordati, perché hanno lasciato una traccia nella storia della Juana Romani, che oggi deve essere patrimonio di tutti”.

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