CRONACA

Muore mentre puliva il suo fucile: non un suicidio, ma una tragica fatalità

fucile
casa alberti

Il cortile dove è avvenuta la tragedia

Un’autentica tragedia quella che si è consumata nella mattinata di giovedì 9 gennaio, all’esterno di un’abitazione di via Parma, a Pavona. 

Erano da poco passate le 7 del mattino quando un 86enne, Spartaco Alberti, s’è ritrovato immerso in una pozza di sangue, ferito gravemente da un colpo di fucile da lui stesso sparato. Subito trasportato al Policlinico Umberto I è morto poche ore dopo nonostante un  disperato tentativo da parte dei medici di salvarlo con un’operazione che non ha sortito gli effetti auspicati. 

 

Spartaco Alberti

Spartaco Alberti

Un incidente, al momento, la ricostruzione più attendibile della tragedia. Alberti – per anni appassionato di caccia – di primo mattino avrebbe espresso a sua moglie il desiderio di rimettere a posto il suo vecchio fucile automatico, che deteneva regolarmente da anni, ma che non non utilizzava più ormai da tempo. Sceso nel garage, si è seduto sul piazzale di casa, imbracciando l’arma, col fermo intento di ripulirla. Nell’armeggiare il fucile, probabilmente immemore che avesse ancora un colpo in canna, è stato però trafitto sotto al mento da un colpo accidentale, con la cartuccia che gli ha trafitto il cranio.

fucile

immagine generica

Richiamati dall’eco del colpo la moglie e i vicini di casa si sono precipitati nel cortile, dove l’hanno ritrovato riverso, ormai esanime.  Subito soccorso dai sanitari del 118 di Albano, l’uomo è stato trasportato all’Umberto Primo, dove nel pomeriggio ha esalato l’ultimo respiro, appena dopo un’operazione con la quale i medici hanno tentato di fermare l’emorragia in atto. Sul posto, per le indagini di rito, i Carabinieri della Stazione di Albano, unitamente al Reparto Radiomobile di Castel Gandolfo.

La sedia dove l'uomo era seduto e accanto alla quale è stato ritrovato riverso a terra

La sedia dove l’uomo era seduto e accanto alla quale è stato ritrovato riverso a terra

Nonostante non venga esclusa alcuna pista, gli inquirenti si sentono di accantonare come remota l’ipotesi del suicidio, propendendo per l’incidente domestico. Alberti non aveva infatti manifestato nessun segno di squilibrio, tantomeno aveva palesato intenzioni autolesioniste. Frequentatore assiduo del locale Centro Anziani veniva dipinto come un uomo voglioso di fare e con tanti hobby da coltivare. Uno di questi, purtroppo, gli è stato fatale. 

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