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Primi fiocchi di neve ai Castelli. Per la neve (quella vera) fari puntati su febbraio

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snowPuntuale, col ritorno del freddo, una spruzzatina di neve è tornata a far capolino nei Castelli Romani. A fare i conti coi primi fiocchi della stagione, piuttosto ritardati rispetto alla prassi, e neppure così consistenti, sono state le zone più in altura dei Colli Albani, a partire da alcune zone di Rocca di Papa, come Monte Cavo e i Campi d’Annibale, per arrivare a Rocca Priora, dove fiocchi di neve sono stati avvistati sin dalle ore 12, con una fitta nevicata che per qualche minuto, intorno a mezzogiorno e mezza, ha riguardato anche la zona dei Pratoni del Vivaro più vicina alla Tuscolana. 

Suggestivo quanto accaduto agli automobilisti in viaggio nei Castelli, coi termometri nei cruscotti passati dai 6 gradi di media che potevano riscontrarsi tra Velletri e Genzano e i 3 gradi coi quali si impegnava via Pratoni del Vivaro, partendo dalla via dei Laghi. Repentino il crollo della temperatura all’arrivo a Rocca Priora, dove la colonnina di mercurio è scesa sotto lo zero sin dalla tarda mattinata, complice anche la copertura nuvolosa. Ciononostante in alcune fasi delle precipitazioni, durate fino a metà pomeriggio, si è assistito al fenomeno del gelicidio (come dettagliatamente illustratoci da un nostro lettore), con le gocce che in diversi momenti sono cadute al suolo in forma liquida nonostante ci fosse una temperatura di 1 grado sotto lo zero, gelando poi una volta giunte a contatto col terreno.  Un fenomeno che (per meglio spiegarlo ci arriva in supporto wikipedia) “accade quando a livello del suolo è presente uno strato di aria fredda, con temperatura inferiore a 0 °C, mentre sopra c’è uno strato d’aria più calda che consente la fusione della neve che cade dalle nubi (il gelicidio non si forma quasi mai da nubi calde, cioè da nubi da cui cade acqua allo stato liquido). Quando le gocce vengono a contatto con una superficie congelano all’istante, formano uno strato di ghiaccio trasparente, omogeneo, liscio e molto scivoloso, racchiudendo i rami degli alberi, gli arbusti, gli steli dell’erba, i cavi elettrici all’interno di un involucro assai duro di acqua cristallizzata e trasparente. Sebbene con gelicidio si possa intendere l’intero processo, è uso comune in meteorologia chiamare con questo nome soprattutto il deposito di ghiaccio che si forma sugli oggetti”. Chiaramente si è trattato solo di una breve parentesi che non ha lasciato traccia di se, con le temperature che sono poi risalite su livelli meno consoni alla discesa della Dama Bianca.

Che la spruzzatina odierna possa far da preludio a fenomeni più intensi è nell’ordine delle cose, specie in zone che nei decenni passati di episodi nevosi ne vivevano certamente con maggiore frequenza e recrudescenza. Quanto alla possibilità che la neve lambisca anche le altre zone dei Castelli bisognerà aspettare l’arrivo della seconda decade di febbraio, quando, almeno stando ad alcuni modelli, si potrebbe assistere ad una fase invernale piuttosto marcata. Nulla di storico, però. Almeno per ora…

da.le.

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