POLITICA

Genzano – Terremoto dentro Rifondazione: la Bevilacqua e Gianiorio se ne vanno. Ecco perchè

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Marta Elisa Bevilacqua

Marta Elisa Bevilacqua

Scossone nel mondo politico genzanese, costretto a fare i conti con la sorprendente decisione di Marta Elisa Bevilacqua, che nei giorni scorsi, dopo anni di attiva e convinta militanza, ha dichiarto di voler lasciare la dirigenza del circolo di Rifondazione Comunista. Seguendo le sue orme, anche altri membri del gruppo dirigente cittadino, hanno deciso di  abbandonare la guida di Rifondazione, tra cui Ivano Gianiorio e Lorita Fella Bina, rispettivamente presidente e consigliere dell’istituzione.

“Da diversi mesi, con una serie di compagni, alcuni di Rifondazione, altri di sinistra ma non appartenenti ad alcun partito – ha dichiarato a ‘Castelli Notizie’ Marta Bevilacqua, spiegando le ragioni della sua scelta –  ci siamo resi conto della necessità di abbandonare gli steccati stretti di una serie di piccole formazioni di sinistra che si dedicano più alla lotta tra loro che alla ricostruzione di una sinistra ampia e plurale”. 

Un tentativo, quindi, per smarcarsi dalla deriva della Sinistra italiana, per  la quale nemmeno Rifondazione sembra riuscire ad offrire soluzioni terapeutiche adeguate. Allora che si fa, tutti a casa? Nemmeno per sogno!  Resta la speranza e la volontà di costruire una realtà anticapitalistica che abbia consenso di massa e presenza nelle istituzioni. Ma la strada da percorrere passa per alcune deviazioni obbligate, forse necessarie fuori da Rifondazione.

 “Lasciare un mondo a cui si è dedicata più di metà della propria vita è difficile – ha continuato – ma non lascio assolutamente gli ideali in cui ho sempre creduto. Lascio una sigla a cui sono affezionata, ma continuo più di prima a credere nella necessità della politica e della partecipazione, specie oggi, in una società svaloriata, in cui demagogia, populismo e gossip mettono in secondo piano le reali esigenze dei lavoratori”.

La Bevilacqua si accinge dunque ad intraprendere un percorso partecipativo, parallelo e alternativo, ma che politicamente e idealmente non sconfessa la strada finora intrapresa. “Rimango aderente al Gruppo Comunista in seno al consiglio comunale – ha risposto riferendosi alla propria posizione nell’aula consiliare –; non ho in animo di aderire a nessun altro partito, ma credo che quel contesto, da solo, sia insufficiente a ricostruire una sinistra capace di incidere.”

Questo nuovo percorso “nato proprio per ricreare uno spazio di discussione a sinistra” si chiama “Calt” (Collettivo, ambiente, lavoro e territorio) ed è un’associazione politica di sinistra meglio autodefinita come collettivo. 

“Una serie di compagni, a partire dalla primavera scorsa, ha iniziato a discutere di come uscire dalla preoccupante crisi di militanza e di analisi in cui è caduta la sinistra italiana in generale e i partiti di estrema sinistra in particolare – ha raccontato la Bevilacqua, parlando delle origini di questa associazione –. All’inizio la discussione era all’interno dell’allora dirigenza di Rifondazione. Accanto a noi, nel confronto, abbiamo subito trovato la rispondenza di una serie di persone che in un percorso o nell’altro avevamo incrociato nella militanza, persone ancora convinte di una visione anticapitalista della società, che però non volevano più dedicarsi a sterili dinamiche di partito e abbiamo cominciato a dirci che serviva creare un contesto in cui mettere in rete queste sensibilità. Non respingiamo la forma partito in quanto tale, sia chiaro – ha quindi precisato – ma respingiamo l’involuzione attuale dei partiti, troppo presi da dinamiche di posizione interna e troppo assenti su questioni importanti per la cittadinanza. Non volevamo creare un ulteriore partito di sinistra e per questa ragione abbiamo scelto la forma di collettivo plurale, nel quale si distinguono dei portavoce ma non è presente la struttura gerarchica  di un partito”.

Tra i fondatori c’è Danilo Marra, ex segretario della Federazione castelli; hanno poi aderito altri rappresentanti locali, come Stefano Pennacchi, consigliere comunale di Velletri, Biagio Fiorenza di Ariccia, Hatem Sandoga, vice presidente della comunità Palestinese e Elena Antonelli di Genazzano. 

Se oggi ci si rimettesse tutti attorno a un tavolo a discutere di come riorganizzare i lavoratori, di come superare la devastazione sociale del precariato, di come combattere la devastazione ambientale di come creare un nuovo modello di sviluppo, che investa nella tutela del paesaggio, noi saremmo i primi a dare il nostro contributo, ma se la discussione, invece, verte su come mantenere in essere gruppi dirigenti, che non riescono più a essere riconoscibili, a incidere realmente sulle dinamiche economiche e sociali oggi in atto, noi ci chiamiamo fuori. Noi rimaniamo convinti che oggi più che mai, ci sia bisogno di una struttura capace di delineare un modello di società più equo, che rispetti i lavoratori e l’ambiente. Il nostro scopo è creare un contenitore all’interno del quale si rimettano al centro questi temi”.

Sono consapevole che è un percorso lungo anni – ha affermato la Bevilacqua – ma al momento è l’unica strada percorribile per farci ascoltare, ma anche per tirarci fuori da steccati ormai incomprensibili. Il partito dovrebbe essere uno strumento capace di fare queste cose, purtroppo, per defezioni, per leaderismi, per crisi di militanza, oggi non riesce più a essere uno strumento utile a difendere le proprie classi di riferimento”.

La nuova associazione avrà la propria sede in via Italo Belardi, 71 e sarà una sorta di casa del popolo, proprio come l’aveva pensata il compianto Armando La Fortezza. Molte saranno le iniziative, a breve un primo incontro  aperto a tutti per parlare dei disagi dei pendolari.

“Ovviamente faccio tanti auguri a chi rimane alla guida del circolo di Genzano – ha concluso Marta Bevilacqua – nella speranza che prima o poi ci si rincontri nella costruzione di una sinistra plurale, capace di proposte politiche, includente e capace di consenso”.

Federica Tetti

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