Bruno Romagnoli
L’avevamo lasciato sulla graticola, in attesa di capire se qualcuno l’avrebbe tratto in salvo, quantomeno girandola prima che potesse irrimediabilmente scottarsi. La sua posizione, d’altronde, era traballante, e proprio noi, per primi, avevamo paventato il suo imminente sacrificio.
Alla fine della fiera i carboni ardenti degli accertamenti Tarsu, che hanno mandato in subbuglio l’intera città di Genzano, hanno finito per bruciare quella che ormai da tempo appariva come la vittima sacrificale dell’intero pasticcio che ha fatto da trait d’union tra il vecchio e il nuovo anno.
Passo indietro per Bruno Romagnoli, l’ormai ex assessore al bilancio, il cui nome, dal 10 febbraio 2014, non fa più parte della rosa dei componenti della Giunta comunale (‘depennato’ in fretta anche dal sito del Comune).
Vuota la sua sedia nel consiglio comunale di martedì 11 febbraio, anche se il suo nome è riecheggiato a lungo. Un passo indietro, con l’audace proposito, neppure troppo celato, di farne fare due in avanti al proprio partito.
Propositi audaci, riassunti in una lettera in cui la questione delle bollette non ha avuto una netta preminenza sugli equilibri di maggioranza, tanto da spingerlo a farsi da parte dopo aver capito, parole sue, che la propria presenza stava ormai generando dei “dissidi partitici”.
“Darò il mio contributo in qualsiasi impegno mi darà il mio partito” ha aggiunto il capro espiatorio della ‘bomba Tarsu’, non prima di rimarcare con orgoglio “32mesi di duro e appassionato lavoro, fatto quasi in apnea, che ha portato al risanamento finanziario contabile del nostro Comune”.
Terreno fertile per chi intravede imminenti rimpasti di governo, sebbene il Sindaco Gabbarini, dopo aver accolto a malincuore le dimissioni, e aver lungamente ringraziato il suo scudiero di punta, ha deciso di prendere tempo, tenendo le sue deleghe per se. Un atto di responsabilità, hanno ripetuto in tanti, atto a dare continuità al lavoro portato avanti in questi mesi, senza creare ulteriori scossoni in vista delle prossime tappe, in primis l’approvazione del bilancio.
Pur comprendendo ed avvallando appieno la sua scelta, una mezza strigliata è arrivata persino da una scoppiettante Maura Pisciarelli, capogruppo di Genzano Democratica, la prima a prendere la parola, dinanzi ad una platea particolarmente attenta e composta: “già si è passati da 7 assessori a 5, con una mole di lavoro davvero pesante. Ora il Sindaco, ed è la prima volta in Italia, assume la delega al bilancio, avendo anche cultura, sanità, patrimonio e lavoro. Se non è da Prima Repubblica – ha concluso agitando il bastone, dopo aver sfoderato la carota – è quasi da ‘Ancien Régime’ e d’ora innanzi la nostra attenzione sarà ancor più incisiva”. Una neppur tanto velata stilettata finale che non ha trovato concorde il collega di partito, Carlo Collalti, che ha sposato in pieno la linea del Primo Cittadino.
La gestazione che dovrà portare alla riunificazione tra Genzano Democratica e Partito Democratico, cui proprio la Pisciarelli aveva fatto accenno, è stata poi ripresa dal capogruppo del Pd, Guido Ercolani, che senza sottacerla non è stato comunque tenero: “Il Pd – ha premesso – è all’opposizione da quando la Giunta si è insediata, anche se è in atto un processo di pacificazione per un nuovo programma che faccia ripartire Genzano, che ad oggi non è mai partita. Su tutta questa vicenda – ha aggiunto e concluso Guido Ercolani – l’amministrazione e i partiti che la sostengono debbono onestamente assumersi le propria responsabilità, visto che per la prima volta Genzano è stata amministrata da liste civiche per le quali non diamo assolutamente un giudizio positivo”.
Le altre schermaglie, giunte anche dall’ex sindaco Enzo Ercolani (per le quali, come per l’intera vicenda della Tarsu vi rimandiamo ad un apposito articolo, ndr), stanno a mostrare come la riappacificazione, pur scontata, sarà tutt’altro che agevole. Con un Romagnoli in meno e una speranza in più: quella d’ingranare una marcia in più. Strade permettendo…
DA.LE.
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