POLITICA

Il Ministro Lorenzin a Velletri – con l’europarlamentare Antoniozzi e il senatore D’Alì – per ‘battezzare’ l’ingresso di Lamberto Trivelloni nel ‘Nuovo CentroDestra’

MINISTRO LORENZIN

La Ministro della Salute Lorenzin e l'eurodeputato Antoniozzi

La Ministro della Salute Lorenzin e l’eurodeputato Antoniozzi
Un'attenta e nutrita platea per le 3 ore del convegno

Un’attenta e nutrita platea per le 3 ore del convegno

E’ stato lo splendore della campagna veliterna – esaltato dalla splendida location de ‘La Vigna’ e dalla capacità organizzativa dell’azienda ‘Frutti Felici’ – a fare da cornice alle ‘Ragioni di una Scelta’, il convegno promosso dall’associazione ‘Fare Nazione’ di cui Lamberto Trivelloni è da anni il fulcro, all’apice di un gruppo di numerosi amministratori e stimate figure professionali. Oltre le ragioni anche l’audacia di una scelta, per lasciare l’Udc e battere la strada del Nuovo CentroDestra, insieme ad un gruppo capace di radunarsi in maniera oceanica accanto al suo punto di riferimento.

Ingredienti essenziali, che hanno dato sapore ad una serata che di elementi in grado di esaltare il ‘piatto’ ne avrebbe avuti già tanti. A partire dagli illustri ospiti  convenuti verso Velletri, con in testa il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, l’europarlamentare Alfredo Antoniozzi e il senatore dell’NCD, Antonio D’Alì, cui si sono poi aggiunti Mario Baccini, presidente dell’ente nazionale del Microcredito, e la sua consorte Diana Battaggia, direttore dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale in Italia.

Pezzi da novanta della politica italiana, desiderosi di far capolino nell’hinterland col fermo intento di uscire dalle ristrette stanze della politica romana e stabilire un filo diretto con gli umori e le istanze del popolo. A partire proprio dalla presa di contatto con un’azienda, come quella di ‘Frutti Felici(clicca qui per saperne di più), conosciuta in tutto il mondo per la produzione ed esportazione dei kiwi veliterni, a dimostrazione di come anche in Italia si possa invertire il trend negativo ed esaltare le proprie eccellenze, con preminenza alla cultura, alle bellezze turistiche e, appunto, alle attitudini enogastronomiche, riassunte al meglio dalla capacità dell’azienda veliterna di saper esaltare i frutti della terra e fare sfoggio della sensazionale macchina produttiva messa in piedi da Gianluca De Felice e famiglia. 

La presentatrice Maria Grazia Tetti

La presentatrice Maria Grazia Tetti

Preceduti dagli interventi di Maria Grazia Tetti, madrina dell’evento, e di Riccardo La Rosa, candidato alla carica di vicesindaco a Mazara del Vallo, ma da decenni ai Castelli alla guida della Casa di Riposo ‘Garden’, l’incontro ha avuto nella Ministro Beatrice Lorenzin la figura in grado di scaldare i cuori e trascinare i presenti verso una cronistoria relativa alla nascita del ‘Nuovo CentroDestra’, che se non ha stancato i presenti ha di certo fornito elementi utili per riannodare i fili del recente passato.

Dopo di lei si sono alternati al microfono il presidente dell’Eur spa, Pierluigi Borghini, l’europarlamentare Alfredo Antoniozzi (candidato all’imminente rinnovo del Parlamento Europeo), il senatore Antonio D’Alì, già sottosegretario al Ministero dell’Interno nel secondo e terzo governo Berlusconi, e il presidente dell’Associazione ‘Fare Nazione’, Lamberto Trivelloni, che dinanzi ai suoi amici e compagni di tante avventure ha ufficializzato il suo passaggio nel ‘Nuovo CentroDestra’, dopo aver a lungo caldeggiato l’idea di un’azione riformatrice che guardasse ad una comune casa popolare, con la quale poter aderire ancor più convintamente nel PPE e aprire le porte per un vero Partito Popolare Italiano. Tra la folta platea – che ha mostrato tutta la sua attenzione nelle quasi 3 ore di interventi  – anche svariati Primi cittadini ed assessori, in rappresentanza non solo dei Castelli Romani, ma di tutta la provincia romana e gran parte della regione. In prima fila anche il capogruppo cittadino, Alessandro Priori.

Di seguito alcuni stralci degli interventi dei convenuti, che hanno preceduto un banchetto nel quale a farla da padrone, oltre ai comuni principi della convivialità, è stato il ‘Carciofo alla Matticella’, una delle eccellenze della gastronomia veliterna, particolarmente apprezzato da ognuno dei convenuti, a partire dal Ministro della Salute, che per prima ha ribadito la vicinanza con Lamberto Trivelloni e il suo gruppo di lavoro.

 

Il Ministro Beatrice Lorenzin durante il suo lungo intervento

Il Ministro Beatrice Lorenzin durante il suo lungo intervento

BEATRICE LORENZIN (Ministro della Salute):
“Già da qualche mese – ha esordito la Lorenzin – abbiamo iniziato un percorso in comune con Lamberto Trivelloni e sono contenta  di poter incontrare una squadra che ha voglia di mettersi in gioco in una parte così importante della provincia di Roma. Tuttavia è d’obbligo una cronistoria di quanto accaduto negli ultimi mesi. Ci eravamo accorti già da tempo che dovevamo aiutare Berlusconi, dall’interno del Pdl, a traghettare il partito fuori dalla stagnazione in cui si era impantanato, manifestata in tutto il suo clamore durante la fine della scorsa legislatura. Una palude in cui si era persa la vocazione di fare le cose, in una struttura di partito talmente sclerotizzata ed autoreferenziale che non permetteva più di immaginare un grande partito di governo, capace andare oltre la singola leadership.  Tutti sapevano che, presto o tardi, sarebbe inevitabilmente riesplosa la questione giudiziaria e noi, molti dei quali nati e cresciuti all’interno di Forza Italia, avevamo tutti i requisiti per continuare questo progetto insieme a lui e non contro di lui, visto che di leader carismatico ne nascono pochi e l’esigenza era quella di formare una grande squadra, che sapesse costruire una cultura di governo sui territori, con una classe dirigente capace di tradurre in azione il proprio messaggio innovativo. Alle elezioni Politiche – ha continuato la Lorenzin – abbiamo perso 6 milioni di voti, senza che ci fosse un vero vincitore, se non il partito dell’antitutto, che è il Movimento 5 Stelle. A quel punto, con l’Italia a rischio default, con lo spread alle stelle e i conti non al sicuro, ci si è decisi ad un governo di larghe intese che salvasse il nostro Paese e desse il là ad un governo costituente, che rimettesse in ordini i conti in un periodo di una grande crisi. Un’avventura di governo iniziata male e messa in serio rischio dopo l’accelerazione giudiziaria, che spinse Berlusconi a chiederci di dimetterci, per email, dopo che appena poche settimane prima aveva fatto dichiarazioni da grande statista in cui disse che avrebbe separato la sua storia giudiziaria dal futuro politico degli italiani. A quel punto, non volendo far precipitare l’Italia nel baratro, io ed altri amici e colleghi, abbiamo dato le nostre dimissioni,  dicendo ‘no’ ad un’azione destabilizzante e distruttiva per l’Italia. Se avessimo fatto cadere il Governo in quel momento nel giro di 10 giorni in Italia sarebbe arrivato il Fondo Monetario Internazionale, che avrebbe congelato le pensioni ed imposto una patrimoniale netta ad ogni cittadino, dando vita ad una stagione difficilissima, che poteva aprire anche ad una fase di violenza, a pochi giorni dalla sentenza definitiva, dopo la quale Berlusconi sarebbe comunque decaduto.  E’ in quel frangente che abbiamo aperto una nuova fase con un gruppo di persone che prima del proprio futuro politico e dei propri interessi professionali ha scelto la strada della responsabilità. La storia recente la conosciamo, con gli attuali forzisti che avevano deciso di andare via e poi sono tornati da Renzi col cappello in mano, presentandosi a Botteghe Oscure e chiedere una nuova agibilità politica nella sede del Pd, con quelli dei quali fino a 3 mesi prima avevano detto  che sarebbe stato impossibile persino sedersi. Un disastro dal punto di vista politico, che fa capire quanto non tutti abbiano una strategia generale e neppure una schiena dritta”.  

“Da allora – ha continuato la Lorenzin – abbiamo creduto in qualcosa di nuovo, a partire da un metodo in cui si privilegi la meritocrazia, e si porti avanti un sistema politico in cui ci sia partecipazione nei circoli e nei congressi, senza paura di allargarsi agli altri. Siamo una cosa nuova, capace di attrarre persone che prima non avrebbero mai militato con noi. Contaminiamoci – ha esortato i presenti la 43enne romana -: cerchiamo di aprirci a idee anche diverse, oltre le piccole gelosie, per costruire un grande partito di centrodestra. Ci vuole competenza, capacità, cuore, coraggio e onestà: tutti insieme per un Nuovo CentroDestra in grado di fare un grande salto di qualità. Io stessa – ha aggiunto facendo capolino nel suo settore di riferimento – sto riformando la sanità italiana, senza guardare se pesto il piede di un amico, col fermo intento di raggiungere l’obiettivo di realizzare un sistema sanitario universalistico, unico al mondo, con un’assistenza medica di primo livello, mantenendolo vivo, senza farlo ammazzare da chi ruba, da chi prende tangenti e da chi si è fatto ricco coi morti”.

“La responsabilità di tutto questo è immensa, ma per farlo dobbiamo essere forti, radicati e avere un progetto per l’Italia e per l’Europa, senza dimenticare che il nostro Paese dà tanto all’Europa, ma per ovvie incapacità riprende indietro appena il 5% di quanto dà. Non abbiamo ‘grant office’ all’altezza, con carenze negli uffici che gestiscono i premi di confinanziamento per la ricerca. E’ arrivata l’ora di fare rete, di non sprecare, ma fare sinergia. Per le Europee avremo una grande sfida, quella di lottare contro i populismi e far capire alla gente, giustamente scontenta, che non si può far campagna elettorale contro l’Europa. Abbiamo fatto un partito con una scelta di coraggio e di idee, aggregando amici coraggiosi, ritrattando un patto di governo in cui tutti i capisaldi economici sono i nostri, nonostante poi Renzi se li rivenda bene;  queste cose vanno non solo rivendicate, ma portate avanti con orgoglio e le Europee saranno il nostro primo test. Abbiamo tutte le chance per farcela, ma abbiamo bisogno di non essere soli, visto che non ce l’abbiamo l’uomo solo in campo, ma possiamo contare su una squadra di persone, tale che se vinciamo, vinciamo tutti insieme, senza vendere un sogno ma costruendolo insieme”.

 

L'intervento dell'europarlamentare Alfredo Antoniozzi. Accanto a lui il sen. D'Alì e la Ministro Lorenzin

L’intervento dell’europarlamentare Alfredo Antoniozzi. Accanto a lui il sen. D’Alì e la Ministro Lorenzin

ALFREDO ANTONIOZZI (europarlamentare):

“Ringrazio chi ha organizzato il tutto, a partire dall’amico Trivelloni, che contribuisce, come altri, a non smarrire il senso d’importanza dei nostri territori. In questo momento l’Italia è come il motore di una Ferrari, costretto dentro una carrozzeria di una gloriosa macchina anni ’60 che non ce la fa a supportarlo. Chi si avvicina alle riforme e tocca le incrostazioni, mettendoci il bisturi, rischia l’impopolarità, e questo è accaduto anche a De Gasperi. Tuttavia bisogna avere coraggio e il coraggio di metterci la faccia. L’accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi vi è stato, è innegabile, ma quando Berlusconi ci ha detto di voler far cadere il governo, abbiamo fatto delle scelte di coraggio, affrontandone l’impopolarità. Se avessimo ceduto alla tentazione di rompere tutto, ora saremo a far campagna elettorale per le Politiche, tirandoci pesci in faccia in televisione, invece di fare riforme utili per il Paese. Avremmo dimostrato di non essere in Parlamento per difendere interessi di ordine generale ma per difendere interessi particolari. A quel modo di fare abbiamo detto ‘basta’, decidendo di scrivere una pagina nuova per il Paese, uscendo da un partito in cui vi era ormai una tendenza di cortigianeria aziendale protesa a difendere interessi che non avevano nulla a che vedere col Paese. Abbiamo tentato ogni strada per evitare lo strappo, ma non potevamo far altro che andarcene. Ricordo a tutti che abbiamo votato contro la  decadenza di Berlusconi, e lo avremmo difeso fino alla morte se necessario, ma il Paese è una cosa e l’interesse di una persona, per quanto straordinaria, è altro. Potevamo far buon viso a cattivo gioco e rimanere serenamente dov’eravamo, e forse sarebbe stato politicamente più comodo, ma ci siamo messi in cammino perchè abbiamo capito di dover scrivere una nuova pagina per il Paese, con regole nuove, nella quale ognuno può trovare la propria casa e in cui non c’è un capo che decide, ma nel rispetto delle gerarchie, c’è una condivisione dei progetti e un confronto costante. Arrivati a questo punto – ha aggiunto Antoniozzi – c’è bisogno di una nuova generazione di leader, con la quale compartecipare le scelte per il futuro, scrivendo insieme una nuova pagina di politica italiana. Abbiamo scelto la strada stretta, anche se era facile percorrere quella più ampia ed è per questo che sono felice che un uomo come Lamberto, al quale riconosco una tempra di combattente, per la sua forte capacità di rappresentare il territorio, abbia scelto di percorrere questa strada insieme a noi, perchè ci attende una stagione nuova, una stagione in cui abbiamo bisogno di uomini veri”.

L'intervento del senatore Antonio D'Alì

L’intervento del senatore Antonio D’Alì

ANTONIO D’ALI’ (Senatore della Repubblica):  

“Sono qui a collaborare fattivamente, e con orgoglio, nella soddisfazione che un’organizzazione come Fare Nazione abbia deciso di avvicinarsi al Nuovo CentroDestra. Sono qui per Lamberto – ha aggiunto D’Alì – per testimoniare come anche fuori zona si possano avere importanti rapporti d’amicizia e condivisione politica. Ho avuto la fortuna di conoscere lui e i suoi amici e questa conoscenza si è consolidata in una personale amicizia, tanto da ritenere che  Lamberto merita la vostra e la nostra attenzione verso quel ruolo che ogni leader ha diritto ad avere, soprattutto in una formazione politica come la nostra, che è in assoluto divenire ed è prossima alla verifica elettorale delle elezioni Europee”.

“Sono lieto, visitando l’azienda ‘Frutti Felici’, di aver scoperto una straordinaria realtà imprenditoriale, che rappresenta l’Italia che lavora, produce, crea opportunità e ricchezza, nel rispetto delle regole, della sua fantasia e vitalità. Nessuno vuole rinnegare il passato, ma è l’ora di rilanciare con lo sguardo proteso al futuro. Da qui le ragioni di una scelta, quella di avviare una nuova stagione della politica italiana, in cui rilanciare, progettando una nuova Italia. Sul fronte delle riforme istituzionali abbiamo aperto un tavolo forte col Pd, per un confronto costruttivo, che porterà a riforme importanti, a partire dal titolo V della Costituzione, per arrivare ad una revisione della spesa pubblica che vada oltre tanti centri di potere”.

“Affermare i partiti che vogliono riformare l’Italia – ha concluso D’Alì –  che non guardano al passato ma al futuro, significa dare un indirizzo preciso alla politica italiana dei prossimi anni e nella cultura di un centrodestra pragmatico e riformatore c’è spazio per uomini come Lamberto Trivelloni e tutto il gruppo che da anni si muove al suo fianco”.

Trivelloni spiega le ragioni di una scelta

Trivelloni spiega le ragioni di una scelta

LAMBERTO TRIVELLONI

(presidente Associazione ‘Fare Nazione):

“Ringrazio donne e uomini che in questi 20 anni mi sono stati vicini, dando poi vita ad un’associazione culturale sorta con l’intenzione di stare insieme e dialogare, all’insegna del confronto e dell’amicizia. Al suo interno anche diversi amministratori pubblici, molti dei quali provenienti da esperienze differenti, talvolta alternative tra loro, a dimostrazione dell’essenza del confronto. Nel 2010 abbiamo dato vita a questa associazione, ponendoci diverse domande, a partire dall’interrogativo se potesse nascere anche in Italia una casa comune per tutti coloro che a Bruxelles si riconoscono nel popolarismo europeo. Abbiamo sempre detto che c’era l’esigenza, quindi, di dar vita ad un partito popolare europeo in Italia, avendo il coraggio di porlo come condizione della nostra attività politica, come accaduto nel settembre del 2010 a Capanelle, quando proponemmo di fare un congresso per far nascere anche in Italia questo importante soggetto politico, alternativo alla sinistra, che cominciasse a far davvero politica, visto che di politica, in Italia e nel mio partito ve n’è stata davvero poca (ha aggiunto tra gli applausi un Lamberto Trivelloni reduce da un infortunio che pur debilitandolo nel fisico non lo ha fatto perdere d’animo, ndr). Ho sempre rispettato il mio partito, con lealtà ed attaccamento, lavorando alacremente, e ricevendo come molti di voi – con chiaro riferimento al folto pubblico presente in sala – molto meno di quanto dato. E di sirene e di tentazioni ne sono arrivate in abbondanza, senza che venisse mai meno la correttezza verso i nostri ideali e convincimenti. Il partito dell’uomo solo al comando non è più congeniale al modo di fare politica, in cui c’è bisogno di rettitudine e coerenza, di gente che dice le cose che pensa e fa le cose che dice. Alfano ha ribadito più volte che la classe politica nascerà attraverso i congressi, con battaglie che consentano ai cittadini di scegliere da se le proprie rappresentanze, optando per le Primarie laddove ciò non fosse possibile. Tutto l’inverso – forse l’unica frecciatina riservata ai leader dell’ormai suo ex partito – di chi con la mano destra si straccia le vesti e fa battaglie per tentare di restituire il diritto di voto con le preferenze e poi, con l’altra, si approfitta di una legge ingiusta e democraticamente scorretta, piazzando, su quelle liste chiuse, amici, parenti e persone che con le realtà territoriali non hanno nulla a che vedere”.

CORAGGIO“Detto questo, non c’è niente di peggio di una nazione che basa la politica sulle violenze giudiziarie, visto che una nazione che non ha giustizia è una nazione povera e una nazione povera e una nazione ingiusta. Per questo ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini in un momento difficile. Quando si parla di riforma della giustizia pongo tutte e due le orecchie protese verso l’ascoltatore e non dimentico che Berlusconi ha sempre utilizzato strumentalmente quest’arma a doppio taglio, diventandone vittima e carnefice, nonostante abbia avuto la maggioranza più schiacciante dal dopoguerra e nulla di positivo abbia prodotto in tal ambito”.

“La Democrazia Cristiana, da cui molti di noi provengono per esperienze passate, è l’esempio più eclatante di come la giustizia interceda nella nostra democrazia; essa, a netto degli errori, degli eccessi e dei difetti, era un grandissimo partito popolare, democratico e cristiano, e fu distrutto scientamente, e contro ogni principio democratico, dall’uso contorto della giustizia. Ed i leader, che si sono candidati nel tempo ad esserne gli eredi (il riferimento a Pierferdinando Casini non ci pare puramente casuale, ndr) forti di questa esperienza drammatica, avrebbero dovuto correggerne gli errori, e non accompagnarli attraverso azioni misogine e senza senso.  Oggi – ha concluso Trivelloni rivolgendosi alla folta platea – a quel partito, il mio ex partito, presento il conto e lo presento insieme a voi, dopo essere venuto nelle vostre case e nei vostri uffici, discutendo e trovando qualcosa che ci accomunava, in un progetto in cui far politica vera e poter volare alto, ragionando e costruendo insieme la buona politica del domani”. 

NON PERDERE, NELLE PROSSIME ORE, ALCUNE DICHIARAZIONI ESCLUSIVE DEL MINISTRO DELLA SALUTE SULLO STATO DELLA SANITA’ LOCALE

La Lorenzin e D'Alì ammirano il braciere con la carciofolata veliterna

La Lorenzin e D’Alì ammirano il braciere con la carciofolata veliterna

Gianluca De Felice e Lamberto Trivelloni col Ministro Lorenzin

Gianluca De Felice e Lamberto Trivelloni col Ministro Lorenzin

Riccardo La Rosa intrattiene la Ministro della Salute

Riccardo La Rosa intrattiene la Ministro della Salute

La signora De Felice mostra al Ministro Lorenzin come dimenarsi con la 'Carciofolata'

La signora De Felice mostra al Ministro Lorenzin come dimenarsi con la ‘Carciofolata’

L'arrivo dell'ex deputato Mario Baccini e la sua stretta di mano con Gianluca De Felice

L’arrivo dell’ex deputato Mario Baccini e la sua stretta di mano con Gianluca De Felice

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