POLITICA

Velletri – La Treggiari meditava già da tempo le sue dimissioni. Ecco i possibili sostituti

treggiari

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di Daniel Lestini

Turbolenza inattesa per la Giunta Servadio che, nello stupore di chi non era particolarmente addentrato nelle faccende domestiche del governo cittadino, ha perso nelle ultime ore una delle sue donne di punta.

A sorpresa nella giornata di mercoledì l’assessore Emanuela Treggiari, che deteneva le deleghe alla Cultura, Museo civico e biblioteca, Spettacolo, Trasporti, Patrimonio boschivo, Gestione patrimonio comunale e tutela diritti degli animali, ha rassegnato le proprie dimissioni, facendosi da parte dal proseguo dell’avventura del Servadio bis.

Ufficialmente alla radice del clamoroso passo indietro vi sarebbero forti dissapori in seno al partito di appartenenza, anche se c’è chi intravede nel gesto il culmine di un malessere più profondo, la cui fiammella si era accesa già da qualche mese, tanto da far vociferare, a più di qualcuno, che le dimissioni fossero già state scritte e tenute in un cassetto da almeno 3-4 mesi.

Mesi in cui qualcuno, nel classico tira e molla del gioco delle parti, avrebbe provato a far desistere la Treggiari, non a torto l’elemento in grado di dare alla squadra di governo la pacatezza, la sobrietà e lo spessore culturale che senza di lei poteva venire meno. Da qui il tentativo di alcuni di serrare i ranghi e ricomporre lo strappo. Una volontà che non avrebbe però trovato unito il partito, visto che a tanti, odorata la polpetta, ha iniziato a far gola un assessorato comunque di rilievo.

Da qui, dopo le tensioni accumulate nelle ultime settimane, la decisione di riesumare quella lettera e presentarla ai vertici comunali in una giornata segnata, peraltro, da un consiglio comunale ‘maratona’, iniziato di primo mattino per terminare solo a tarda sera, non senza toni esacerbati e schermaglie tra maggioranza ed opposizione.

Bocche cucite in seno al Partito Democratico, col segretario Gianfranco Cestrilli che si è limitato ad esprimere la propria amarezza per l’epilogo, preferendo rimandare ogni altra considerazione ai prossimi giorni. ‘Risponde la segreteria telefonica del numero…’ il leit motiv di chi ha provato a chiamare il Sindaco Servadio per avere lumi sulla faccenda, senza poterlo peraltro raggiungere a Palazzo, dove chi era presente non ha mancato di notare in lui del dispiacere per quanto accaduto.

Pian piano, tuttavia, i rumors hanno iniziato a fare il loro percorso, e tra illazioni e ricostruzioni più o meno attendibili, da sotto l’armadio sono iniziate a fuoriuscire tutte le briciole spazzate via in fretta e furia durante mesi in cui non sono mancate ruggini e tensioni. 

Tensioni le cui radici affonderebbero addirittura nel periodo pre-elettorale, a partire dalla delusione, per la Treggiari, della mancata candidatura al Senato della Repubblica, ufficialmente giustificata col mancato procacciamento delle firme necessarie a vidimare la sua entrata nella lista. 

Non manca neppure, e questa, per molti, sarebbe la tesi più in voga, chi non nega aspri attriti col suo predecessore alla cultura, quel Daniele Ognibene che ne ha a sua volta ereditato la presidenza del consiglio comunale. Il rapporto ferreo, e per certi versi privilegiato, che il giovane esponente piddino avrebbe stretto in passato con alcune associazioni, avrebbe portato a dissapori ed incomprensioni con chi ne ha raccolto il testimone, e che male avrebbe gradito le ingerenze di chi l’ha preceduto.

In attesa di capire se dal conclave delle prossime ore si riuscirà a ricucire lo strappo e a ricomporre i cocci, nel bailamme di voci, girano già i primi nomi per la sua successione. Ed uno di questi, Roberto Leoni, viene dai più visto come il regista occulto dell’operazione, avendo avuto da sempre un feeling preferenziale con l’ormai ex assessore alla cultura, con la quale, nelle passate elezioni, si presentò in accoppiata. Che possa essere proprio lui a sostituirla, ricevendone in eredità tutte le deleghe, è ancora prematuro saperlo, essendo piuttosto quotata la pista che porterebbe ad una ridistribuzione delle deleghe, considerato che le attitudini di colui che nel 2007 tentò, invano, la scalata alla candidatura a sindaco, lo vedrebbero più incline a ricoprire altri incarichi. Ma se un assessorato non lo disdegna nessuno, a stretto giro di posta emergono anche altri nomi, a partire dall’attuale capogruppo del Pd, Giorgio Fiocco, la cui investitura finirebbe per confermare, in un certo senso, la predominanza della corrente Ognibene sulla delega alla cultura. 

“Nel comunicare la mie dimissioni dalla carica di assessore – ha dichiarato in una lettera la Treggiari – sento il dovere di rendere chiare le motivazioni della mia scelta agli elettori e a quanti mi hanno manifestato stima e hanno operato insieme a me con spirito di collaborazione, in questo anno di attività amministrativa. Le ragioni, che dopo una lunga riflessione mi hanno condotto a questa decisione, sono di carattere politico”.

“Il clima interno al Partito Democratico – ha sentenziato la Treggiari – sta scivolando sempre più verso il radicamento di un sistema correntizio che ormai non lascia spazio alla dialettica interna, che vorrebbe un confronto e anche una battaglia sulle idee, cosa appassionante e soprattutto utile per la crescita della prospettiva ideale e culturale, anziché scontri di potere. La mia storia politica, che viene da lontano, non mi permette di muovermi agevolmente in un contesto di tale natura dove, alla costruzione collettiva delle idee, si sostituisce un agire spesso separato e che, a livello locale, sta assumendo la connotazione di un vero e proprio governo ombra interno alla maggioranza. Auspico che il mio disimpegno rispetto all’amministrazione, per le motivazioni che ho descritto, possa contribuire ad aprire una riflessione a livello locale che coinvolga tutto il partito e alla quale mi rendo disponibile sin da ora. Per quanto riguarda il mio operato di assessore, non nascondo una qualche soddisfazione per il lavoro svolto fino alla realizzazione dell’evento “Tra le rovine di Velletri” che ha rappresentato, per la significativa partecipazione della cittadinanza, un momento corale e di condivisione collettiva della storia della città”.

Proprio la volontà di portare a termine l’evento dell’anno e concludere tutto l’iter organizzativo dell’Estate Veliterna avrebbe spinto la stimata insegnante veliterna ad attendere ancora qualche settimana prima di rendere pubblico il proprio malessere.

Tra i possibili outsider non mancano altre donne, tra cui Giulia Ciafrei, Anna Morsa, Maria Paola De Marchis e Romina Trenta, tutte piste, per un motivo o per l’altro, di difficile percorrenza. Come sembrano francamente tortuose le strade che portano ad una nomina di Gianfranco Cestrilli (il cui impegno all’interno del partito si fa, alla luce di tutto, ancora più gravoso) o di Giuliano Cugini, un nome che è circolato ieri a margine del consiglio, ma che è sembrato più una boutade che non una voce con le gambe per un possibile seguito. 

Più remota la possibilità di una soluzione esterna al Pd, sebbene l’ipotesi che porta a Francesco Cavola sia tenuta comunque in ghiacciaia.

 

Da non escludere neppure che, in attesa che passi la tempesta, il sindaco Servadio attenda che l’estate porti consiglio e rimandi all’autunno il compito di ridisegnare la squadra che dovrà condurlo sino al 2018. Salvo sconquassi, ovviamente, provocati da una prematura fine del Governo Renzi, che rischierebbe di rimetterebbe tutto in gioco anche su scala locale, dove non manca chi intravede in Daniele Ognibene ed Orlando Pocci due possibili cavalli di razza ai nastri di partenza delle Primarie che designeranno il nuovo candidato sindaco del Centrosinistra, in una sorta di Domino le cui tessere sono ancora tutte da incastrare e che, in qualche modo, le dimissioni della Treggiari anticipano e stimolano, generando una riflessione che il Pd, forte di uno storico 41% alle Europee, dovrà dimostrare di saper superare, archiviando la mareggiata di questi giorni senza imbarcare nuova acqua, veleggiando senza ulteriori impacci sulla rotta che si è da tempo prefissato. 

 

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