POLITICA

Genzano – Di Domenica (‘Patto tra Cittadini’): ‘restiamo in maggioranza, ma saremo una spina nel fianco’

MASSIMO DI DOMENICA
Massimo Di Domenica, capogruppo della lista "Patto tra Cittadini" in consiglio comunale

Massimo Di Domenica, capogruppo della lista “Patto tra Cittadini” durante un suo intervento nell’aula consiliare

di Federica Tetti

In seguito al suo voto di astensione al Bilancio di Previsione 2014, cercando di capire le ragioni alla base della sua scelta, abbiamo intervistato il consigliere genzanese Massimo di Domenica, capogruppo della Lista “Patto tra Cittadini”.

Un’azione, la sua, che ha lasciato supporre che qualcosa si è incrinato nel feeling con l’Amministrazione Gabbarini, come poi confermato dallo stesso Di Domenica: “premetto che non c’è nulla di personale nel voto di astensione o nelle dichiarazioni fatte, spero che i nostri segnali siano interpretati nel modo giusto in quanto voglio portare avanti un’azione di pungolo per spronare l’amministrazione a fare di più e a farlo meglio”.

La lista da lei rappresentata  ha cambiato nome, passando da “Per Genzano Gabbarini Sindaco” a “Patto tra Cittadini”. Sembrerebbe una presa di posizione risoluta, è così?

“Il nome fu scelto dal Sindaco stesso. Cambiarlo all’indomani dello scioglimento della lista Genzano Democratica nel marzo scorso è stato il primo segnale di un malessere interno”.

Segno di malessere reso manifesto anche attraverso il voto di astensione al Bilancio di Previsione 2014, in merito al quale lei aveva già dichiarato che l’Amministrazione doveva passare  dalle parole ai fatti per dare piena attuazione al programma elettorale. Cosa in 3 anni non è stato ancora messo in atto di quel programma?

“Sono soddisfatto del programma con il quale siamo stati eletti. Mi sono imbarcato in questa avventura politica, su invito del sindaco, consapevole dell’importanza di un cambiamento. Io abito a Lanuvio e non ho nemmeno origini genzanesi. Sono, quindi, una persona fuori da ogni lotta e schema di partito.  Mi dispiace, però, dover costatare che molti progetti contenuti nel programma elettorale, a metà mandato ormai trascorso, non sono stati ancora realizzati. C’è un distacco sempre più evidente tra il palazzo e i cittadini. Nell’ultimo consiglio ci siamo astenuti per agitare un campanello d’allarme, come espressione di un malessere che speriamo venga interpretato e accolto nella giusta maniera. A Genzano c’è bisogno di mettere mano al piano dei parcheggi e della viabilità, sui quali potevano essere consultate diverse realtà associative come ad esempio quella dei commercianti o il comitato civico Centro Storico. Occorrerebbe rivedere i canoni di sicurezza, rinforzando il corpo della Polizia Locale, in vista dell’imminente trasferimento del Commissariato di Polizia. Il paese necessiterebbe anche di un piano di integrazione delle politiche territoriali visto che si parla sempre più insistentemente di area metropolitana. Unire le esperienze e i territori limitrofi con lo scopo costruire un’asse per lo sviluppo integrato delle nostre città. Mi viene da pensare al sindaco di Ariccia, Emilio Cianfanelli, politico di grandi vedute che ha fatto di Palazzo Chigi un Museo del Barocco Romano, o il sindaco di Lanuvio, Luigi Galieti, grande cultore della storia locale. Bisogna smettere di pensare in modo fazioso e municipalista. Potremmo ragionare bene sulla destinazione di Palazzo Sforza Cesarini e parlare con Nemi per riqualificare tutto il territorio intorno al lago. Sarebbe inoltre interessante creare un Centro di Musica nel Museo delle Navi Romane, che possa diventare centro promotore di attività culturali, visto che è dotato di enormi sale dall’ottima acustica.  Insomma occorre investire di più sulla cultura. Possono tagliarci i fondi dal governo, ma la cultura se sei una persona curiosa e capace non ce la possono togliere. La cultura a Genzano è ferma. Sebbene l’assessore Patrizia Mancini si dia molto da fare, mi rattrista rilevare che non è adeguatamente supportata. Manca infine una visione d’insieme sul commercio e sull’artigianato. Ci sono molte cose che potrebbero essere realizzate in tempi brevi e a costi ridotti”.

Sembra di capire che rimarrà nella maggioranza a patto che arrivino delle risposte concrete e reali. E se non dovessero arrivare?

“Siamo nella maggioranza, anzi siamo nel programma di maggioranza. Continueremo fino la fine ad essere la spina nel fianco della maggioranza, rimanendo in maggioranza. È facile fare opposizione da fuori, sapendo che l’Amministrazione ha comunque i numeri per governare. Noi vogliamo continuare ad aderire al programma di governo con cui è stato eletto Gabbarini, cercando di pungolare l’Amministrazione a fare sempre meglio”.

C’è stato un tentativo di discussione, una tavola rotonda che potesse ridiscutere le varie problematiche presenti e vi permettesse di suggerire delle possibili risoluzioni?

“No. Il Sindaco non ha risposto. Non c’è stato nessun tentativo di discussione, nessun segno di apertura. Non è il modo di risolvere i problemi. Il Comune deve chiedersi cosa vuole essere tra dieci anni. Sono stati commessi degli errori anche grossolani, come nel caso delle cartelle pazze, del piano parcheggi, della differenziata. Basta ammettere gli sbagli per ripartire”.

Cosa pensa dell’avvicinamento dell’amministrazione al Pd?

“Non sono particolarmente distante come pensiero politico dalle posizioni del Partito Democratico. Però chiedere e parlare della manovra di riavvicinamento con tutte le componenti di maggioranza in consiglio comunale sarebbe stato un grande gesto di sensibilità politica e cortesia istituzionale. La campagna elettorale delle ultime amministrative è stata caratterizzata da accalorati scontri tra l’ex sindaco Enzo Ercolani e l’attuale Flavio Gabbarini. Poi è scoppiato di nuovo l’amore, lo strappo è stato ricucito e il Pd da opposizione è diventato forza di maggioranza, senza spiegare nulla ai cittadini. La via di Damasco è una strada molto percorsa dai politici. Credo che i genzanesi, meritino più rispetto, sono persone in gamba. Noi comunque guardiamo al programma e non alle beghe di partito”.

Cosa pensa di tutti gli avvicendamenti che ci sono stati nella giunta Gabbarini: Pernaselci, Romagnoli, Sabatini.

“Ritengo che scegliere la squadra con cui governare sia una prerogativa del Sindaco. Sicuramente questi avvicendamenti in giunta rivelano un’amministrazione un po’ incerta. Credo che al Sindaco siano rimaste in mano troppe deleghe e ora sta pagando per degli errori, non commessi in prima persona, ma per errata vigilanza. Credo che alcuni sbagli si siano verificati non per malafede, ma semplicemente per superficialità. L’ormai ex assessore Roberto Pernaselci, persona molto valida, sarebbe stato un ottimo elemento per ricucire il rapporto con i commercianti. Incomprensibile, infine, l’inserimento di Sabatini come nuovo assessore delegato allo sport, quando invece sarebbe stato più impellente assegnare la delega al Bilancio a qualcuno di capace”.

Veniamo alla situazione delle scuole, discussa da mesi, portata all’attenzione pubblica dal Movimento 5 Stelle e da Fratelli d’Italia.

“La ristrutturazione e l’adeguamento della sicurezza delle scuole è una battaglia giusta. Credo che sia una cosa logica chiedere i documenti attestanti la stabilità delle strutture all’amministrazione. Il Sindaco è il primo responsabile della salute pubblica cittadina. Gli abbiamo suggerito di chiedere al governo di mettere in regola la situazione e di riqualificare le strutture scolastiche attraverso l’8 per mille”. 

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