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Vinopedia – Vendemmia, il momento più delicato d’un’annata difficile. Gustiamo il Frascati Superiore Poggio Verde

Riccardo Di Palma rid

vinopedia

Sandro Di Palma riddi Fabio Ciarla

La vendemmia 2014 sarà ricordata come una delle più discusse: dai toni trionfalistici che accompagnavano sempre – anche quelle “modeste” – degli ultimi anni si è passati all’inverso, ovvero previsioni catastrofiche. Come sempre, eliminati gli eccessi, la verità probabilmente è nel mezzo e nella considerazione di fondo che l’Italia è un paese lungo e ricco di microclimi, quindi le generalizzazioni non servono. La realtà è che la stragrande maggioranza dei vigneti è stata inondata di piogge in questa strana estate, il che ha aumentato i rischi di malattie e soprattutto diminuito la quantità di sole che le uve hanno ricevuto, con relativa scarsa concentrazione di nutrienti.

Ma, anche per non generalizzare troppo, siamo andati a chiedere ad un’azienda del territorio, la Di Palma di Velletri (http://www.aziendaagricoladipalmariccardo.it), come stanno veramente le cose. Si tratta di una realtà familiare, con il padre Riccardo e il figlio Sandro che a loro volta proseguono la tradizione di famiglia rinnovandola, a cominciare dalla certificazione biologica dei loro vini.

Vendemmia 2014, da più parti si dice che sarà un’annata difficile ma pare che il Lazio sia tra le regioni più fortunate, com’è la situazione nelle vostre vigne?

“Vero, durante l’anno si sono verificati eventi meteorologici estremi in Italia, per fortuna qui nel Lazio, e a Velletri in particolare, niente di tutto ciò. Soltanto troppa pioggia, che ha portato ad anticipare un po’ la vendemmia per salvaguardare la sanità delle uve”.

Da una terra più conosciuta per i bianchi possono emergere anche buoni rossi? Quale delle due tipologie vi dà più soddisfazione produrre?

“A noi dà soddisfazione produrre vino di qualità, a prescindere dal colore. Sicuramente i vini bianchi hanno un profilo aromatico impattante, ma scoprire che alcuni vitigni, come il Cesanese, possono raggiungere ottimi livelli in questa zona è sicuramente una bella conferma … cioè quella di trovarci in un territorio fortemente vocato per la viticoltura”.

Com’è la situazione in vigna e in cantina tra padre e figlio, perfetta collaborazione o anche qualche scontro generazionale?

“Ovviamente capita di avere idee divergenti, ma questo ci permette di mediare tra l’impulsività, tipica di chi è giovane e la ponderatezza di chi ha più esperienza. Detto questo, va riconosciuto che Riccardo, avendo vissuto a sua volta lo stesso “scontro generazionale” con suo padre, è sempre molto attento e ben predisposto alle mie proposte”.

Il vino di Velletri, visti i problemi della grande realtà storica per la viticoltura locale, può ripartire e tornare competitivo?

“Sicuramente siamo molto indietro rispetto a tante regioni d’Italia e per tornare competitivi, noi viticoltori, dobbiamo metterci in discussione e rivedere totalmente il modo di fare il vino! Va detto, però, che negli ultimi anni diverse aziende stanno producendo dei vini di qualità, non sempre adeguatamente giudicati e pagati… Purtroppo scontiamo lo scotto della cattiva nomea che ci siamo creati da soli per anni. Spero, anzi sono convinto, che con l’arrivo di giovani in questo settore tutto possa cambiare”.

La Festa dell’Uva è ormai alle porte, cosa vi piacerebbe vedere in piazza o altrove per il rilancio del vostro settore?

“Il mio  auspicio è quello di NON vedere persone che vengono alla Festa dell’Uva con il solo scopo di bere a volontà. Sono anni che noi aziende vitivinicole stiamo provando ad innalzare il livello della festa e pian piano si vedono i risultati. Proprio per questo ci tengo a sottolineare che quest’anno buona parte della festa si terrà all’interno della Villa Ginnetti, cornice sicuramente più adeguata per degustare del buon vino in tutta tranquillità, lontani dal caos della piazza. Credo che possiamo rilanciare il settore soltanto se riusciamo ad attirare persone veramente interessate al vino di qualità”.

Fare sistema tra produttori, viste le molte nuove realtà nate sul territorio, che cosa significa per voi?

“Questa è una cosa che altrove si fa da anni (forse da secoli), qui a Velletri c’è un “isolazionismo aziendale” che ci ha contraddistinto e spinto verso il basso. Per noi aziende biologiche è fondamentale condividere esperienze e confrontarsi, ma devo dire che in questo mondo non ho avuto molte difficoltà. Anche a Velletri iniziano ad esserci delle eccezioni, soltanto grazie ai giovani che iniziano il loro cammino all’interno delle aziende”.

Quali sono le vostre idee e proposte per migliorare l’immagine e la qualità del vino di Velletri?

“Ci vorrebbe la bacchetta magica, ma non avendola sicuramente inizierei con il creare una rete di aziende, legate da un solo obiettivo, quello di produrre vino di qualità. A mio avviso, bisogna capire che abbattere gli standard qualitativi non paga e che immettere sul mercato un vino a prezzi ridicoli è un autogoal clamoroso. Inoltre, penserei a delle strategie per incentivare i ristoratori e i gestori dei locali in generale a promuovere il nostro vino, cosa che purtroppo non accade. Una volta realizzato tutto questo, sarebbe davvero bello creare un logo, una bottiglia particolare, insomma qualcosa che identifichi il vino di Velletri a livello nazionale e internazionale”.

La bottiglia della settimana

Frascati Superiore Poggio Verde DOCG 2013 –

Principe Pallavicini (www.principepallavicini.com)

Poggio Verde Frascati Sup. DOCG Pallavicini

Poggio Verde Frascati Sup. DOCG Pallavicini

Rimanendo sul  nostro territorio di riferimento come non approfittare dei recenti successi di un altro vino storico, ovvero il Frascati. Anche in questo caso qualche problema di “quotazione” dovuto a errori del passato ma grandi potenzialità per una Denominazione, ora divenuta DOCG e con poteri di Erga Omnes per il Consorzio di Tutela, che è tra le più conosciute al mondo per quanto riguarda l’enologia italiana.

Parliamo quindi di Poggio Verde 2013, il Frascati Superiore dell’azienda Principe Pallavicini che è appena stato premiato con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Il massimo riconoscimento della storica guida dei vini per un vino laziale è un ulteriore incoraggiamento per quanti vogliono fare qualità nella nostra regione.

Parliamo di un Frascati prodotto con Malvasia di Candia, Lamvasia del Lazio, Trebbiano Toscano, Greco e Grechetto. Ampia selezione in vigna, fino ad arrivare a rese intorno agli 80 quintali per ettaro, e durante la  vendemmia, rigorosamente manuale. Insieme alla pressatura soffice si attua una criomacerazione che consente la preservazione massima dei profili aromatici. Una serie di scelte tutte orientate alla qualità per un vino che si presenta quindi con grandi sensazioni olfattive che arrivano anche alla frutta esotica, in bocca è pieno e rotondo ma soprattutto persistente. Un vino pensato dieci anni fa per rilanciare la produzione di Frascati. Oggi si può dire che l’obiettivo è stato raggiunto.

Prezzo medio in enoteca*: 10-14 €

* I prezzi sono puramente indicativi e posso variare anche in maniera considerevole

Piccoli sorsi – Nozioni e termini tecnici dell’enomondo

Criomacerazione

Visto che ne parliamo per il Poggio Verde vediamo di capire bene di cosa si tratta. Obiettivo della criomacerazione, effettuata nei vini bianchi, è ottenere la massima estrazione di profumi dalle uve senza, contemporaneamente, ottenere grandi presenze sgradevoli a cominciare dai tannini. Per ottenere il risultato le uve, appena diraspate e pigiate, vengono poste così come sono in un recipiente che abbatterà la temperatura fino ai 5 gradi centigradi (e un massimo di 8), lasciando così macerare il mosto con le bucce per un periodo che varia di solito tra le 12 e le 24 ore. La bassa temperatura blocca la partenza della fermentazione mentre la permanenza delle bucce, appunto, aiuta l’estrazione degli aromi.

Per l’invio di campionature in degustazione, gratuite e senza alcun vincolo né per la redazione né per l’azienda, scrivere a direttore@castellinotizie.it o a fabiociarla@gmail.com

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