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La comunità di Capodarco sbarca a Genzano con una ‘Casa famiglia’ e un ‘Ostello della Gioventù’

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di Michela Emili

Sta diventando realtà il progetto di casa famiglia della comunità di Capodarco nella città di Genzano. La caparbietà del fondatore Don Franco Monterubbianesi ha superato le tante difficoltà iniziali e raccoglierà i primi frutti a ridosso delle festività natalizie. Nel mese di dicembre, infatti, sarà inaugurata, all’interno dei locali dell’istituto delle suore spagnole sito in via Appia, la Casa “Anna Maria”.

Anna Maria – spiega Don Franco – era la madre di Luigi Maccarinelli, che a 18 anni con un tuffo al mare diventò tetraplegico. Diventerà il fratello maggiore degli accolti della casa”.

Don Franco

Don Franco

Un sogno quello di Don Franco e di tante famiglie e volontari, un progetto ambizioso e una realtà concreta di sostegno alla disabilità, che affonda le sue radici a Grottaferrata, che porta avanti iniziative lodevoli per tanti giovani disabili quali l’agricoltura sociale e la Casa “Milly e Memmo”, per il loro presente difficile, ma anche per il loro futuro, nel “dopo di noi”, e che sta pian piano allargando a macchia d’olio laboratori di condivisione, integrazione e solidarietà.

Probabilmente sarà il 20 dicembre la data di apertura della nuova realtà del distretto H2. Assieme alla Casa verrà inaugurato anche il centro giovanile che ospiterà l’ostello della gioventù. La casa è ampia e spaziosa, con un bel giardino e con annessa la chiesetta dell’Annunziata, di proprietà del Comune e a disposizione come luogo di formazione spirituale delle famiglie dei ragazzi accolti nella casa.

L'edificio dove sorgerà la Casa Famiglia

L’edificio dove sorgerà la Casa Famiglia

In questi giorni si stanno susseguendo sopralluoghi e incontri, con l’Amministrazione comunale di Genzano, il Coordinamento di ben 16 associazioni di volontariato del territorio, la comunità di Sant’Egidio e tante altre rappresentanze del terzo settore, figlie della volontà di fare squadra su un’iniziativa che, mossa da tanta passione e dedizione, deve sostenere incombenze non di poco conto.

Il lavoro di rete sul territorio, il coinvolgimento delle Amministrazioni locali, la generosità delle famiglie, la battaglia all’interno del piano di zona di Ariccia – di cui Genzano fa parte -, per far riconoscere tale realtà e ricevere aiuti, oltre a un lavoro capillare di sostegno e integrazione, potranno e dovranno far fronte al costo di 800mila euro da corrispondere alle suore in 4 anni per la proprietà, oltre che a lavori di adeguamento della struttura, tra cui, importantissimo, l’installazione di un ascensore.

L’importante è partire – anticipa Don Franco – ognuno farà la sua parte. Il nostro sogno è aprire strutture a sostegno della disabilità in ogni Comune”.

Proprio in questi giorni il Comune di Ariccia è divenuto proprietario di una villa di 1.220 metri quadrati, appartenuta a Teddy Reno e Rita Pavone, poi confiscata a un imprenditore nel 2012. Qui potrebbero prendere corpo destinazioni future di stampo sociale simili a quelle che hanno interessato la struttura delle suore di Genzano, prima utilizzata dalla Diocesi di Albano come casa di riposo.

E’ in atto, quella che Don Franco chiama, con un tocco di ottimismo, una rivoluzione culturale.

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